Critica Sociale - Anno XVII - n. 22 - 16 novembre 1907

342 CRITICA SOCIALE rondA, romlncla A. J)ropnrarsl al governo delle cose e a volgere il corso ttelle cose nella direttiva dei propri ideali. Acore8clute poi, in questa graduale ascensione, le proprie rorze, condotte a maturità le condizioni este– riori ed lnlerlorl del suo dominio, essa potrà costituirsi centro di una combinazione governativa, dove essa sarà l'astro, o i ceti, oscll lanll rra la piccola borghesia e Il proletariato, I pianeti seguaci. Maturerà allora quell'o– pera di assorbimento degli elementi non più borghesi e non ancora proletari - artigianato 1 piccola proprietà terriera, piccolo aziende commerciali e industriali - di cui la vecchia concezione rivoluzionaria ama sbarazzarsi In precedenza, Immaginando una rapida proletarizza– zlono dol coti medt cho la realtà dei ratti economici st rifiuta rii dlmoatrar vera. Cosl aacbo questo periodo di 1nsorhlmonto, ohe Marx credeva di vedere ioiziato nel Governo dellll Comuno p!lrlgl1m, si svolgerà con le leggi o sotto la leggo della democrazia, la quale non avrà Olsogno <Pes!lerviolentata. da alcuna dittatura riYoluzlo• no.ria per estendere A. tutti gli uomini le conquiste di una civiltà superiore. Questa concezione del divenire socialista è 1 del resto, la sola che possa risolvere la strana contraddizione fra la natura democratica del socialismo e la sua presagita dittatura rh•oluzlonaril. Come nota anche Jaurès, fra la rivoluzione proletaria concepita nel Ma,iifesto come una • conquista della democrazia ., cioè come un atto di ror.tn che abbatte la democrazia e sostituisce alla volontà. della maggioranza del cittadini liberamente con– sultati la volontà dittatoria d'una classe, e lo spirito profondamente egualitario della dottrina e della pratica soclallsto, ,1 è un dissidio Insanabile. Il moto socialista tende ad abolire le classi, a confondere nella comunità. lavoratrice dominati e dominatori, e la dittatura prole– tarla Invece prolunga ancora la dominazione di classe, perpetua, lnvertondolR, sia pure per un breve periodo, la schiavitù: di prima. R come potrebbe poi questa 1:1trana dittatura tradurre In l\tto tiuel J>rogramma per metà di comunismo agricolo o por metà di capitalismo indu– slrlale cho ò indicato noi Jlfanffe~·fl) comunista, oppure quella 1:1oclallzzAzlonodoi grandi monopoli capitalistici che Kaustky con81gllu corno J)rlmo atto del governo dit– tRtorlo? Evidentemente mA.ntenere ancora., durante la dittatura politica della cJagse operaia, la figura del ca– pitalista, conciliare la sua superstite onnipotenza nella officina con la sop1)re!i11tlono d'ogni suo diritto potitico 1 è tale quadratura del circolo che non ha soluzione pos• sibile. La soluzione logica non può rintracciarsi che nel pro– cesso democratleo. La cla!se operala, che conquista gra– dualmente li potere, o si serve di quel tanto di potere conquistato per trMrormare gradualmente il mondo entro cui opera, può beno conciliare, nel periodo laborioso 1lella translzlone 1 la permanenza del capitalismo accanto alle primo forme della civiltà. nuovo 1 perchè l'uno e le altre sottomette a.Ila legge della democrazia, cioè alla sovranità del maggior numero. E quand'essa sarà tanto rorto da assumere Il potoro col concorso dei ceti affini ocl al\oatl, ossa sarà già la rnagglorauza 1 e non sentirà. il bisogno cli chlodero ,vi artificiosi e~pedienti il diritto di governare. Anzi !lflrà esto11denflo le basi di questa maggioranza, per assorbirvi Interamente tutti i ceti che conservoranno ancora qualche superstite carattere delle antiche classi j sarà allargando o non rinserrando 1 se– condo In formula. profetica. di Llebkuecht, che la classe operala potrà confondere AÒstessa nell'umanità. egua- gliata e redenta. lV.l.NOl! BONOIIII. IL BLOCCO ANTISOCIALIST e il suo crudele destino! Un capflolo dtlla .storia di Re,eio Emilia, dediCilloai covatori del 9rande ~ partito economico.,. Può esser utile - dappolchè sembra che anche altri luoghi debbano passare per questa rase, che il socia– lismo reggiano ha già. traversato pei diritti di priorità confer!Ugll dal suo stato civile - vedere un po' da presso questo blocco antisocialista. e le ragioni interiori del suo sfacelo. l punti prlncl))all su cul poggiava il ponderoso ma malfermo et11flcloora no: I moderati; I preti; i bottegai o In genero gll uomini del traffico e della speculazione, minacciati cd offeel dal nostro movimento cooperativo. Intorno Intorno, Il nucleo della Grande Annata aveva saputo rincalzarsi (Il una quantità di gruppetti o di mo• lecolo sociali, gentarella minuta o sbandata, irata col socialismo per cento ragioni diverse, ragioni attive ecl utili a cacciarla nel blocco quando si trattava di demo– lire Il nemico, negativo e pericolose quando il blocco vlttorioeo doveva funzionare, e soddisfare cosl molte– plici asJ>irazloni e eosl svariati interessi. Non sembri minuzia se accenniamo qualche esempio, perchè la vita à fatta di queste cose minime e ne è la somma: e non s'Intende la sintesi se non si osserva la cellula. Lo speziale danneggiato dalla 1' .. armacia comunale si metteva furibondamente nella società del Bntt Ec<momico perchè questa, vincendo, chiudesse la Farmacia; ma non vuol dire che non vedesse volontleri, per esempio, la municipalizzazione del pane: anzi, che non rosse lui Il primo, con un procedimento la cui frequenza non occorre rammentare, a dtro che il paue, quello sì, ora il caso di municipalizzarlo, In nomo della pulizia e dell'igiene! TI fornaio temeva Il Panlflclo municipale-, ma, come dol resto la quasi totalità del cittadini, si serviva volen– tieri della lfnrmacia del Comune, e non avrebbe capito pcrchè si dovesse chiudere: giacchè, I farmacisti, quelli s1, che ruban davvero! Psicologia e 1101Jdarletària seguaci di :Mercurio, come osservava il 1'emvo pochi di souo. Jl vecchietto o la vecchiarella - poichè bene spesso 11 vero elettore ò la donna u per interposta persona~ - odiavano bensl l eoelallstl perchè avevano cacciate le suore dall'Ospedale, ma erano poi molto malcontenti quando la Grande Armata del bottegai, vittoriosa: cre– sceva li prezzo del viveri per resteggiare il proprio trionfo. l bottegai Insorgevano contro le Cooperative di con– sumo, ma non potevano dividere Il furore degli appal– tatori contro le Cooperative di lavoro, che, innalzando li tenoro di ,•lta degli operai, giovano in definitiva anche al commercio cittadino. 11 Chi lavora ha da esser ben pagato: soltanto, I denari non deve portarli alla Cooperativa, ma nella cassetta dell'esercente. 11 Son tanti a,itisocialismi diversi, che spingono i gruppi nel blocco antlsoclallstn: sono tnntl socialismi particolari, a modo loro (come accennavo nell'ultimo articolo), che ciascuno aspettn, corno la maunn degli ebrei, dal trionfo del blocco stesso. }<'orzaaclunque formidabile per abbattere, questa mol• teplice eonfluenu di odll, di Ire o di speranze: ma forza destloata a disgregare!, quando venga l'ora dell'azione positiva.

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