Critica Sociale - Anno XIX - n. 9 - 1 maggio 1909

CHCTICASOCfALE 141 svelta. Invero, l'operaio 1 quando avrà raggiunta la ne– cessaria capacità tecnico, è ammissibile ,,oglia continuare ad esRcre tributario del {l'ulio mito al detentore del ca- 11itale, nnzicbè entrare egli stesso in possesso degli strumenti di lavoro, condiziono questa indispensabilis– sima per la liberti\ e la vita redenta della sua classe? Ed ò umanamente J>Ossibileesista uua classo capita– lista così bonacciona, da npr!ro le porre ai suoi ruturl espropria tori? Naturale: spetta alla forza dell'organizzazione operaia saper domare le resistenze padronali. illa l'enlitù dello srorzo proletario non sarà di ben diversa misura se diretto al\lespropriazione del capitald, o se limitato alla demo– cratizzazione della ftt.bbrlca 1 la quale tornerebbo esiziale al capitalisti, illusoria per I salariati? La proprietà. pri\,ata. dol mezzi di produzione non può cssoro eterna. Al suo posto, la naturale evoluzione della sooietà porri\. la proprietà. sociale o di tutti. J<: questa non potrà non far vibrare - qualora occorra - la molla potente della emulazione e della concorrenza poi mag– giore e più sollecito incremento della pro<luzione. :lla. dovrà essere emulaziono e concorrenza. disciplinata (di– versamente avremmo anche noi socialismo le crisi) le bancherotte, le stasi, le rovino, l'immiserimento dello aziende deboli) fra gruppo e gruppo, fra. Cooperativa e Cooperativa, fra Sindacato e Sindacato, ccc., ecc. 1 ma tutti questi gruppi, Sindacati, Comuni, ecc. 1 dovranno etisere In pieno possesso dei loro strumenti di lavoro e non tributari di un qualsiasi interesse al privilegio ca– pitalista. Benissimo che il movimento socialista del nostro paese dol.Jba fA.rsua la tattica del Labou,· I'arty inglcso (come del resto ra, e da gran pozza, il riformismo italiano) pc! continuo miglioramento economico e morale del prole– tariato; ma come si può tacere la necessità della socia• lizzazione dei mozzi e strumenti di lavoro, proclamata solennemente anche dal relativistico partito del lavoro della Gran Bretagna? Queste brevi righe vi invio UQll per immodesta velleità di colpire il valente anticollettivista, ma, pH, che altro, per sollevare alcuni dubbt, mettere sul tappeto alcuni punti meritevoli di studio, onde sceverare il vero nello scritto in molte parti lodevolissimo del llarchioli 1 ma - a mio parere - in taluna parle peccaminoso di.. .. eresia di supore berosteinia.no. (l'tntzta). Pl,INIO 'l'URCATO. POSTILLA. [I breve scritto elle precede, mi pare non meriti un lungo comml:lnto. Colle sue critiche un po' superficiali, il mio con– traddittore si pone da un punto di vista ormai supe· rato, senza intaccare (a mio giudizio) alcuna delle osservazioni che io ho esposte ai lettori cli questa Rivista. n 'l'urcato sembra confondere parecchie cose. Per lui il capitale, tutto il capitale, deriva dalla frode o dalla violenza; nessuna discriminazione tra le rendite di monopolio (nel senso i,trettamente economico della parola) o quelle derivanti dal lavoro o dal risparmio. Nessuna discriminazione anche tra le funzioni del capih~liata e quelle dell'imprenditore, che, se possono talvolta trnvarsi fuse nella stessa persona, ciò per altro notL significa siano funzioni identiche. L'imprenditore organizza l'intrapresa, de– termina in un certo modo i coefficenti di produzione e cerca di vendere i prodotti nel migliur modo pos– sihile; il capitali8ta invece loca il capitale e ne ri– ceve un frutto od interesse. lo ho già detto per quali rngioni non ritengo nè conveniente nè possibile af– fidare alla collettività la produzione di tutti i capi– tali1 i quali 1 sotto una forma o sotto nn'altra 1 eia• rehbero origi11e a un interesse anche in u11ipotetico Stato collettivista. Per mo la futura org-anizzazione sociale sarà un complesso di imprese individuali e collettive, pubbliche e private. in reci1>rocu concor– renz,t tra di loro; le municipali1.zazioni e slntizza– zioni saranno sopratutto utili per abbattere le posi• zioni di monopolio e per far godere indirettamente a tutti i cittadini le rendite che ne promanano. Non sono affatto, come vuol far credere il 'l't1L'– cato, un armo11ista alla Carey o alla J3astiat. Am– metto che una classe possa avvantaggiarsi, per un tempo più o mono lungo 1 a danno delle altre. Sono così 1>ocoottimista eia pensare che, siccome gli uo– miui sono fisicamente e psicologicamente differenti tra loro ed hanno una diversa capacità. di adatta– mento illl'ambionte, o siccome il reddito sociale sarà sempre limitato, menti-o sono illimitati i bisogni e le voglie degli individui che concorrono alla produ– zione, così la lotta e l'antagonismo (sii~ pure con aspetti diversissimi) dureranno fintantochè tutti i bipedi implumi non si saranno trasformati radical– mente. Per la qual cosa converrà aspet·are un bel po'. J~; facile affermare, come fa i! Turcato, che la naturale evoluzion~ della società, porterà tout court all'abolizione della proprietà privata. Ma le afferma– zioni, per non essere gratuite, devono fondarsi sui fatti e sull'esperienza. La 1>rogressiva democratizza– zione della fabbrica si può argomentare dELmolte– plici esperienze che sono in opera fin da oggi, come i contratti collettivi cli lavoro, le Commissioni di fahbrica, le tariffe, l'inten•ento degli operai nella formulazione dei 1·egola.menti interni degli stabili– menti, ecc. L'abolizione ciel salariato sembra invece una credenza un po' fantastica, dal momento che si può constatare come esso vada mettendo sempre pili saldo radici. L'organizzazione operaia può <lemocra• tizzaro il sistema del salario, ma non sembra adatta ad assumere direttamente le funzioni produttive. È vero che alcuni gruppi di la,•oratori formano qua e IÀ. le Cooperativo di produzione; ma non pare ohe coteste associazioni operaie sieno atte ad assorbire tutta la produzione. Lo stesso dicasi dello aziende comunali e statali, per le quali. opino non esista unn smisurata sfera d'azione. 1~ appunto perchè credo che le " ~ocin.lizzazioni ,, non siano il collet– tivismo; è appunto perchè credo che nè le Coopera– tive, nè le organizzazioni operaie, nò le imprese pubbliche coattive confluiscano nel umì forma uni tal'ia cli prnduzione della ricchezza socinle 1 che ho scritto i miei articoli, il cui contenuto essenziale non sembra essere stato tenuto in sufficiente conto dal mio contraddittore. _ggli ha ripetuto alcune frasi tradizionali senza entrare nel vh·o dPll'al'gomento e senza dimostrare che io ho torto. Per8i1Sto pertanto nella mia eresia bernsteiniuna. preforenclohL cli grau lu11g1L a certa ortodossia semplicista e facilona che s'alimenta di luoghi comuni e cli asserzioni in mas• sinrn parte campato por aria. K M.\RCIIIOI.I. Avete le 1irime tre annate 1 U .A mmi1tistrazw11e della Critica è d1s1101:fl<1 a ricambiare con ,ma qualsiasi successfoa umiata, rilegata, oppure co,i 1m mmo cl 1 abtxmamei1tu, l'im:i-0 che le t•e,1is~efatto della 1a, 21. o 31. an,iata (1891, 1892, 1893) di Critica Sociale fn buono stato di conservazione.

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