Critica Sociale - Anno XVIII - n. 11 - 1 giugno 1908

CRITICA SOCIALE 165 i quali ben volentieri ol seguiranno nella nostra azione a diresa degli interessi della maggioranza dei cittadini. J noltro non conviene dimenticare come nel aeno 11tesso della clnsse degli esercenti, per mezzo clella costituzione del cosldetto partito eco11omico, si sia determinato un movimento nel senso conservatore. li partito economico ò stato utile nel ehiarlro la situazione, in quanto ba senito da magnete per attrarre nell'orbita conservatrice molti di quegli elementi grigi e ambigui, I quali ernno lntlmament,:, conservatori, sebbene votassero per i demo• erotici. Orbene, con una piattaforma realistica o attra– ver.ò!O Il filtro di una politica a difesa degli interessi della maggioranza, non si potrebbe continuare l'opera di epurazione della democrazia milanese? Non si po– trebbe liberarla di tutte quelle scorie Impure, di tutta quella zavorra ingombrante che finora l'ha molto im– pacciata nei ijUOimovimenti? Non sarebbe questa un'o– J)era. utile non soltanto per l'anenire della democrazia, ma anche per quel lo del socialismo? JL programma, che noi Intendiamo agitare di fronte all'opinione pubblica, è tale da poter essere pienamente nccettat.o da una democrazia sincera e innovatrice. Perchò i socialisti non debbono porgere una mano a quellt tra i democratici, I quali intendono formare un partito che efficacemente agisca nell'interesse delle clessj popolari? O si dovrà. dire che a Milano non attecchirà mai un movimento genuinamente democratico e rhe la democrazia me11eghi11a sarà l'lempre quella del portinai, dei beccai, dei tripJ)ni e degli affetta.tori di salame? 'l'ra i democratici milanesi vi sono clementi gio,·aoi e professionisti valorosi, i quali non aspira.no che !\. pren– dere Il sopravvento su quelle correnti tradizionalistiche che e\ sono imbozzacchite nella contemplazione di idea• lità tr:imontate o che btm poco capl!!cOnodolle necessità della vita politica attuale e della comple1:1sltàdel movi– mento ecooomico•sociale dell'Italia contemporanea. A. cotesti elementi, che sono pienamente consapevoli delle bai:11 su cui bisogna assidero una democrazia che sia una effettiva rorza operante e non un puro flatus vocis 1 è opr,ortuno venga agevolata l'opera di rinnovamento. Come non al schiererebbero essi con calore e con entu– siasmo attorno ad una bandiera che porta scritto: " di– fesa degli interessi della maggioranza ,, ? Come dovreb– bero i radicali milanesi, similmente a quelli di qualsiasi altro J>aese, sminuirsi o sfigurarsi nell'attuazione ap– punto di uno dei postulati della democrazia? Se io tal modo si staccherà. dall'albero un qualche ramo secco, nel tronco rifluiranno llO\•elli succhi fecondatori; il mo– vimento si purificherà, si integrerà di energie giovani e sane, che potranno essere utilizzate a.llorchò Il Comune verrà strappato alle mani dei clerico-moderati. Polchè, a parte ogni altra considerazione, ml pare che coloro, I quali sostengono la tesi Intransigente, non pensino all'avvenire. Salvo che, infatti, non si voglia contrlbuire a dift\mdere l'idea sindacalistico-rivoluzio– narla della assoluta insolidarietà tra le classi, della ne– cessità di tenere immune li proletariato dal contatti borghesi, che non possono avere che effetto pervertitore e corruttore; !!alvo cbe non si voglia rafforzaro il pre– giudizio cbe i partiti iotermedt sono destinati a sparire por far posto ai due famosi blocchi, l'un contro l'altro armati i salvo che non si pensi che la democrazia sia rondamentalmente impotente a tener fedo al propri prin– cipi, e che di conseguenza sia un organismo in decom– posizione, di cui bisogni affrettare la fine; salvo che non ei supponga che 11partito socialista locale acquisti, in quo.lche anno o qualche lustro, tali forze e capacità da J)Otere da solo etroltuare la conquista del Comune e tenersi al potere senza venir meno al proprio pro– gramma; ò facile tJrevodore che i clerlco-moderati non capitoleranno e una nuova amministrazione non si in– sedierà <lluevolmeute a Palazzo Marino, se non mercè gli sforzi congiunti e solidaH dei eocialistli dei radicali e •lei repubblicani. Ed anche In quella congiuntura, un'ottima piattaforma sarà certamente la politica del consumi, perchè purtroppo in una città dinamica e a forte immigrazione, qual ò la capitalo Iombarda 1 il feno– meno del carovivere è destinato a intensificarsi ed acu– tizzarsi anzichè ad afllevolirsi. · Ma, allora, perchè non addivenire subito a quell'ac– cordo, che fatalmente si Imporrà. anche nell'avvenire? Perohè dare questo spettacolo di intransigenza quando I vantaggi di uu simile atteggiamento sono molto J)ro• blematici ed impalpabili, mentre i danni e le ripercus– !iionl sfavoreyoJi possono farsi sentire, sia nelle non molto lontane elezioni politiche, sia in altri siti ove oggi amministrano I popolari? E come deve compiersi l'educazione politlca clelle classi popolari e lavoratrici, attraverso queste continue altalene o questi bizzarri zig-zag nelle questioni di metodo, che spesso hanno maggiore importanza cli quelle di princlJ)io? Perciò io (senza rar parola di quelli cho predicano l'intransigenza per apriorismi, ripicchi o antipatie per– sonali), contrariamente all'avviso di molti riformiatl, credo che aocho con un progràmma a difesa del con– eum&.tore1 anzi in base a questo prog,·amma, si pos9a fare l'unione dei partiti popolari. Jn questa unione alla de– mocrazia milanese sarà pòrta occasione di raffinarsi, di av ~icinar3i alle sue caratteristiche ideali, con grande vantaggio anche poi movimento socialista, e si prepare– ranno I germi delle future immancabili vittorie. ETTOR~~ MARCHIOLt. LA POLITICA DEICONSUMATORI Non infliggerò all'amico lettore una nuova mani– polazione dì quei problemi del consumo, coi quali lo ho annoiato, da un anno in qua; ,•oglio solo fare alcune o~servazioni sul divulg-arsi odierno della politica. dei consumatori nel campo elettorale. Curiosa la fortuna del " consumatore ,, ! Per molto tempo non se ne volle sentir parlare. Rammento che, quattro anni fa, quando in seno al partiti popo• lari si preparava il programma delle elezioni ro– mane, una mia proposta di far capo ai consumatori fu respinta ... proprio da socialisti. Forse influì una confusa impressione di ozio infruttuoso che rimaneva appiccicata alla paroln, mentre la figura del lavo– ratore è così nitida. ed estetica ... anche nelle réclames dcll'Avauti! Ma i tempi mutarono, e, nella Critica di ma.ggio dell'altr'anno, ripresentando la proposta per le •·innovate elezioni, potevo scrivere, senza taccirL d'eresia, che " la 1>olitica municipale va ripresa e ristudiata e imperniata sulle questioni di consumo.,., Questa volta l'idea attecchì e la lotta si condusse facendo (se ne parlò nei discorsi e noi manifesti) la politica dei consumatori. Qualche maligno scrisse che tutto l'imparaticcio teorico messo fuori non era altro che la " filosofia pratica ciel blocco ,,, ossia un congegno per giustificare le alleanze popolari. Per fortuna, Schhwi e gli altri valorosi dei Gruppi milanesi mi assolvono, servendosi della stessa impo– stazione di. concetti 1 per trarne conclusioni affatto contrarie e giustificare l'intransigenza socialista. La chia,•e della apparente contraddizione sa1·ebbe nella diversità degli amhienti locali: a R')ma il ceto ilo·

RkJQdWJsaXNoZXIy