Critica Sociale - Anno XVII - n. 22 - 16 novembre 1907

344 CRITICA SOCIALE toglie ai " piccoli ,,, · che sopprimo e rende inutili, non va irià. a vantaggio dei consuÒtatori e dei lavoratori - della collettività, insomma - ma ingrassa poche dozzine di grandi speculatori. Accadde ancora (e fu fenomeno collegato al prece– dente) che Reggio, come molt'altre città d'Italia, e più di esse, el.JUe in questi ultimi tre anni un fortissimo, insopportabile rincaro nel costo della vita, dalle abita– zioni. .. all'insalato. Non era certo un'arma e un'astuzia di battoglia elet– torale il constatare la coincidenza di questo rincaro con la vittoria degli speculatori o bottegai. E senza dubbio in nessun luogo era avvenuto pii1 apertamente, più sracciatamente, che la classe commerciale fosse chia– mata alla riscossa, organizzata, armata e benede"tta per la "guerra santa n, come s'era fatto qui. La guerra, nella mente dei condottieri, doveva essere contro i so– cialisti, municipalizzatori e cooperatori; in realtà. non poteva risoh·erai che contro i coosumatori, che stavan diei.ro alle u opere di difesa.,, elevate dai socialisfi. Ma P,oichè consumatori lo slamo tutti - anç!Jiese spci della Grmule Annota - la le~,a in massa dJgli eser– centi, fatta nel 1904. dai capi del nascituro partito, si traduceva in seguito in un suicidio, quanto meno in un parricidio 1 di cui la opinione pubblica doveu far loro pagare il fio. Etl è curiosissimo e comico vedere, a Reggio, una parte della cittadinanza, curva sotto il giogo del rincaro, sospirare fra sè, bestemmiare la propria grullaggine, ma tacere ... per disciplina di partito, prigioniera della pro– pria bestialità. Per l'odio o la cieca paura verso i socia– listi, armò gli esercenti, o concorse ad armarli. E questi la ricompensano scorticandola col suo stesso coltf:lllo. . . . Naturalmente, tutti questi fenomeni furono argomento, per tre anni, della nostra quotidiana battaglia nelle conrerenze e nei giornali: battaglia nella quale si rive– devano, si discuievano, si risalivano tutte le più 'Vitali questioni e i più genuini aspetti del socialismo. Coloro, che dànno assai peso alla " propaganda dei principi,,, qui avrebbero avuto da divertirsi. TI pro– blema. umano, palpitante del socialismo, net suoi rittessi pratici della vHa; il conflitto feroce ~ra prodm~ione, la– voro, consumo, qui veniva notomizzato e sbriciolato e rimaneggiato per tutti i versi, fin nello viscere. l\la non era propaganda teorica, campata in aria, fatta di descrizioni, di apostrofi, o di Invettive; era l'anali11i di fatti che 11i svolgevano sotto i nostri occhi e sotto quelli t1el p,ubUlico, che. lo toccavano- 1 da presso, nell'io-. telletto e nella borsa. E non è da dire come, fatta in tali circostanze e pog– giata su tale terreno, la propaganda riesca efficace! Del resto 1 anche quc~to (e lo accennammo in principio di questa serie d'articoli) non era una novità per il so– cialismo reggiano. Lavorare sul fatto positivo, teorizzare con l'esperimento sotto gli occhi, era stato sempre suo costume fin dai primordt. Perciò esso, dì froute all'insurrezione blocchista 1 non ebbe da faticare a rinno'Vare abitudini e a mutar tattica. Continuò per la sua stra.da , senza. turbarsi, senza dis– orientarsi, senza piagnucolare o gridare contro questa levata di scudi della classe avversaria 1 ch'era l'attestato migliore della sua attività socialista, Seguitò la sua via di fronte ai nemici di fuori, come aveva seguitato, al tempo delle tendenze, di fronte ai nemici di dentro. IntensiHcò l1opera sua, affidando ai fatti la sua rivincita; strinse ancor più le sue file, rad• doppiò ed allargt, Je sue Istituzioni, cercando che esse riuscissero ut.ili alla maggior parte possibile dei citta– dini; senza inflngersi nè abbas!larsi, seppe tesoreggiare ogni rllvisione, ogni errore, ogni breccia che s'aprisse nel blocco avversario. Si presentò nelle lotte elettorali, affacciando intero il suo programma di prima, e più nuovo ed ardito; pen– sando che i pubblici poteri sian preziosi, ma per farvi del socialismo; e che non valga la pena di conquistarli, se non possono essere arme e campo di battaglia contro lo sfruttamento. ]scrisse degli elettori. Già! Umile, oscura, noiosa fun– zione, trascurata dai socialisti e dai " popolari ,, di tre quarti d'Italia, che vanno alle urne cantando, come i popoli barbari andavano alla guerra tra grida e frastuono di donne e di fanciulli: ma poi s'accorgono - ingrata scoperta! - che solo un quarto dei segua,ii della bau– diera hanno !'arme del voto. Nel giugno 1904 il socialismo reggiano vinceva con 2700 voli contro 3200 degli avversari. Nel lu~po 1 l907 vinceva con 5300 contro 4500. Raddoppiava dunque il numero dei suoi elettori in tre anni. E poicbè tale lavoro vilmente riformii:1ta è tanto tras– curato da tutti, ... i riformisti compresi, ho voluto porlo J)er ultimo, in questa nnalisi modesta e pedestre, ma sincera, del meraviglioso movimento reggiano, ratto di molteplici sforzi continui, di laboriosa opera quotidiana., pertinace ed organica, socialista nel floe, e socialista nel metodo: degna insomma del plauso dei socialisti, e del superbo disdegno o della noncuranza di tutti i filo• sofl sfaccendati e gli e.steli catastrofici "ed arti affini,,, di questa gran Magna Grecia che è ancora in huf)oa parte l'Jtalia . G. ZIBORDI. CONT~O I \/IOllEN,TI :Nel 'l'empo del 10 corrente un brillante articolo di Claudio 'rreves: La II pace,, contro it II socialismo II pi• glia va le mosse da questo curioso aneddoto: u segno del tempi"' Un giovane scrittore ebbe incarico di scrivere per l'Al– manacco della pr,ce contro lo spirito di violenza che agita la società umana in questo tempo di aspri contrasti. Lo scrittore manda un articolo 1 dove, prendendo in esame le maggiori espressioni della violenza civile, combatte tuttir i facinorosi, in alto e in basso, della plebe e della horgbesia. L'articolo gli viene restituito con la preghiera di cancellare la parte relativa ai violenti in alto 1 man· tenendo intatta quella che toccava dei violenti in bnsso. Naturalmente Io scrittore decise di trattenere tutto l'ar• ticolo. Di qui si induce come la pace dei pacifisti della bor– ghesia voglia essere una pace, diremo, unilaterale. Come posso colpirti - sciama Ferravilla nel famoso duello del Sur Panera - se non resti fermo a pigliarle? Il giovane scrittore è il nostro amico prof. Ettore Fa– bietti, e l'articolo merita di vedere la luce nella Critica, poichè ne interpreta un costante pensiero. LA c. s. Le diverse classi sociali, in lot.ta fra loro e contro lo Stato, tornano ad esaltare la violenza come arme lecita di assalto e di difesa nelle competizioni ci– vili. Alla violenza dal basso risponde la violenza dall'alto e un soffio rovente di odio passa, da tutti

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