Critica Sociale - Anno XVII - n. 8 - 16 aprile 1907

118 CRITICA SOCIALE Un'ora criticadelradicalismo francese Che cosa accado in questo momento in Francia? Poche domande possono più di questa sembrare oziose vane od ingenue, o far scrollare la testa e le spalle in un grande e spontaneo slancio ili compatimento. Jlercbè quel che accade in Francia, tutti in Italia sanno, od almeno erodono di perrettamente sapere. I nostri fogli quotidiani sono sommersi sotto una tor– menta cosl fitta di dispacci, di lettere, di indiscrezioni, di rivelazioni, di commenti e di profezie .... parigine, che davvero il pubblico dei lettori si riterrebbe il meno in– telligente fra i pubblici di questo mondo se dubitasse di a,·ere ancora. qualchecosa da. imparare. Il giornalista, che si accingesse a lumeggiare por proprio conto e una. volta di più una situazione cosl abbondantemente lu– meggiata, arrischierebbe dunque, almeno almeno, di esser trattato da fatuo o da seccatore. Però, rispettando questa pregiudiziale nel limiti de1 dovuto, lo credo di essere ancora in tempo per fare una riflessione di attualità. Come avviene che i socialietl ita– liani, pur possedendo tanti dati di fatto e tanti elementi di giudizio, vedono il momento attua.le della politica re, pubblicana in un modo cosl diverso dai loro compagni francesi? Come avviene che par noi (gli ultrasindacallsti esclusi) tutto quel che accade nella Repubblica sia bello, grande, luminoso ed esemplare, mentre per i socialisti unificati Ji Francia (i riformisti alla Jaurès compresi) l'ora che volge è grigia di dubbio e den9a di amarezza? E, infine, chi dunque fra noi, che applaudiamo, ed essl 1 che criticano, ha rngione o vede giusto? Questa divergenza di pareri è, in fondo, in fondo, fa– cilmente spiegabile. Sarebbe puerile contestare il grande• il maravlglioso rinnova monto della Repubblica. La con– gregazione fiaccati\, la chlesa sgominata, la camarilla mi– litaresca ridotta, o quasi, alla ragione, il metodo della frauchezzo.,della pubblicità e della semplicità applicato ai costumi politici, Il radicalismo trionrante coi suol uomini più eminenti, le riforme sociali promesse e fino ad un certo punto garantite dalla creazione di un Ministero del la– voro; è questo un complesso di tatti che spiega e giu • stiflca l'ammirazione dell'estero. Oli italiani poi sono trrerutabllmente Indotti a giudicare nomini e coso alla stregua clegli uomini o delle cose di casa loro, ed il confronto (disastroso per le piccinerie, per le vergogne e per le viltà. della politica nostrana) esalta flno al fana– tismo gli entusiasml per Il popolo vicino. I socialisti rrancesi 1 invece, si trovano in tutt'altra condizione. Essi giudicano i risultati d 1 oggi paragonan– doli alle previsioni di ieri e conrronh.no quello che il paese ba ottenuto con quello cb'esso aveva la speranza e il diritto di ottenere. 'l'rovandosl sul terreno stesso della battaglia quotidiana, essi sceverano tena.comente la realtà della retorica, leggono agevolmente le intenzioni sotto il velame delle promesse, giudicano la sincerità dei propositi dal particolari dell'applicazione; misurano 1 In una parola, le probabllltà dell'avvenire sui frutti del presente. E restano freddi e dlsapprovatori. Si può dire qunsi che, mentre i socialisti italiani si entusiasmano per la politica radicale perchè la lonta– nanza impediece loro di scorgere le ombro del quadro, l francesi, trovandosi eccessivamente vicini, hanno l'oc• cbio troppo offeso dallo copio9e mende dell'opera, per trovar l'agio e la serenità nece93arie a notarne ed am– mirarne l reali pregl d'Insieme. ... Eppure, all'indomani delle elezioni del marzo 1906 1 un eorno di giubilo rallegrò tutte le schiero dell'esercito repubblicano. Un canto di vittoria si levò dalle flle dei partiti democratici ed anche (o meglio, specialmente) da11e file Jei socialisti. Se Ouesde, dalla vetta della sua lntranslgenza 1 ma.lcompresa e mal digerita. dai suoi stessi fidi, continuava a parlare di fallimento e di baratro ine– vitabile, la infinita maggioranza del nostro partito era proclive ad un atteggiamento di aspettativa benevola. Per la prima volta il partito radicale aveva. (secondo quanto s'affermava) una maggioranza propria, e per la prima volta esso poteva osare di proporre e di imporro riformo sue proprie, non alterato nè snaturate da. colla– borazioni sospette. Il paese aveva, con uno slancio irresistibile, affermata. In. sua volontà. di andar sempre più oltre sulla via delle conquiste ardite. I comizt elettorali, pur favorendo tutte le frazioni dell'antico blocco di Sinistra, avevano più specialmente giovato ai radico-socialisti e al socia– lidi unificati e Indipendenti. E l'indicazione delle urne era stata sl ben compresa, che, sulla flne delle vacanze, il Pre9ldonte della repubblica aveva formato un Gabinetto di Estrema Sinistra quasi pura, do,·e due socialisti, il Briaod e tl Vivlanl, erano alla testa di due dicasteri Importantissimi, e dove lo funzioni dt presidente era.no affidate a Georges Clemenceau, ossia al più origlnale 1 al più audace, al plù illuminato o al più giustamente ce– lebre tra i leaders del radicalismo francese. Ma i rosei sogni e le grandi aspettative furono in gran parte delusi. La. maggioranza radicale, che poteva dopo tanto tempo agire da sè e per sè, e1 applicare inte– gralmente il suo programma, si mostrò meno ardita e meno coerente assai, di quel che non rosse stato al tempi di Combes e di Valdeck-Rousseau il vecchio blocco delle Sinistre, composto di elementi politicamente dlspa rati. La giovano Camera del 1906 fu cosl mollo, cosl inoperosa e cosl tentennante, da ricordare la vecchia Ca• mera del 1902 nell'ultimo anno dl sua eslsteuza, trasci– nato penosamente sotto l'insulto della vecchiaia e fra le angosce della pro9sima flne. Il bilancio di questi primi dieci mesi di legislatura si può riassumere in un'unica e desolante parola: impotenza. . Certo, la ,,ia delle riforme profonde è seminata di ostacoli. Certo, quando si muovono I primi pas9i sul cammino difficile, un segno di ositazlono è permesso e rivela, non già una debolezza, bensl un desiderio legit• timo cli orientarsi bene, di renderai conto delle insidie e di misurare lo proprie forze colle asprezze del còm– pito. Ma la maggioranza odierna ci ha pur _troppo or– terto uno spettacolo doloroso: essa ci si è rivelata divisa, minata da malcelate lotte intestine, da intrighi, da di• vergenza personali e dottrinali. La sua Immobilità cl è parsa ben piuttosto il frutto della sua Intima debolezza cbo non il risultato dl un proposito di studio e di rac• glimento In ogni modo 1 nel campo pratico 1 I risultati del suo atteggiamento sono stati fino ad oggi poco confortanti. Il partito radicale non ha dato al Governo nè il concorso oè le inspirazioni necessarie alle grandi Iniziative. Tutto il buon volere personale dei mini~tri al è inrranto na– turalmente contro le dirflcoltà di trovare nella Camera un terreno solido. Dall'ottobre in qua non abbiamo avuto torde un solo voto chiaro e preciso. Sempre, è vero, il Gabinetto ha ottenuto delle maggioranze enormi. Ma, siccome gli amici e i nemici si sono di solito accordati nell'approvarlo solo dopo aver vieto nontato qualche

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