Critica Sociale - Anno XVIII - n. 20 - 16 ottobre 1908

314 CRITICA SOCIALE cristiana, poco monta so questo freno moderatore abbia un nome od un altro. Per comprendere come questi preti o cattolici (che noi, per distinguerli, cùiamiamo i p,·eU buoni, e che si intitolano da sè, per contrapposto ai grassi canonici della Curia, i plebei) vivano accanto a noi 1 e partecipino, con giornali e con oratori, tah·olta con atti di audace coraggio e di vera abuegazione, alle nostre battaglie, sfidando persecuzioni e boicottaggi sul:ldoli o feroci, bi– sogna considerare come si comportò il socialismo reg• ginno, e particolarmente Camilla Prampolini, rispetto alla reli'!'iono e al cristianesimo: ed è ciò cbe - la Critica consentendo - farò in un prossimo articolo. G. ZIBOBDI. Suffragio universale, questione meridionale e riformismo Chi vuole dimostrare la giustizia del suffragio univer– sale in un Congresso di socialisti, per convincere il suo pubblico, non ha nessun bisogno di lungo discorso: se non è del tutto privo di buon senso e se non appartiene a quella categoria di seccatori 1 che parlano solo pèr parlare, non deve che richiamare pochi aforismi ge– nerici sulPeguaglianza, sulla libertà, sulla sovranità na– zionale, ecc., ecc ; e ben presto, mediante un paio di deduzioni 1 arriverà come una freccia al suffragio uni– versale. 'futto compreso, anzi, il discorso se lo può pro– prio risparmiare: così gli uditori saranno convinti lo stesso, senza essere annoiati. - Chi, invece, si propone di di mostrare la necessitli del suffragio uni versale, in questo momento, in Italia, come primo indispensabile passo al rinnovamento dell'equilibrio politico e a qua– lunque iniziaOva seriamente e sinceramente ri(orma– trice; e que&ta dimostrazione vuol darla in un Con– gresso, come era quello di Firenze, non solo avverso - ed era bene - alle astruserie dei teorici e dei dot– trinari, ~a anche dirftdente, se non addirittura ostilo 1 per malintese preoccupazioni pratiche, al principio ste.sso del suffragio universale; chi una siffatta formidabile op– posizione preconcetta deve combatterla a furia di argo• meotazioni concrete e di fatti, - è costretto a tenere un discorso assai lungo, la cui stessa lunghezza riescirà a danno della sua causa. Quando poi si consideri che il Con– gresAOdi Jlireoze 1 quando dovè inghiottire una concione cosl sterminata, era stanco e nervoso per tre giorni di discussioni discretamente inconcludenti; e vibrava tut– tora dell'entusiasmo prodotto dalla parola semplice ed eroica di Pietro Chiesa, epperciò doveva riluttare ad ess~re trasrinato su un terreno del tutto diverso; ed era mal disposto, per un insieme di circostanze su cui è inutile insistere, contro chiunque gli parla:ise di Italia meridionale; e non era preparato da una precedente campagna giornalistica ad Msalire il problema intrica– tissimo, a cui era improvvisamente chiamato a pensare; e doveva sentirsi stranamente disorientato da un discor-iO, in cui il programma dei riformisti e della Confederazione del lavoro era criticato senza riguardi, non in nome del sindacalismo, ma proprio dello stesso riformismo; - si deve riconoscere che il Congresso fu anche troppo in– dulgente con chi cosl spietatamente lo martirizzava, che le interruzioni e i segni di fastidio e di stanchei:za fu– rono assai meno numerosi e intensi che non sarebbe stato naturale, e che, tutto compreso - direbbe il nobil uomo Vidal - meglio di C'osì non la poteva andar. Affidando ora alla CriticaS<>ciale il discorso, mi ò parso utile non defraudare i lettori cli nessuno di quei rumori poco lusinghieri, di cui fui, meno di quanto mi meritassi, gratificato presente cadavere: essi sono indici caratteristici di uno stato d'animo 1 n.ncora molto diffuso, e contro cui è necessario che tutti i buoni persistano a lottare. E, avendo messo i rumori avveni, ho dovuto mettere anche gli ap– plausi. u Mettendoli Turpin, li ho ruessi anch'Io ,,. La qual cosa credo di poter fare comodamente, senza la preoccupazione che mi si accusi di vanità, visto e con– siderato che, a conti fa 1 ti, le manifestazioni negative preponderano in misura davvero impressionante so quelle che sarebbero state certo più dolci al mio cuore esul– cerato. Inoltre, alcune parti della argomentazione, che dovei saltare di piè pari per non abusare eccessi\•amente della. henevolonza ostile degli ottimi compagni, le ho resti– tuite in questo testo, diciam così, deflnitivo 1 chiudendole 1 a scanso di equivoci, fra pa·rcmtesi quadre. Così, dopo a\'ere evitato il pericolo di essere linciato in natura, mi sarà più facile .essere linciato in effigie. 0. 8ALVEM1t'l'I. I. La ·dichiarazione dei principi. Le proposte, su cui il Congresso è chiamato a pronunciarsi, si possono dividere in tre gruppi. Al– cune1 e sono le più diffuse, riguardano i principi, la dirnttiva politica, i rapporti fra il Partito e le organizzazioni operaie. Altre si riferiscono al pro• gramma di riforme immediate, per cui il Partito deve impegnare la sua azion~ politica, d'accordo con le organizzazioni professionali. Le altre proposte ri– guardano la tattica elettorale. Sui principÌi che devono essere certo assai male in gambe se ad ogni Congresso sentiamo il bisogno .cli puntellarli, e sulla diretth'a politica del Partito e sulle sue relazioni con la Confederazione del lavoro, dopo i discorsi del Rigola e del Chiesa, mi pare che noi riformisti non abbiamo più nulla di nuovo e di interessante da esporre. Mi contenterò di dire che voterò l'ordine del giorno riformista o di concentra– zione, compresa la dichiarazione dei principi i seb• bene Sflrebbe meglio assai che i principi fossero da noi un po' più sentiti e praticati e un po' meno di• chiarati, corretti e ridich-iarati. E spero che nella valle di Giosafatte mi sarà tenuto conto del sacrificio, che faccio in questo Congresso, votando una dichiara– zione di principi, che certamente nel Congresso pros– simo sarò costretto a modificare. L'accordo fra i meridionali. Sul programma di riforme, invece, che dovrebbero concentrare su di sè l'attività politica immediata del Partito, io sono incaricato di parlare a nome, se non della unanimità, della grande maggioranza dei de– legati delle Sezioni meridionali i i quali 1 mentre sono discordi su ogni aJtra questione, sono pienamente d'accordo nel giudicare errato il programma di ri– forme i"Inmediate proposto tanto dagli integralisti, quanto dai riformisti e daJla Confederazione del la– voro. Questa piena concordia fra i meridionali, i quali non vanno mai d'accordo fra di loro 1 e talvolta avviene che un meridionale non vada d'accordo neanche con se stesso (dsa), questa piena concordia è un fatto degno di nota, e tale da aggiungere peso alle cri– tiche e alla proposta, che sono incaricato di pre– sentare. Protezionismo agrarioe protezionismo industriale. Voi proponete che il Partito dedichi le sue forze a conquistare le leggi sociali volute dalla Confede

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