Critica Sociale - Anno XVIII - n. 3 - 1 febbraio 1908

CRlTlCA SOCIALE dei partiti di 1i:sfrema Sinistra, logora.tisi nell'assen– teismo dalla vita operosa, nell'onanismo dei dilania– menti inteslini e reciprnci, nei Ci\'ettamenti insinceri colle velleità anarchiste delle folle, screditatisi vieppiù per l'incapacità dimostrata di sospingere e di sorreg• gere seriamente ·anche quel :Ministero parentesi, che prese nome dn Sonnino, al quale avevano pur dato uomini loro. Questo infiacchimento sonnolente, che effonde sopo1·ifere essenze di papavero su tutta la vibt pubblica italiana, sarebbe esso la cagione o il pretesto delle nuove nozze auspicate? Povere nozze allora e scingnrata progenie! . .. Senonchè, nella vita dei partiti, a mutamenti di tattica, a revisione delle antiche norme e procedure, non occorre, a rigo1·e, il " fatto nuovo ,,, come alla revisione dei giudicati penali. O piuttosto il " fatto nuovo " esiste sempre, non foss'altro nella circo– ::;tanza che i vecchi fatti sono ,,ecchi e hanno dato quel tanto di profitto che poteviino dare. Se la storia, come si pretende, è la maestra della vita, certo essa ò un 1 istitutrice che pnrla il più oscuro e inintelligi– bile dei volapulr, e nulla, in politica, si ha tanto di– ritto e dovere di prevedere quanto l'imprevisto e l'imprevedibile. E, al postutto, chi potrebbe giurare che la semente da uoi sparsa, che noi, nell'impa– zienza dell'attesa, credemmo bruciata dalle sahbie o rosa dai vermi, non lavorasse intanto nel silenzio, sforzandosi verso il sole e verso la vita? Sequell'a• nelito effettivo ili rinnovamento 1 che noi stesisi cre– demmo di scovrire in seno al paese, e che solo potè consigliarci il suggerimento di un 1 azione più larga, più ardita, più fiduciosa e più efficace che non con– sentissero i vecchi formulari e catechismi del nostro partito, non riuscì prima, ma riescisse ora, ad espri– mere dai partiti di popolo un atteggiamento deciso, un g-esto concorde d'azione, do.vremmo noi ricusare quel gesto, rinnegare quell'atteggiamento, perchè non coincisero coll'ora che noi gli avevamo presegnata sul quadrante politico? Pretenderemo noi fare, delle nostre cabale ed impazieuze subiettive, il regolatore della. storia? Piuttosto, ::JC il. piì1 grande blocco verrà assumendo più s.-ilclaconsistenza e sforzerà noi tutti a discu– t('1·1iesul ::;erio 1 sarà debito dei socialisti consapevoli librare molto attentamente quel che sia e quel che possa ess0re, e fare, prima di accettarlo e di confon– der~i in esso, ch'es~o possa. diventare quello che vo– gliamo che sia, affinchè non si riduca a una nuova mascherata, a una nuova speculazione, a una nuova delusione e a 1111 nuovo indebolimento delle forze nostre. 1,; qui a due cose converrà, crediamo, aver l'occhio: agli uomini, anzitutto, e poi al programma. Agli uomi11i: i Quali 1 scrolla.te le tarlate barriere dei vecchi pad,iti, fa.ranno ressa senza dubbio, sciori• nando come passaporto qualche fa.tua formula am– bidestra di laicità. dello Stato, di libertà di coscienza, di scparaiione dei poteri, per intrufolarsi nel l)locco predestinato alla vittoria. Troppe vecchie carcasse chiederanno al comodo hellctto neo-radicale i titoli per la ria.bilit,Lzior1e politica; e avremo, contro il ge– suitismo tleì preti, un gesuitismo massonico, o affa– ristico, o laico, più vero e peggiore. 1Il, varcato il Capo delle tempeste elettorale, una minchionatura coi fiocchi! Il più g-rande blocco, per avere un valore, dovrà cssern un più graade blocco un po' meno grande - e in compen::;o pili organico e piit schietto - di quello che già oggi sembra profilarsi sull'orizzonte politico. Quanto al programnrn - che gli 1 ' abili ,,, come sempre, vorn,uno postergare, quasi un fastidioso e pedantesco impedimento a!Panclare - converrà in- tendersi anche meglio. Nel blocco, oltre le persore 1 cosa ci mettiamo? .Anticlericalismo: questa la parola. I~quel che resta a noi, nella coscienza politica, di materialismo eco– nomico non ci vieta di accettare questa parola come simbolo, se essa, come pure è possibile, significhi e involga, cousaputamente 1 qualche cosa di meno stolido e folso, e clericale nell'intimo, della piazza che ul'ia abbasso! al prete, del gaudentismo signo– rile che abbandona ogni scrupolo, del dileggio e della derisione più o meno pornografica, gabellati per morn.le nuova e per nuova popolare filosofia; se, insomma sig·nifichi e involga reclenzioue vera di spi– riti e, per connessione necessaria, la premessa e la promessa di emancipazioni più profonde, di uomini e di classi. A Roma, nelrultirna. lotta ammini~tra• tiv,1, la riscossa contro il Vaticano si accoppiò alla .ha.ttaglia intimata contro il caro degli alloggi e l'u– SUL'a dei bagarini; l'elemento ideologico coverse (non è questo un caso raro negli atteggiamenti delh1 psi– cologia popolare) un nucleo di piccoli e sentiti in– teressi della piccola gente. Nella cerchia più vasta dello Stato, questo anticlericalismo, nò vuoto, nè setnal'io, nò cinico, non saprebbe risolversi che in una cosa sola., non potrebbe avere che un nome: rapida e reale diffusione dell'istruzione nelle masse; liberazione del paese 1 nel corso di un decennio, dallo stigma vergognoso dell'analfabetismo, non soltanto anag1·afico, ma su~tanziale 1 che mantiene il popolo servo, e inconscio e indifferente alla servitù .. Or vi sono partiti, vi sarà un Governo che possa uscire da essi, i quali sappiano e Yogliano impe– ,:.rnarsi anzitutto a sacra.re tutte le energie, tutti i milioni necessarì, tutti gli ardimenti opportuni, a questa fondamentalissima e pregiudiziale fra tutte le riforme, ad essa coordinando e subordinando, nei campi piì1 diversi, tutta l'azione dello Stato? Questo 1 - e non la sola. formula equivoca, e in fondo pa• vidamente conservatrice 1 dell'istruzione religiosa fa– coltativa - dovremo chiedere al bloccoj e .fissare I di quest'opera, con precisione impegnativa, i ter- 1 mini e i modi. La quale opera, poi, trarrà seco - per connes- - sione indeprecabile - la necessità di dare ugu_al– mente rapida soluzione a talune questioni sociali, di apprestare taluni provvedimenti a tutela del la• voro, quali la presente civiltà borg·hese ha già ma– turi nel suo grembo: mezzi ed organi per risolvere, nello vie della civiltà, senza subdole sottrazioni di forze, le violenti corltPse fra capitale e lavoro; svi– luppo graduale di assicurazioni sociali, serie e se– vere, contro la vecchiaia. e la malattia operaiaj ra– dicale soluzione org-anica del problema, tecnico e politico insieme, degli agenti dello Stato e dei pub– blici servirii: un programma minimo sociale insomma, di solidarietà, ugualmente lontano dal quietismo inte– ressato dei liberisti, come dai farneticamenti meta– fisici del sindacalismo nuovo stile. I~, poichè le leggi d'istruzione e le leggi sociali non si fanno, e sopratutto non si attuano, colle chiac. chiere sole, converrà scogitare - e anche a questo converrebbe impegnarsi.- un l'iordinamcnto tribu~ tario, non di timidi ritocchi, che fornisse i mezzi alla bisogna) togliendoli di là dove stanno oggidì inerti o dannosi: ed ecco ingranarsi cogli altri il problema militare 1 il problema coloniale, e quello doganale, il problema delle terre incolte da colo– nizzare o da spropriare, tutti insomma i pili urgenti problemi di produzione, trnscinati ed imposti via via alla discussione risolutiya dalla forza ineluttabile delle cose connesse i sulle cui soluzioni specifiche potrebbe ogni partito riservare per ora Je proposte concrete - purchè salda rimanga la necessità con– fessata di ,tffrontarli coraggiosamente e di venirne a capo.

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