Critica Sociale - Anno XVIII - n. 2 - 16 gennaio 1908

20 CRITICA SOCIALE cui la proposta <li inrlenultà è accolta da troppi rleputati 1 sopratntt.o dai professiouisti 1 anche di Estrema Siuistra ed aneli e soeial isti 1 lunge tlal provare coutro di essil,, attesta. al contrario, della efficacia ch'essa avrebbe, del vincolo, molesto e benefico, ch'essa imporrebbe a chi oggi della me– daglietta trae mt1g-gìori prc,fitti, di quel 0lie nou ne tragga. doveri. Indubbiarnente l'indennità - per poco che il corpo elettorale ne esigesse un cor• respettivo rli diligenza e di opere - modifiche– rebbe notevolmente la composizione tiella Carnera e del Gruppo socialista; ma, sostituendo essa òe– putati sul serio ai dilettanti tli deputazione, nes– suna_ spesa si riso\ verebbe iu una maggiore eco– nomia. Nella ricerca Affannosa di argomenti intesi a screditare, o almeno a differire, una riforma così imperiosamente richiesta dal senso comune e dallo spirito stesso della democrazia, l'on. Nitti nsse1·va che sulla questione - prima ancora della Camera, parte in qualche morto intere:.sata - dovrebbe es– sere chiamato a pronunziarsi il corpo elettorale. Osserviamo che la Camera, per le rag·ioni già accennate, dovendo rleciòere non per sd, ma per una legislatura successiva, è piuttosto interessata a non mutare lo stal'u quo in questa materia. In ogni caso, respinga o accolga questa Camera il priucipio dell'inctennità, sarà sempre il corpo elet– torale che dovrà dare su esso - nei futuri CO· miz1 - il responso supremo. Esso tuttavia lo. darà con tanto maggiore co– scienza e risolutezza, se il problema sarà stato prima discusso e provvisoriamente risoluto nelle aule parlamentari. Perciò noi esortiamo la Confe– derazione del lavoro - che prima suscitò la que– stione nel convegno di Bologna la scorsi, estate -~ e i giùruali socialisti e le organizzazioni prole– tarie ad agitarla nuovamente e<l intem~.amente, in– nanzi che questa legislatura tocchi al suo termine, e ad imporne la discussione al Parlamento e al paese. LA CIUTfCA SOCIALE. Avve,·tiamo i committenti che L'ltnlia Economfoa - nostro premio semigratuito - uscirà fra qualche settimana. Essa verrà diramata direttamente dal– l'editore. I SOFISMI ECONOMICI DIANGELO CRESPI a difesa della libertà di lavoro e del krumiraggio .M'ero accinto a rispondere allo scritto polemico di A. Crespi, contenuto nella Critica della volta passata, quando la posta mi recò (gentilmente inviatemi dalla Direzione della Rivista) le bozze del profondo studio di Attilio Cabiati, che fa seguito a queste brevi righe. Il prof. Cabiati - lo affermo non per ispirito di op– portunistica adulazione, ma per matura convinzione, che so nutrita d!J.molti altri - è, tra i giovani economisti italiani, uno dei più a.cuti ed originali; ed egli risponde da pari suo alle inesattezze 1 alh, contraddh:ioni, alle contorsioni logiche ed etimologiche, ai sofismi del Crespi, il quale, JJer corroborare la sua tesi 1 è andato ad in– farinarsi all'antiquato molino di Ma.ncheater, che da tempo si trova in istato di irreparabile decadenza. L'articolo del Cabiati 1 pur nella sua slringatezza, è sl completo, poliedrico ed esauriente, che io ritengo per ora superfluo fare qualsiasi aggiunta. Desidero però no– tare che, col mio articolo del 16 dicembre, non inten– devo dar fondo all'arduo argomento, nè confutare punto per punto il Crespi sul terreno esclusivamente econo– mico. Con quel mio scritto, d'indole piuttosto generica, riferendomi specialmente allo studio del Crespi stesso nella Critica del 1° dicoml>re, io ne attaccavo in blocco il sostrato logico e sentimentale o cercavo di infirmare particolarmente quella bislacca teoria pseudo-democra– tica, secondo la quale, nello Stato democratico, uon deve prevalerb la volontà della maggioranza, sl bene quella della minoranza illuminata. A rintuzzare più minuta– mente le argomentazioni specioso <lei Crespi sul campo economico, avrei pensato in seguito, so pure ora - mercè l'autorevole intervento del prof. Cabia.ti, che ha fornito l'occasione al dibattito e che 7 con maggiore competenza della mia, sbaraglia tutti i sofismi del mio contraddit• tore - non si sarà resa inutile ogni mia parola al ri– guardo. Il Crespi parla di mala fede e di slealtà da parte mia nel presentare il suo pensiero sedicente democratico e socia.lista. T lettori della Rivista hanno potuto diretta– mente constatare di che natura ;.iano il socialismo e la democrazia crespini; una democrazia che non ammette il diritto delle maggioranze 1 un socialismo che, con ci– piglioso disdegno, nega lo sfruttamento capitalistico, si preoccupa sopratutto di aumentare le resistenze bor– ghesi (qua.si che i capitalisti non fOS.!lerogià in posi– zione privilegiata!) ed esalta il libero krumiraggio. De– mocrazia evanescente e socialismo oligarchico, che il J{aise,· e il papa potrebbero accettare con entusiasmo. Ahyquale intima parentela tra la menta.lit&.del Crespi e quella del prof. Racca, il quale, OÌ' non è molto, scio– glieva questo ditirambico peana al krumiro: " Il krumiro è il Satana ca.rducciano, è colui che ha dato la libertà, la civiltà 1 il benessere al mondo! Sono i krumiri - questi umili eroi pieni di audacia e di abnegazione - che in– frangono tutte le prepotenze dell'organizzazione e che mantengono intatto il principio della sacrosanta com– petizione capitalistica. Mai essi devono sparire dalla faccia del mondo, perchè con essi verrebbo a mancare il più potente fattore della civiltà e del progresso. 11 Quale simpatica affinità morale ed ideolo.gica tra il mio contraddittore e Monna Perseveranza, la quale, in uno ,<leipassati giorni, pateticamente scriveva a proposito di redenzioni umane: "Vi è ancora da redimere un altro oppresso, il knmifro; questo lavoratore fedele ai patti, rispettoso delle leggi, che tutti si credono lecito di rico– prire di vituperio, compiacendosi delle sue sofferenze, dei suoi patimenti fisici e morali .... Questo grande op– presso, che il quarto stato vuole schiavo o suo complice, lot:ca a nol redimerlo: tocca alle claisi dirigenti che, redimendolo, acquisteranno un alleato prezioso 1 una. forza grandissima ed inesauribile. , 1 Non si può negare che, dal loro punto di vista, gli uomini della Perseveranza non veda.no giusto! rua ·nè Pindividualista intransigente prof. Racca, nè il giornale reazionario di Milano eibero mai l'allegra pensata di chiamarsi socialisti. Essi almeno, nella loro brutale fran– chezza1 mostrano della coerenza. e della omogeneità. psichica. li Crespi invece ha questa singolare ... abilità mimetica. Siccome scrive abbondantemente ovu□que gli capiti 1 così egli sa adattare (non senza, a voro dire, un certo sforzo, che non srugge ad un osservatore attento) il tono e il ritmo del proprio pensiero a quelll del gior– nale o della Rivista su Clli riversa la sua prosa. Egli è un a.bile accordatore del proprio strumento mentale; di tal che, alla bell'e meglio, può passare per socialista quando scrive sulla Critica, per democratico individua– lista quando scrive sulla Vita internazionale (che da

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