Critica Sociale - Anno XVIII - n. 20 - 16 ottobre 1908

320 CRITICA SOCIALE FRA LIBRI E H.IVISTE Su,i Congressi cli Jtfo(lenct e Jlfrenze, Porflno i nostri conservatori sono propensi ad nmmet• tere ehe le organizzazioni operaie e socialistiche abbiano uua notevole influenza. sulla \•ita pubblica nazionale. Perciò si capisce come i recenti Congressi di Modena e Firenze abbiano avuto una forte e prolungata eco nella stampa italiana ed estera.. I Congres9i sono sempre Con– gressi, ma quelli dei socialisti e rlegli operai sembrano meno accademici degli altri e quindi godono di più seria riputazione. Sul Congresso di Modena l'ultimo numero della Rivista Popolare (1° ottobre 1908) contiene due buoni articoli dei professori Supino e Oraziani. Il Supino, constatato che il Congresso della Resi·denza tenutosi a Modena costituisce un cambiamento radicale d'indirizzo nel movimento operaio del nostro paese, in quanto il proletariato organizzato comincia a far capire che è ora di finirla colle agitazioni sconsiderate e con gli slanci di solidarietà fuori di luogo 1 osserva: '' cho il movimento operaio possa cessare dall'essere strettameute connesso col socialismo, è asmrdo perfino pensarlo. Esso deve per necessità prefigger::ci, insieme ad un fino pros– simo, che ò il miglioramento con\inuo e progressivo delle classi lavoratrici, un fine lontano 1 che è la elimi– zione del capitalismo con la socializzazione dei mezzi produttivi. Questi due fini, checchè se ne pensi in con– trario1 rimangono sempre i capisaldi di ogni programma di rivendicazioni operaie. L'unico cambiamento che questo programma ha subito nel Congresso di Modena è rispetto al metodo per raggiungere quei due flui. ,, Il sistema della violenza scervellata. e irresponsabile è !:ltato abbandonato perchè si ò cominciato a capire che gli scioperi hanno una loro tecnica speciale, fatta di sagacità, di calcolo, di ponderazione; si è cominciato a capire che, per attuare una società in cui il lavoro abbia la più completa supremazia e ad esso siano subordinati gli strumenti della produzione, occorre che il proleta– riato possieda maggior coltura e educazione più raffi– nata. " Non c'è infatti nella storia esempio di una classe sociale che arrivi stabilmente al governo della cosa pub– blica senza offrire garanzia della sua superiorità. di fronte alla classe sociale che vuol soppiantare. " Q11esto cambiamento nell'indirizzo tattico, non che segnare L'ora della morte del socialismo, segna l'inizio di una nuova vita, che potrà tornare a vantaggio non del solo pro– letariato, ma anche della borghesia colta e intelligente. Il prof. Oraziani giudica pure assai favorevolmente il cambiamento della tattica, avvenuto in seno alle orga– nizzazioni operaie sopratutto per merito dei riformi'lti e della Confederazione del lavoro, e dice che ciò ò in– dizio confortante di maggior educazione e benessere delle organizzazioni stesse. " Ciò che è più confortevole è l'indirizzo realistico delle lotto dei lavoratori, la mag• gior coscienza dell'entità dei procedimenti attuati ed attuabili, il che è sintomo e conseguenza della condi– zione odierna più prospera della classe operaia. italiana. Il progre!:lso della produzione si associa a progressi della distribuzione e, se molte altre aspirazioni legittime dei lavoratori devono ancora conseguirsi, è sensibile l'incre– mento pur nel rispetto educativo e morale, che alla sua volta è fattivo di benefizi economici e morali ulteriori. " Queste le constatazioni di studiosi sereni ed impar– ziali, che valgono a confutare tanto le asserzioni dei rivo– luzionari catastrofici, pei quali le classi operaie sarebbero destinate a cadere sempre più nella miseria e nell'ab– brutimento, quanto le asserzioni dei conservatori miopi, pei quali lo organizzazioni non avrebbero altro scopo che di assicurare gli stipendi ai segretari delle Leghe e delle Federazioni. Sul Congresso di Firenze i commenti furono anche più abbondanti di quelli fatti in occasione del Congresso della Resistenza. Alcuni di questi commenti avrebbero voluto essere l'epicedio cantato sulla tomba dell'ormai defunfo Partito socialista italiano. Ma, evidentemente, si trattava di epicedi e di necrologi per lo meno un poco intempe1-1tivi. li Partito socialista italiano 1 liberandosi di una parte del suo bagaglio teorico, e precisamente di quella parte che si ispirava alla filosofia del catastrofismo fatalistico, ha aumentato le proprie energie vitali ed ha immerso il proprio icle,dismo nella realtà pratica del movimentù operaio. Tu questa trasformazione osso ha rinnovato il gesto d'Anteo che, toccando la terra, riacquistava no– vello vigore. L'unica cosa che può lecitamente affer– marsi è che la sua fllosofla ispiratrice non è più quella del fatalismo, sibbeno quella del volontarismo. Cosi il socialismo ha cessato di essere " uua necessità storica inevitabile 11 per diventare la creaiione continua di una classe che, con isforzo cosciente, cerca di raggiungere un dato fine. Quauto ai risultati più specifici delle passate Msise floron!ine, a noi sembra che, accanto alla più intima fusione avvenuta tra Partito e Confederazione del lavoro e alla irrevocabile sconfessione del sindacalismo rivolu– zionario (ormai condannato a riso! ver.:ii nella sterile protesta e nell'azione prettamente anarchica verso cui gravita a grandi passi), esso abbia· segnato la fino di quel madornale equivoco, inte9suto di sofismi, di para– logismi, di falsi concetti 1 di distinzioni assurde, che aveva preso il nome di integralismo. Veramente l'Avanti I mor• gariauo, in limine mo,·tis, ha cercato di dimostrare che a Firenze l'unico triouratore ò stato l1integralismo. Ana– loga dimostrazione tenta di fare Frar>cesco Ciccotti sul numero della Rivista Popolare già citato. Ma qui 1 con fraseologia romantica, è il caso di dire che le ragiooì del cuore valgono spesso piì1 di quelle della mente. t sempre bello vedere i genitori sagriflcar.:1i per i propri figli; e perciò il Morgari e i suoi accoliti meritano lode per la difesa eroica della loro fantomatica creatura. Il Ciccotti cerca pure, nel suo scritto sulla Rivista Popolare, di definire il metodo" rivoluzionario n in op– posizione a quello riformistico. Secondo lo scrittore in parola, il riformismo, per ottenere le riforme, si accon– tenterebbe sempre ed esclusivamente dell'azione par– lamentare, mentre il metodo " rivoluzionario 11 consi– sterebbe nel non rifuggire dall'azione popolare extra– parlamentare quando quella in Parlamento non riesca. Senonchò, posta la questione in questi termini generali {che tuttavia ci pare rispondano al pensiero intimo del Ciccotti), si può obiettare che il riformismo non esclude a p1·iori alcuna azione, e, purchè il gìuoco valga la candela, esso è disposto a ricorrere anche all'opera della pressione extraparlamentare. L'importante è che si tratti di agitazioni sensate, fatte a tempo opportuno, e che diano garanzia di condurre a un l'isultato pra– tico, sia sventando una minaccia reazionaria, sia prepa– rando al proletariato organizzato posizioni più vfl.ntag. giose di lotta e di conquista. A questo patto il rifor– mismo (che non aspira al suicidio) non rinnega qual• siasi azione extraparlamentare e non si rassegna ar– fatto a vedere le proprie riforme soltanto e perpetua– mente elencate sulla carta. Il Congresso di Firenze ha pure avuto una larga ri– percussione nella stampa estera, specialmente francese e tedesca. Un breve ma succoso commento troviamo negli ultimi Sozialistische-Monatshefte (8 ottobre 1908). In questo commento il Bloch constata il successo del riforrni~mo italiano e dice che l'importanza del Congresso di Fi– renze va oltre i confini d'Italia. u Ciò che l'li è trattato a Firenze riapparirà senza dubbio nello sviluppo dogli altri partiti socialistici, flno a che si sia raggiunto uno stato di equilibrio e la politica sociale della classe la• voratrice poggi sulla teoria e sulla _pratica riformi– stiche. 11 Il Bloch promette che la sua Rivista ritornerà presto sull'argomento; noi, so sarà del caso, faremo cenno ai lettori della parte sostanziale dell'articolo dei Sociali- stische-Monatshefte. e. m. Avete le prime tre annate 1 L' Amministrazio,ie della Critica è disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva unnata, rilegata, opp1we co,i un anno d'abbonamentu, l'invio che le venislle fatto della l'\ 2a o sa annata (1891, 1892, 1893) di Critica Sociale in buono stato ài conservazione. GIUSEPPE RIGA.MONTI, gerente responsabile. Milano, 1'1/101908 - Tlpogratla Operai (Soc. coop.), via Spartaco, 6.

RkJQdWJsaXNoZXIy