Critica Sociale - Anno XVIII - n. 8 - 16 aprile 1908

118 ORI1'.ICA SOCIALE LACRISI DEL SOCIALISMO MANTOVANO YI. La giostra intorno allr ]Jeghc - llinistrriali-..1110 e ;rntimini..,trrialismo Lahriolismo e !-<fal'elo. IL cnrattoro J>iù saliente di tutto il famigerato feno– meno dolio tendenze - le • maledette " clell'nmico .Morgnrl - fu l'equivoco enorme, butro n un tempo e repugnnntc, per cui, In un incrocio e in un'illusione strana di luci, il bianco parO\'& nero, il rosso J)are,•a verde, Il democratico sembrava rivoluzionario, il socia– lista autoutlcamento proletario o flloproletario era stl• mato poco più che un radicalo roseo e domestico, e così via. L'astuzia elci capi (astuzia più spesso istintiva che consnpovolo), l'nbllitì~ con cui sbandieravano dinanzi alla folla lo frasi più reboanti o 1>regne di equivoco o i vessilli più variopinti, creava un daltonismo auricolare o visivo nolle masse, più cho mal propizio alla babele delle coscienze o dei giudizi. Il ratto, di vastità generalo In Jtalia 1 si specializzò o divenne tipico nel Mantovano, imperniandosi sul caso concreto economico-prololarlo delle Leghe. Questo movimento di popolo campagnuolo, schietta– mente plebeo, cho poteva divenir piattaforma e ba.;o di una vera vitalità o di una solida e larga azione socia• lista o veicolo unico di parola e di coscienza nuon tra mllionl di italiani esclusi fln qui dalla storia e dalla vita nazlonalo, non trovò net socialisti ufficiali doi Cir– coli gli appoggi, la guida, lo stimolo e il freno, Il cer– vello lnsommu, cho gli era dovuto. E Il peggio ò questo: che coloro che so ne occupa– vano con amore, che affermavano esser ivi la sostanza o il terreno voro di un movimento e di un'opera socia– lista, cho gridavano esser tompo che i Circoli abbando– nas:mro la pura azione elcttorn.lo (al tempo delle olo– zioni, R'lntendo ! Avessero almeno compiuto quella quo• tidiana e paziento delle Inscrizioni!) e la ,,otnzlono di vibratis'liml ordini del giorno, per scendere a mescolar,,i in mez10 nlla massa rurale, e trovar tra quella i soldati onde riempir I quadri del nostro esercito, ricchissimo di generali o ufflch,11; che prcrt\cavauo che questa ma-.sa non doveva esser 11ostl'a solo nel giorno d'andar alle urne, ma esser nostra ed ossor sua tutti i giorni, In un lavoro concreto di migl\oramon1.i materiali - qucRli erano Indicati come i socialisti più tiepidi, più aristocra– tici, più lnlollottuall, che è a dire, pili lontani dal po– polo; e gli altri, che guardavano alle turbe contadine che ingrosuvano i ruoli dello J.,eghe, come a maadre di pecoro Incoscienti e irreduclbili; che s'occu11avnuo unicnmonto del problemi d'alta politica e di tattica pro e contro Il Ministero, e avrebbero data la cassa della Federazione pro,•inclalo dei contadini per un ·bell'arti– colo contro il Governo, costoro erano i socialisti pii 1 avanzati, più u caldi 11 , più veri e maggiori 1 e più vicini alla " grande anima popolare 11• Nel che, di vero, c 1 ò questo: elle anche il popolo delle r.,eghe, per quanto istintivamente seguisse noi riformisti noi suo lavoro d'umile organizzazione economica, CO· vava nell'anlml) la nostalgia chiesastica, ratta di pi– grizia, dello l{rnndl frasi, dello grandi que;tioni, dello astrazioni lontane. Poter abbattere Giolitti, concepito come simbolo di tutta la Rocietà. borghese; far un colpo solo, contro un nemico vago e lonta110 1 anzlcbò lottare pazlentomonte, oscuramento contro i tanti piccoli Gio• littl vicini del reudalismo rurale: che bazza, cito sogno, cho l<loalo ! E I dema~oghi, conscli ed inconsci I, cho lo snJ)evano, como,romentavnno questa tendenza, che più tardi dovo,•a crescere in frutti di stanchezza, di sfiducia e di sfacelo! . . . 1-:'tidlo Hernaroli, come segretario della federazione provinciale, chi scrive, come direttore della Nuoca Ten-a 1 Regultarono, tra il 1902 e il 1903, nell'opera di tener vl,•o od unite lo rJeghe, contro i pericoli e contro i nemici o,torni cd Intorni che !o minavano. Di dontro, Infuriavano o incominciavano le polemiche con la llcmocruzia sociale <la un lato e con le frazioni rivoluzionarle dall'altro; di fuori, imperverimvano le discuislonl di tattica, pro e contro il .Ministero, pro o contro Il 111etoclo 1·it 1 oluzio11ario allora teorizzato dal Ferri, pro o contro una quantità di cose, e di nomi ohe pare– vano CO'I0 1 lo quali tutte, rlporcotendosi nelle ;iedl del nostl'i Circoli socialisti. Il appassionavano, li nssordn– vano dl rumore. li clh!traovano - anche se no ave~sero avulo ,•oglla - dnl lavoro della organizzazione conta.– dina. Ricordo, non a titolo di Ironia, ma di cronaca psil!o– logicn, ti ch\llASO che sollevò Il vetrifragio dell'on. ~•erri alla Camera. 1 Circoli s'adunavano, discutevano se il vetro or1\ stato o meno ben rotto, strologavano sulle ri• percus'Jlonl cito avrebbe n,·uto nella politica Italiana, vedevano già Il ::\lezzogiorno in fiamme, sulla ,•la della sua redenzione! E pur ,·'eran tante Leghe di birolchi tla ronclaro, da assestare, tanti registri di Associazioni da metter In ordine, afflnchè anche quell'umile aritme– tica J)roletarla non diventasse un'opinione politica! Ma quando I rirorml.\ltl dicevano che - a parto il grande equivoco che c'era sotto - quelle questioni di tendenza e di tattica non ,·alovano una Lega di brac• cinnti, e oho RJ)poggiaro o no un Ministero ò un epi· sodio da nulla lu confrJnto del grande ratto pregiudi· zinlo doll'orgnnlzzazione economica che mancava; o che noi l\lanlovnno bisognava posporre qualunque altra di– sputa al dovere urgente e immediato di organizzare e consolidare quella mirabile e quasi spontanea fioritura di Leghe, o Irrobustirla. contro il vento della naturnlo reazione l)adronale, e coltivarla, e tenerla ,•ivn, perchè, caduta al suolo, per parecchi anni non sarebbe risorta: I rivoluzionari dei Circoli strillavano che noi tenta,·amo distrarre le mas:m dal considerare le questioni di ten– denza, certi che il popolo cl avrebbe dato tnrto;t perrhò trionrasse la nostra.; strlllavauo ancbè - o mormbra– vano che noi non avevamo sufficiente dererenza p!!r il nostro concitta,lino illustre, che tanta efficacia eserci• tava nel mondo politico italiano. Sicuro! Uno 111 sciovinismo 11 puerile, un orgoglio cam• paniliiltlco Idolatra, ohe t:nrico Ferri involontariamente tieu vivo col suo pre11tigio e col suo fascino (o questo ;\ sun scusa), ma che non ha mal volontariamente operalo o pensato a combattere (e questo a suo carico), me~co– lava i suol luftu,si meschini in questioni coiil gra\'i e cosl alto! ... Ma al falllrnonto del riformismo applicato al movi– mento campognuolo lavoravnno anche i rlrormlstl. r,; (quest'ò Il più curioso!) per un errore eguale a quello del loro avversari. Il tentativo di una disciplina teutonica fatto dal Ber• naroll, il quale esigeva. dal contadini, dai segretari m Leghe, cb'essl A.J)prezzassero e facesser.> cose cui non erano avvezzi; che tenessero In regola i conti, che fa-

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