Critica Sociale - Anno XIX - n. 9 - 1 maggio 1909

134 CRITICA SOCIALE lavoratori, la maggior parte dei quali coatitui<Jce il pro– letariato intellettualmente e politicamente più pro– gredito. Rappresentanza formale e rappresentanza reale. Ma basta forse poter compilare tabelle le cui cifre dimostrino di quanto il nostro partito vada acquistando pre!.lsole masse popolari italiane? Evidentemente no. Se noi riusciamo a portare un impeto di vitalità in ogni angolo d'Italia nel periodo elettorale, vuol dire che alle forme di Governo parlamentare le ma.sse lavoratrici continuano tuttavia a volgere le loro ~paranze ed i loro voti, malgrado le prove cattivo e dolorose fatte dai va,i Governi di reazione e di casta che seminavano copiosi germi di malcontento e di diffidenza; e mal– grado anche il turbine di requisitorie e i furibondi anatemi che, dalle frazioni rivoluzionarie e anthitnta.li, vennero ripetutamente, e con veemenza, lanciati iu questi ultimi anni. Ma la fiducia delle masse nell'opera del Parlamento non deve rimanere delusa. F, la delusione grave e pericolosi.;;sima, Rpecialmente per noi socialisti, l'avremo se fra qualche anno do– vremo - tirando le somme - constatare che i grandi e più vivi interessi delle classi operaie non avranno avuto nel Parlamento quella tutela che meritavano. Occorre insomma evitare che la rappresentanza poli– tica dei lavoratori, invece di essere effettiva, diventi, o rimanga, semplicemente formale. Ancor oggi, in troppa parte dei Collegi, le elezioni politiche si ispirano e si subordinano esclusivamente alle esigenze della località. 'l 1 attica, candidato, modalità della battaglia, indirizzo della propaganda e della po– lemica, sentono più di tutto e sopratutto l'esigenza im– mediata che sorge dai contrasti locali. È ancora il campanile che tiene li, nel breve giro della propria ombra, il pensiero e i propositi di gran parte dei nostri compagni. Sicchè il ~ocialismo non diventa mo1to dissimile dai partiti conservatori, anche dal punto di vista socialistico preferendo e sostituendo il deputato di casa al deputato della nazione. Ne deriva una lunga serie di errori. Tl deputato so– cialista si allontana non solo dalla vita attiva del Par– lamento, ma beo anche da quella extraparlamentare delle organizzazioni operaie. Ignora ciò che accade in e~se; i problemi che si affttcciano, i biiiogni che più urgono, i dhisensi che le travagliano, i pericoli che le minacciano, e, mentre in quasi tutti gli altri paesi il deputato socialista è un tutto organico col movimento extraparlamentare delle organizzazioni operaie, qui ogni deputato provvede ai ca-ii suoi, volgendo le proprie cure a mantenersi nelle grazie degli elettori del Col– legio che lo elegge. Preoccupato di conservare il favor popolare, per non inrlebolire la sua posizione politica, il deputato si adopera per rendersi benemerito dei suoi elettori, magari anche avver.:rnri o amici troppo tiepidi. Non dico che spenda tutta la sua influenza. e il sno tempo nel procurare agevolazioni e vantaggi .ai sin– goli individui; dedicherà però molte delle sue cure ai. Comuni, alle Opere pie, alle Amministrazioni pubbliche e alle organizzazioni operaie del suo Collegio, a detri– mento, si capisce, di tutto l'insieme dell'azione. Da qui un procedere autonomo, slegato, contraddit– torio anche. La divisa dell'ognuno pe1·sè indurrà l'ono– revole socialista a fa1"Si vatei·e presso il Governo; si sforzerà a dimostrare coi fatti e fatterelli come egli possa ottenere e sappia farsi intendere; e scivolerà pian piano sul terreno infido e pericolosissimo del co1·n1·ea Roma per sollecitare la tal pratica, per vincere il tal altro ostacolo, adagio adagio legandosi - con gli one– stissimi vincoli della cortesia ricevuta, della sollecitu– dine ad dimostratagli - agli. uomini del Governo. Quindi un'opposizione insincera, blanda, formale, apparente; un graduale svigorirsi di ogni energia e di ogni au– dacia, un desiderio di vivere e di la!!P.iar vivere, e, in definitiva, la formazione di una psicologia intima– mente conservatrice, ~apientemente alimentata e colti– vata dagli accorgimenti del Governo. L'indennità base della responsabilità. Io non credo che l'indennità rappresenti il toccasana di tutti i guai e le defic:e"t1zeche si riscontrano nel re– gime parlamentare. Già, intanto, è un po' assurda questa preteda di avere un Parlamento tanto diverso o lontano · dalle oondizioni morali 1 economiche, intellettuali d~l paese. Si è detto le mille volte che la Camera è ancor migliore del paese, e il Governo anche migliore della Camera; ma, per l'assunto nostro, tutte codeste divaga– zioni critiche non hanno valore alcuno. Noi guardiamo al problema quale si presenta oggi; e qui fermiamo la nostra atte□zioue mirando sopratutto ogli interessi di casa noatra. La carica pubblica non può più essere considerata soltanto come un onore. È verissimo che non si debba far scomparire l'uomo dentro il partito, e proclamare che tutti vanno bene, purchè abbiano la tessera e i bolli io regola; ma è altrettanto assurdo e rovinoso continuare a considerare la carica pubblica come un gingillo che si regala al più simpatico, perchè possa adornarsene. La carica pubblica, onestamente conseguita, implica un concetto di -responsabilità, che i partiti democratici devono seriamente pretendere di vedere rispettato. Il deputato, accettando la carica, as!lume l'obbligo di fare quelle certe cose, di eseguire quelle certe pratiche 1 1,;he il suo partito promette agli elettori. Ma con quale diritto e con quale fondamento si po– iranno crearA delle responsabilità, se la carica pubblica, e specialmente quella pili alta e costosissima del depu• tato,contiuna a rimanere gratuita? La gratuità annulla ogni rapporto di dovere; ed è già molto Sij il deputato non provvede alla miglior tutela del suo interesse ca– vando profitto dalla posizione sociale che occupa .... anche senza tradire gli alti interessi morali ed econo– mici della classe che rappresenta. Vi ha di più. Oggi, non solo la carica del depulato è gratuita, ma altresì diventa onerosa per chi ne e in– vestito. Sia che il deputato soggiorni alla capitale, sia che si muova portandosi in giro per l'Italia, egli è 1::1empre~posto a un maggior gravame finanziario, che è solo compatibile con le condizioni economiche di quanti possono vivere di rendita, o fare altrimenti frut– tare l'influenza politica e professionale che derivano dalla qualità di deputato. In confronto del corpo elettorale che lo elegge, il deputato, oggi, non ha alcun dovere specifico e deter– minato; nè sarebbe giu~to muovergli alcun rimprovero perchè, in effetti, dalla condizione di debitore, l'onore– vole pasHa a quella di creditore, essendo tutta quanta regalata l'attività ch'egli dedica al suo Collegio o al suo partito. E tra~curiamo di mettere in rilittvo le ragioni d'orJine morale che stanno a favore dell'indennità ai deputati.

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