Critica Sociale - Anno XVII - n. 6 - 16 marzo 1907

92 ORI'r!CA SOCIALE centri, perpetua un organismo nazionale anetrato in rapporto all'evoluzione dei piÌ.l civili popoli odierni. La prima causa del disagio meridionale in Italia è nella impossibilità. cli stabilire un'armonia tra lo stato sociale e il politico, tra l'organismo dello Stato moderno, che carica sulla totalità dei cittadini gli enormi hilanci pubblici e il scrYizio militare, e una societit retta ancora per moltissim{!,parte sul regime della proprietà medioevale, con la quale la potenza economica è concentrata in pochi latifondisti. Prima del 1860 in Sicilia le imposte erano lievi, mancava un grosso debito pubblico, non c'era la coscrizione militare, la popolazione aveva pochi bisogni, alquanti poveri trovavano sicura la scodella di minestra alla porta dei conventi. Nel cessato regime feudale tutta Ja ricchezza territoriale era in mano dei signori, ma era in compenso dato a Joro di prestare servi– zio militare, di amministrare i rispettivi vassalli senza bisogno dei grossi accentramenti burocratici odierni. Oggi la ricchezza territoriale è ancora in poche mani; quella industriale e commerciale è an– cora ben misern cosa; e intanto i pubblici pesi gra– vano sulla intera massa di cittadini, di cui un gran– dissimo numero è di contadini nullatenenti. Anche il movimento di organizzazione proletaria corre pericolo in Sicilia di riuscire deformato e guasto dalle disarmonie di classe tra i centri rurali e i principali capoluoghi di provincia. Nelle grosse città si vorrebbe attirare quel movimento, divellen– dolo dalle sue naturali sedi, e sfruttandolo come un nuovo vassallaggio di contadini verso i grossi centri della borghesia. In Sicilia il movimento socialista non può incominciare che con la organizzazione dei con– tadini per la conquista collettiva della terra; ogni altro socialismo non è che chiacchiere, falsità e trayestimento nuovo di camorre politiche: il borge• sato 1 P artigianato, il minuto commercio e il ceto professionale e degli impiegati, salvo poche ed ono– revoli eccezioni, sono pili della vera borghesia av– versi ad una genuina azione socialista, per quanto qualche volta mostrino di occuparsene. Dimostreremo nella terza parte di questo studio, trattando della socializzazione della terra, come la organi1,zazione dei contadini per la conquista collet– tiva del suolo agricolo 1 nella sua fatale evoluzione, deve comprendere anche l'organizzazione dell' arti• gianato e delle professioni socialmente utili 1 con uno scambio organico di favori e di consumi. Il procedimento inYerso tenuto finora è infecondo, per– chè falso. S. CMl"MARRRI-SCUR'rJ. ·1 IL PR06RAMMA ECOHOMICO-SOCIALE DEI CATTOLICI Diradatesi ormai le nebbie che si opponevano ad un deciso orientamento politico dei cattolici, le ten– denze di questi, i loro_principl, le loro idealità. .!li con– densano e quasi si materializzano in un programma parlamentare. Scenderà anch'esso in lizzaj e là, nella folla di interessi che quotidianament9 attrae la marea politica, nel suo irresistibile a~cendere, incontrerà, come ogni altro, gioie e dolori, sconfitte e vittorie, applausi ed irrisioni. Sarà un programma di idee medie. Il Murri 10 af– ferma, dando però all'aggettivo un senso diverso dal nostro, se mal non ci ·apponiamo nell,interpretare le sue parole: u esso viene a chiarire e a 1·inf1·anca1·ele oscu1·e,confuse tendenze di molla parte della borghesia e delle classi conserval1·ici ..... m quelle idee poco decise che caratterizzarono l'opera. del Giolitti della seconda epoca (incarnazione socialislizzante) di fronte ai pro– blemi del lavoro. Esso farà quindi qualche iniezione di lealtà politica al partito conservatore; ed è già qualche cosa. Ma in quel programma vi sono contraddizioni profonde. Mentre da una parte si informa a larghezza di vedute, ad ele– vati principi morali, per risolvere la questione sociale; da1Faltro 1 entrando sul terreno della pratica, si rim– picciolisc@, e, pur negando teoricamente la lotta di clas~e 1 io fatto la ammette, ~ozi la alimeota, la inco– raggia e dimostra di non potere sfuggire alla legge comune a tutti i partiti. Seguiamo il }-furri nella sua analisi acutissima ed obbiettiva (N. Antologia, 10 gennaio 1907). Mentre, in uno sfondo grandioso e vago come i con• torni evanescenti di una creazione simbolica, ci disegna le grandi linee del programma 11 massimo II del partitp cattolico - di quel programma che in prò dei disere• dati fa appello ai principi generici di dovere sociale, di amore, di solidarietà di classi, di pl\cificaziooe, di tutela degli umili - in una parola, alle idee che già in parte informarono Pazione di De Mun e De la Tour du Pin; in un punto più reale, più vicino a noi, ci mostra., definito nei suoi tratti poco originali, il pro– gramma II minimo n, che dovrà domani essere la base, il substrato dell'azione parlamentare cattolica. Il primo risponde all'idea corporativa, che ha già avuto una smentita solenne in Francia, e si fonda sopra un concetto di pat,·onato o di protezione verso le classi inferiori; il secondo, invece, sopra una difesa di interessi parlicolal'i, quelli delle classi medie rurali, tra le quali più particolarmente il partito cattolico re– cluta i suoi seguaci. È perciò che noi interpretiamo in modo diverso dal Murri Paggetti vo u medio ,,, e chiamiamo non pro– gramma di " idee medie m ma di " interessi medii m quello che ci viene oggi presentato come base doll'a• zione economico-sociale del Gruppo parlamentare cat• tolico; è perciò che noi riteniamo impossibile al partito cattolico di svolgere e propugnare principi: positivi e coerenti in favore delle clas.ii proletarie, senza atten– tare in qualche modo agli interessi dei suoi aderenti. Chi sono costoro1 Che cosa vogliono? Quali sono i loro interessi e come tendono a farli valere? Procediamo per gradi. L'azione del partito cattolico si svolge per lo più, in Italia come altrove, nell'am– biente della piccola proprietà. campagnuola, tra coloro che, inesorabilmente serrati tra il grande capitalismo e il proletariato, si dibattono in angustie economiche terribili, sono gravati dal fisco, sfruttati dall'usura e dagli intermediari, vesr-ati o minacciati dalla. concor– renza dei paesi nuovi e viù progrediti. Il partito cat– tolico italiano, come il belga, il tedesco e l'austriaco, giunge a proposito colle sue Casse rurali, colle sue Cooperative di consumo o çli vendita, colle sue Società mutue di assicurazione; rileva le energie, le incoraggia, le eccita a reagire contro quelle crisi che sempre più le abbatto~o, a trovare nell'a8sociazione un rimedio efficace. E fio qui nulla di anormale,: anche la sua azione parlamentare, in questo senso, no.n si troverebbe a contraddire con la parte del programma che riguarda il proletariato. Ma come potrà sciogliere il problema, rimaner coe– rente, quando la classe proletaria, minacciata o real– mente colpita dall'invasione dei prodotti esteri, do– manderà con atte grida dazt protettori? Risponde per

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