Critica Sociale - Anno XVIII - n.17 - 1 settembre 1908

CRITICA SOCIALE 261 e della !lpeciale voluttà che si prova a giudicare gli uomini e le cose dall'alto di una concezioue filosofica fumando .... spassionatamente una sigaretta. l\fn, anche accettando - e speriamo per l'ultima volta - di dar fondo all'universo, nella preparazione eletto– rale, noi vorremmo che salis!lero alla dignità di simboli rapprosentativi di tutte le migliori nostre preoccupa– zioni quei problemi fondamentali di civiltà che sono quasi fradici 1 a forza di esser maturi. Noi vorremmo che si acclimata~~e, nel nostro paese, questa semplice, ma as5:ai prosaica idea, che non si può più seguire l'esempio di quel tale - na.poletano, se non erriamo - che costruiva castelli ..... in cielo, con due soldi del– l' uArgentina n in tasca. Milioni occorrono per la scuola primaria, per la scuola popolare superiore, anche per le scuole di più larga cultura e di preparazione sociale; milioni occorrono per i fanciulli che devono essere sot– tratti al lavoro preccce e alla vilL 11 mala suaditrice 11 ; milioni occorrono pei maestri e per gli edifict scolastici i milioni per diffondere la coltura agricola moderna, per trasformare le culture, per difendere e diffondere la cooperazione di produzione, di lavoro e di consumo, milioni per i consumi a buon mercato, milioni per le pensioni e le malattie e l'assistenza pubblica rammo– dernata, milioni per i bilanci, in cui vi è un briciolo di ricchezza in potenza, milioni per la redenzione in– tellettuale e economica delle regioni io cui - per ra– gioni storiche - Ri sono arrugginiti gli ordigni della autonoma e redentrice azione dei gruppi e degli in– dividui. Noi siamo cosi convinti dell'assoluta necessità di im– postare la richiesta di denaro por tutte le opere di vero e proprio incivilimento 1 di messa in valore di un ca• pitale, di una ricchezza inutilizzata, che giungiamo persino all'eresia di non farne un contr 1 altare delle sp~se militari. Resti pure integra - e come potrebbe essere altri– menti? - la nostra sacra indignazione pei milioni sot– tratti al paese, per una politica militare sperperatrice e superiore alle capacità del paese stesso; ma rinun– ciamo oramai a far passare le riforme che costano per questa via, che ci rimane e ci rimarrà chiusa, per le vittorie colte nelle nostre agitazioni antimilitariste. Noi non saremmo alieni per ciò da una politica in– tesa ad accrescere la potenzialità del bilancio italiano col preciso obbiettivo delle maggiori dota·,doni dei bi– lanci di agricoltura, istruziono 1 lavori pubblici. I nuovi gravami, pioventi sulle spalle delle classi reddituarie, potrebbero avere la virtù - forse essi soli - di ri– chiamarle a una politica militare meno spagnolesca. Ma tutto ciò ti detto - lo si intende - solo a mo' di esempio. Per effettuare solo una parte delle nostre vedute occorre una forza, e q_uesta forza è semplice• mente da creare. La migliore tattica di questo momento storico deve e'lsere rivolta, non ver,,o una vittoria che r.ppeua accenna da lungi, ma verso una concentrai.ione delle nostre reclute, disperse da cause intime più che eia urti esterni. Dobbiamo ricontarci, rianimare le speranze, susci• tare nuove fedi, ridivenire il centro di attra'1.ione, 1.100 tanto degli affini infidi del Parlamento 1 quanto degli affini che sono cosi numerosi nel paese e che non at;. tendono che un segno di energia e di saggezza. Il resto verrà poi. Per ora rinunciamo, e per qualche anno, alla palingenesi. Ripigliamo il piccone, prepa– riamo il primo scalino e ricominciamo a salire. Grnuo CASAUNL SUFFRAGIO ELETTORALE e « coscienza politicct ,, Altri argomenti urgono in quest 1 ora e invogliereb· boro a dis,.,utere 1 meglio che questo del suffragio universale, per il quale si prova oggi, credo un po 1 tutti, una certa fatica a disn.bituarci dalla benevola d iffidcnza di ieri. i\l{l tanl 1 è: la " virata di bordo n politica ci ha portati in così alto e magnifico mare, e si grida oramai da tanli dei più abili nocchieri che solo là ò il segreto della salute e del rinnova– mento, che forse il doverne parlare passa oramai in prima linea. ro non nego quello che altri afferma. con bella si– curezza. (:redo, !-Oltanto, che la benevola diffidenza non possa convertirsi d'un tratto nella pili entusia– stica e incondi1,ionata delle adesioni; e che sia per– tanto opportuna farla passare, ili precedenza, attra– verso un lungo e serio lavoro di vag-lio critico, che ci faccia hen convinti dell'opportunità del salto che si propone. Di questo vaglio abhii1mo avuto un saggio poderoso nell1ultimo numero della Critica, con l'arti• colo di Anna Kuliscioff, giovenilmente sempre alla nvnnguardia . .Ma poichè la discussione è aperta, e queste colonne unzi l'invocano - non è vero? - ampia ed esaudente, non parrà inutile il 1>roseguirla col contributo di qualche altra considerazione cri– tica. [ntanto, del suffragio universale □on tutti sono fautori per le medesime ragioni e in base agli stessi fondamenti dottrin~li e pratici. Questa distinzione è 1>rel1minare ad ogni indagind positiva. 1 dottrinarì del suffragio uni\'ersale - l'on. )Ji. rabolli, ad esem1>io - pog-giano il suffragio sul con• cotto del diritto astratto dell'uomo cittadino in quanto rappresentante di una particella di sovranità nazio• nale. Ma il diritto, come diritto 1 è riconosciuto fin da ora. esiste virtualmente anche adesso. A nessun cittadino è precluso, invero 1 dopo il trionfo della ri• voluzione borghese, il diritto di diventare elettore. Ne consegue che ognuno sia sin dal nascere elettore? geco dunque ll'Ht prima condizione limitatrice: quella dell'età. A proposito: che forse a qualcuno, di t1·a le associazioni e federazioni giovanili, non potrebbe un giorno o )'nitro venir la fregola di inscenare una agitazione per un suffragio universale più vero e mai:;giore, chiedente che siano abbassati i limiti dt:1- l'età elettorale a 18 o a 1G anni, o, se sindacalisti i proponenti (chi non è un po 1 aiudacalista nelle fasce, o gii1 di lì? 1, a meno ancora? AI tra condizione posta dalla leA"ge elettorale vi– gente è che l'aspirante all'elettorato sia munito della licenza di proscioglimento, o abbia sostenuto vittoriosamente un esame, conispondente su per giù a quello di proscioglimento, dinanzi al pretore. È una condizione quest'ultirnn, della medesima natura di quella del limite dell'età; intesa cioè del pari ad esprimere un criterio o uua presunzione di maturità; e, come l'altra, non vulnera affatto il principio del sulTra:.rio uuiversulc, che sHrehbe, senz'altro, attuato, so l'obhligatorieti\ dell'istrnzione elementare non fosse soltanto scritta sulla carta. Codesta seconda condizione imposta dalla leg~e, oltre che prC8UDziooe di maturità, diventa in certi cttsi l'espressione dì uno sforzo rite11uto neccs::iario all'elfettiva maturazione ed estrinsecazione del diritto. In altri termini, grazie a questa condi'.~ione, o si ha una certa pl'0\'11. di ma• turità o si slimola il cittadino a compiere uno sforzo volontario, che, se fatto, ancor più attesta della sua maturità, della sua e1à maggiore intellettuale e po• Jirira. Così tutto le reclute elettorali, che passano attra,•erso gli esami dinanzi ai pretori, rappresentano forse, in genere, il meglio della massa elettornle

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