Critica Sociale - Anno XVII - n. 16 - 16 agosto 1907

R 248 CRITICA SOCIALE ossia " il socialismo ,, di una Cooperati va è nel batte– simo o nella lettera dello Statuto e nel fine ch'eesa si proponei è nell'atto di fede che recitano i soci sulla proprietà. collettiva, è nell'affermazione che la loro Coo· perativa la fanno, non per Loro benessere - oibò!, roba diabolica. ed infernale! - ma per avviamento alla so– cializzazione del mezzi di produzione e di scambio, e non già nel fatto, nel sublime e divino fatto di 50 o 100 persone che si associano per conseguire, viribus tmitis, un vantaggio, un maggior effetto con minore dispendio di sforzi! Giammai simili preoccupazioni o dubbi siffatti ferma– rono o resero un sol momento esitanti i socialisti reg– giani; i quali fondarono le Cooperative di consumo laiche ed aperte a tutti, fidando nel fatto di esse - certamente illustrato da relativa propaganda - come formatore di coscienze socialiste, e non posero mai le coscienze socia• liste come presupposto necessario alla istituzione eco– nomica. Quanto poi al pericolo dei chiusi e gretti egoismi, la complessa coordi1iazione, già più volte acce11na;ta,del movimento proletario socialista reggiano, provvede ad eliminarlo. T soci della Cooperativa di consumo lo sono anche della Cooperativa di lavoro; e l'una e l'altra hanno coi Circoli, col movimento politico-elettorale, tah rapporti contl;:ml e spontanei di battaglia, di difesa, di vita, che ogni singolo egoismo si ronde e si purifica in quel grande !l egoismo ,. collettivo che è la viva sete del proprio miglioramento - immediato e fu.turo - che ha il pre– letariato reggiano e che identifica col socialismo. La vigile e sapiente azione della Camera del lavoro che s'inspira a una visione larga e completa del movi– mento, e che ne è il centro coordinatore, provvede, col continuo scambio di aiuti, col legar il consumo al la. voro in rapporti reciproci (la Bunca delle Coo1m·aUve ne è lo strumento e il veicolo), col conglungere tutte le parti dell'edificio e col moltiplicare i vincoli tra le \'arie rorme e le varie Sezioni, a far sì che, non solo nel campo del consumo, ma neppure in quello del lavoro, non risorga l'istinto corporativo (oggi ribattezzato per Sindacalismo),non rinasca II l'egoismo di categoria 11 , che si isola dalle altre, noncurante di aiutarle se più deboli, pronta anzi a sfruttarle se possa. Così il movimento proletario reggiano, accentrato . o coordinato nella Camera del Lavoro, è qualche cosa di più di una battaglia contro la borghesia e di un'azione parziale di lavoratori, ma è un vero esperimento o ten• tativo di ricostruzione sociale, improntato dai caratteri della preveggenza, della preoccupazione molteplice e simultanea dei rapporti fra i vari gruppi proletari, e del rapporto tra questi e l'ambiente, all'infuori delle due frazioni, direttamente duellanti, di sfruttatori e di sfrut– tati. GIOVANNI ZtBORDI. Avete la 1 a annata? L'Amministrazione della Critica è sempre disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva µnnata, rilegata, oppure con un anno d'abbonamento, l'invio che le venis.-1e fatto della 1a. annata (1891) di Critica Sociale in buono stato· di conservazione. Ricambie,·e,no con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti numeri•separati dello stesso 1° anno: 4, 5 1 6, 7, 8 1 tO, 12, 13, 16, 17. ----------------- Ili " CAROVIVERE ,, e gli interessi dei consumatori (a p1·oposito dei moti tttnb1•i) Ne fanno una parola di nuovo conio: camvivere; ed è un fenomeno vecchio, vecchissimo, che però si presenta, questa volta, con caratteri così intensi, da determinare in tutta una regione un tal moto econo– mico, che assorbe e subordina pel momento ogni altra competizione politica e sociale. Per le piccole città che ingemmano la verde Umbritl; tra i colli, lieti di messi, che raccolgono i monumenti della bellezza antica; in una zona eminentemente agraria, ove è da poco tempo giunto l'impulso della trasformazione culturale ed ove scarsissimamente è penetrata fino ad ora l'industria manifatturiera, è corso u11 fremito di rivolta contro il ceto dei commercianti e contro le amministrazioni locali per l'eccessivo costo dei consumi popolari. Agitazioni, manifesta1.ioni vio– lente, conflitti con la forza pubb1ica; e dovunque prov– vedimenti del :Municipio,che scende a patti o precorre )e domande della folla col costituire Commissioni di studio, e colPesumare l'arnese medioevale del calmiere. Nell'Umbria tutta è il quarto d'ora del calmiere. E può il congegno, pur nella sua ruggine, aver qualche efficacia di sedare i torbidi nel momentaneo acutiz– zarsi; ma troppo inadeguato sarebbe il rimedio al reale malessere delle popolazioni, se non lo fiancheg· giassero più moderne iniziative, specialmente nel campo della cooperazione e dell'azione municipaliz– zatrice. Sarnbbe molto male, se la fiamma dell'agitazione attuale non servisse a promuovere, con la suscitata coscienza dei problemi di consumo, uno sviluppo ra- 1.ionale delle forme cooperative, sull'esempio di altre regioni ove già raggiunsero il fiore. Quanti desiderì retorici non sono stati espressi perchè la coopera– zione si possa svolgere anche al disotto di una certa latitudine, ove parve fino ad ora non aver propizio il clima! Quanti progetti di riforma! Interi disegni di legge, come quello troppo famoso del Pantano sulla colonizzazione interna, basarono sul presupposto che la cooperazione sia una pianta di facile trapian– tamento; mentre ·le occorre un terreno ben disposto ed un ambiente o insieme di forze psicologiche, che non s'improvvisano o determinano artificialmente. Per ciò appunto è legittimo il dubbio i:iulla conquista di parti del Mezzogiorno al cooperativismo, anche se i germogli da innestarsi laggiù saranno portati dal Nord e li cresceranno mani ben adusate di Emilia e di Romagna. Il moto odierno, nell'Umbria, può servire di ac– concia preparazione; e conviene approfittare delle correnti psichiche ed economiche riYelate o deter– minate. Sorgono, in parecchie città di Val 'fiherina, le Cooperative di consumo; nè deve lor mancare l'aiuto dell'esperienza e del credito nazionale. C'è pur in Italia una Lega delle Cooperative, la quale potrebbe, meglio che nei risonanti Congressi o in relazioni o in petizioni al Governo, far opera concreta e positiva di propaganda e di organizza– zione, mandando qualche suo sperimentato organiz– zatore nell'Umbria ·dimenticata. Ma sovratutto in una vigorosa e nuova politica municipale debbono incentrare i loro sforzi i partiti popolari. Contro le reti del bagarinaggio, contro le incrosta?.ioni parassitarie dei mercati Jocali 1 può solo riuscir vittorioso l'intervento del Comune, che ogni dl maggiormente si appresta a compiere le sue rin– novate funzioni economiche. La maggior parte dei problemi relativi ai consumi popolari è insolubile, se accanto alle imprese private non si affermi l'a– zione municipale, dalle forme di agevolazione e di-

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