Critica Sociale - Anno XVIII - n. 5 - 1 marzo 1908

CRITICA SOCIALE 67 è perchè coteste irlee-forze - sosteuute nel paese da nuclei <l'interessi coscienti -- temono o sdegnano di irrompervi risolute. La Confederazione nazionale del lavoro inrl.irà per la fine del marzo un grande Con veg-no operario e politico in Roma; un Convegno necessariamente preelettorale. ì\[a essa mo!Strerebbe di aver troppo deficiente il senso politico 1 ove ne limitasse l'ob– bietto alla q nestione dell'amnistia, che ne susci– tava l'idea. L'amnistia non può essere che un episodio se– condario ed effimero nell'azione che s'impone o~gi al proletariato italiano. Nè potrà averne successo la richiesta, ove non s'innesti e con~iunga cou un pensiero ory:anico e maturo sui conflitti fra capi– tale e lavoro, sulle loro, sian pure provvisorie, ma progressive soluzioni. È dunque tutto il prohlema proletario, nelle sue connessioni inevitabili, che bi~ 1 so~:rna porre e<l imporre. (I) I I partiti 1 che veg·gono nella ascensione proletaria il prelrniio e la conrlizioue <li una nuova civiltà migliore 1 per vperare come poderoso reagente nella. prese1.1te stag·nazione politica, non hanno che un solo rlovere: quello <li pensare, <li affermarsi 1 di ~gire; il dovere 1 insomma, di esistere. LA CRITICA SOCIA[,E. (I) H!ch!amlamo qui li nostro articolo nella C1·tt1c1i ctel 1° rellllra!o: " H pi,1ì gra11ae blocco "' RITORNO DA BISANZIO A Bisanzio, dunque, nel nome del Signore che è nei cieli e sull'ordine del giorno del Governo che è in terra, banno vinto i deputati di Sua Santità. I parroci, ohe nelle provincil3 lontane si affaticarono a raccogliere pro– teste di contadini analfabeti e di beghine inacidite negli esercizi di pieta, 1>ossonodichiararsi soddisfatti e iniziare il lavoro di propaganda elettorale a beneficio della mag• gioranza cristianissima. Per ora nessun terrore apoca- 1ittico si abbatterà sulle case umane e nessuna mano ,•iolenta di eretico strapperà alle madri i lattanti bat– tezzati. Diocleziano Ilissolati e Domiziano Turati non si macchieranno le mani di sangue innocente. E Pon. San– tini potrà risparmiarsi il fastidio di partire in crociata per la fede 1 come il prode Anselmo della ballata me– neghina. La croce ha vinto, le forze dell'inferno non prevarranno. B il catechismo - o italiani -, un anno dopo la morte di Giosuè Carducci, sarà insegnato nelle scuole a richiesta dei padri di famiglia, ai quali ht mo– rale cristiana concede di violare, con molte altre cose, la volontà dei figli inconsapevoli. Per ottenere codesta vittoria sul male, ai sono elette e stampate molte cose. Si sono estratti tesori di cita~ioni dai polverosi archivi di Montecitorio, si sono evocati fantasmi illustri, si è confusa la scuola laica con la scuola atea. La Massoneria è stata additata un'altra volta al disprezzo delle genti. La Scienza e la Fede sono state raffigurate come due buone sorelle, non d'altro deside– ro§e che di procedere d'accordo verso la felicità umana. L'Italia è stata vituperata come la scimmia della Francia. La tradizione d'indifferentismo religioso, che faceva degli Italiani un popolo privilegiato e rispettabile, è stata rin– negata. e, con essa, tutta la grazia e tutta la luce della nostra origine pagana. Infine - e non se ne poteva. fare a meno - è stata invocata la eterna aeccatrice 1 la Morale. Non ci occupiamo delle citazioni, nè degli illustri an– tenati sempre più degni di dormire nella polvere del- l'oblio, nè di coloro ohe banno mostrato di erodere che la scuola, estranea ad ogni affermazione dogmatica, fosse sinonimo di una scuola-comizio, dalle pareti tappezzate con le caricature di Ratalanga, e sonora di declamazioni contro il dio del Vaticano. In quanto alla :Massoneria, notiamo - dopo aver debitamente dichiarato di non esserci incappucciati in nessuna loggia e di non aver mai pugnalato un fantoccio di stoppa - che la Masso– neria da troppo tempo fa le spese della stampa e del– l'eloquenza dei clericali. La frase II c'est la (aute ù "Vol– taire,, sta.per essere sostituita con un'analoga imputazione al grande architetto dell'Uni\•erso. I giornalisti, che pescano paradossi nei libri di Mir– beau e pseudonimi in quelli di .Anatole France, e che in Italia vorrebbero cospirare per rimettere sul trono gigliato cli San Luigi il duca d'Orléans, ci assicurano che, se la Francia non avesse attuata. la legge della Separazione, !'on. Bissolati non si sarebbe deciso a pre– senture la sua rea mozione. Ora, se il plagio è permesso in letteratura, percbè non dovrebbe easere permesso anche in politica? In Francia, dove - sia detto in parente:oi - splende la più vasta fornace di idee che sia nel mondo contemporaneo, la legge della Separazione è stata im– posta da.i tempi, che non consentono, come sembra ai paladini della libertà cattolica, una Chiesa di Stato ar– mata contro tutte le altre e, come avvenne ed avverrà sempre in Italia, contro lo Stato medesimo. Sui rapporti intercorrenti tra fede e scienza, potremmo citare i roghi della Santa Jnquisizione. 1\ra la retorica è esclusa. Non rima.ne che interrogare il padre Loisy e don Romolo .Murri. E, tutt'al più, trascrivere l'anatema lanciato da Leone XIH alla Vita di Gesù di Ernesto Rénan: "·intrapresa folle e repugnante al senso comune degli uomini, a ogni principio di ragione e di sana scienza, scritto per mettere in gioco le macchinazioni infernali dell'incredulità, del razionalismo e del libertinaggio. ,, La tradizione cattolica dell'Italia è 8tata rimessa in circolazione con la solita formula dell'italianità. del Pa• pato, e della gloria della nostra arte dovuta ai pontefici d'altri tempi .... Ma, via, finiamola con codeste eterno rimasticature e risparmiamo almeno la storia d'Italia, che ba cessato di grondare sangue e lacrime soltanto dal giorno in cui fu aperta la breccia di Porta Pia! Jler l'arte è altra cosa. Se la gloria di una religione, o di una setta religiosa, potesse essere considerata dal roseo punto di vista dello sviluppo artistico nel tempo in cui quella religione o quella setta religiosa. tennero il dominio degli spiriti, il mondo doHcbbe essere ancora pagano. In duemila anni di storia cristiana fiorisce an– cora. nelle gallerie e nei musei del Vaticano, su tutti i sorrisi, il sorriso dello statue pagane. E le colonne dei templi eretti al fosco nume semitico furono foggiate di puro marmo pario e pentelico, per gli dei " falsi e bu. giardi ,, di Roma. Alle signore, che hanno firmate petizioni in nome della morale, cioè contro l'insegnamento laico, v0rremmo domandare come passarono il tempo ieri, dalle cinque alle sette .... Ma noi sappiamo che la morale e la virtù sono il frutto della nostra ipocrisia e della nostra vanità, o variano secondo i tempi 1 i climi, i paesi. Le religioni hanno una loro morale codificata, che non per questo cessa d'essere falsa. La miglioro morale è quella ohe non ba idoli, nè altari, nè sacerdoti, quella del dovere e della solidarietà umana. Ricordate la scena stupenda. con cui cominciano i Miserabili di Yictor I-fugo, fra il vescovo Myrlel e il vecchio convenziona.le morente nella solitudine? Il vescovo è accorso al guanciale di colui

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