Critica Sociale - Anno XVII - n. 8 - 16 aprile 1907

R 120 CRI'J'ICA SOCIALE tutti dell'organizzazione. Ma purtroppo, la disciplina, la vera, è completamente ignota ed energicamente disde– gnata. Le dichiarazioni dei Congressi sono dunque l'e· spressioue momentanea dei gruppi rappresentati, ma non costituiscono affatto un programma definitivo. Ul– timamente, a Lilla, una proposta di programma minimo fu rimandata a tempi migliori. Come stupirsi dunque se il Parlamento conta tanti radicali per modo di dire, o tanti radicali così così? Come formalizzarsi se, nella questione del riposo ebdomadario, il gt'Uppo dei ruri, dei fedeli rigidi allo dichiarazioai di Lilla e di Parigi, ò stato combattuto perfino dal :Maujan, direttore del maggior organo del partito (Le Radical), e grande av– versario dei socialisti e ~ delle loro esagerazioni ,, ? Eppoi (si badi) è falso cbe i radicali o i radicali-socialisti possiedano la maggioranz"- assoluta nella Camera attuale. Noi diciamo abitualmente che la possedono, perchè com– prendiamo fra i radicali anche i membri dell'Unione democratica e dell'Unione repubblicana, ossia i wal– cleckistl. Ma questo mani}Jolo, che fu relativamente fe– dele alla politica anticlericale, è in maggioranza con– servatore in materia di riforme economiche, e non può quindi dare un concorso trop1>0 caloroso alla politica sociale. Diminuiti dei 77 waldeckisti, i radicali restano in realtà 249, mentre i mandati parlamentari salgouo in tutto a 590. E fra i 249 sono numerosissimi i Maujan, che, in tema di novità pericolose, Ruspicano l'immobilità. come il migliore degli specifici ( 1 ). Nè si può obbiettare che il r.idicalisroo sia divenuto un centro di gravità, o che esso possa imporre le pro• prie rivendicazioni agli incerti, ai reca.lcitranti, e ngli affini più temperati. J\ gran mo.lanno del radicali!lmo è quello appunto di essere ormai simpatico a troppa gente. 1 sostenitori dei pasOJati Gabinetti consorteschi 1 i fedeli della vecchia politica restrittiva, vanno stan– candosi di restare all'opposizione e si accostano man mano ai trionratori del giorno per riscaldar:Ji un po' a quel sole del favore che un'abitudine di tanti anni ha reso loro indispensabile. Alla Camera i progl'es– sisti stanno varcando il ponte, il bel Dé3cbauel è già divenuto un buon repubblicano, i fedeli di Ribot si abi· tua.no senza strazio interno a votare per il Ministero. Nel paese avviene un fenomeno identico. Le conver.:1ioni stupefacenti, se non miracolose, si moltiplicano. E gli uomini d'ordin'l cominciano a, dire a sè stessi che il loro carattere li obbliga ad essere col Governo de\ giorno e a dichiararai radicali o almeno rarlicaleggianti. Così il hlocco di Sinistra allarga come una gigantesca macchia d'olio il proprio dominio politico, o sommergo sotto una corrente irresistibile le rovine del vecchi partiti, che si intitolavano apertamente conservatori e reazionnri. Ma gli adepti 11uovi si insinuano nella compagine de– mocratica collo loro anime di uomini vecchi e di mo• deratl o vi portano le tradizioni o i germi dell'opportu– nismo. Ogni conquista fatta nel campo dei conservatori può quindi celare un pericolo o un danno. Le 11uove reclute inceppano la marcia ascendente del radicalismo, meglio assai di quel che non avrebbero potuto ostaco– larla se 1 invece di parteciparvi, si fossero ostinate a sba.rrn"l"le il cammino. E allora? Conviene for.3edisperare dell'avvenire? Con viene credere che il periodo attuale d'incoerenza sia ( 1) N"ellaCamern rranceso Il\ Slnlstrn dlsJ)ono dl oltre 400mnndaU, ossia di un'enorme maggloranzn. )ta ocl baneh! clclla Sinistra sie– dono, oltre al radicali e al aoclallstl, un\flcatl o 110,I 11umei-osl re• pullllllcnnl moderati, clie, come !10detto, non si trovano strettamente uniti a! rlHlical! se 110nnella polltlcl\ antlelerloale. irrimediabile e indichi già sin d'ora la fatale ed inevi– tabile liquidazione del partito radicalo francese? Jo penso che, malgrado i molti o gra.,·I sintomi dell'ora presente, si debba andar cauti nelle previsioni. PeniJ0 che il radicalismo genuino abbia ancora degli uomini abba• stanza intelligenti, energici e sinceri per poter reagire contro le cause complesse della sua transitoria impotenza. l'cnso che uno slancio audace o vigoroso possa anwra. liberare il partito dall'equivoco che Io insidia e farlo trionfare dei suoi compromettenti amici della sesta gior• nata, grazie ad un movimento bruscamente battagliero, che li rimorchierà volenti o nolenti, o li ricaccerà sul– l'altra riva, dalla quale non avrebbero forse dovuto di– partirsi mai. Ma penso sopratutto che, a determinare un Rimile atteggiamento, potrebbe concorrere potentemente l'azione del partito socialista.. I nostri compAgni francesi vorranno o potranno essi, al punto al quale son giunte le cose, tentare ancora l'opera? O non proreriranno (sia per aecondare la pres– sione della classe operaia malcontenta 1 sia per attrarre nella loro orbita tutti i delusi del radicalismo) preci– pitare in corto qual modo il fallimento del partito radi– cale e l'avvento pit't o meno effimero di un nuo,·o oppor– tunismo? 1~ questo un delicato caso di coscienza, sul quale io non mi sento ora il diritto di esprimere un parere, che nessuno mi chiede. (Pm·tut). ALFREDO 'l'ALAMll<.J. Politica del lavoro I CONTRATTI COLLETTIVI DILAVOR elanersonalità [inridica delle Associazioni nr fessio Ili. Ragionando, dentro i limiti prefissi, del regola– mento concreto dei concordati di tariffa, non accen– neremo qui che alle questioni fondamentali. Attorno· a queste la Relazione ci offre ua·assai debole guida, perchè essa è notevole in questa parte più per quello che non dice, anzichè per quello che dice. Così, la corrente di poco favore, da cui è animata la Relazione verso questa figura, ha impedito che in essa fosse attentamente ponùerata l'alternativa di criteri direttivi, che possono presiedere all'opera le– gislativa in questo campo. Alternativa la quale si risolve nella possibilità di regolare il concordato di tal'iffa o come un contratto di puro dil'itto privato, o come una lex publicn. B questa una questione pregiudiziale della mas• sima importanza. pratica e nient'affatto cabalistica. In essa, difatti, sono sintetizzato le soluzioni di prin– cipio, che danno ragione di uno piuttosto che di un altro trattamento legislativo del concordato di ta– ri Ifa. Poichè la formula che lo considera come una lcx puhlica importa: 1°) dal punto di vista pe1·s011ale, l'estensione, realizzabile con diversità di tempera– menti, della sua efficacia oltre la sfera delle persone che l'hanno stipulato; 2°) e 1 dal punto di vista ma• fe,-iale, l'inderogabilità assoluta delle clausole dP-1 concordato per opera dei singoli contraenti. Confi• gurnndo invece il nostro fenomeno come un rap• porto di puro. diritto privato, ne sono conseguenti logicamente la circoscrizione della virtù obbligatoria del concordato a coloro soltanto che l'hanno con– cluso, e la sanzione di semplice annullabilità dei

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