Critica Sociale - Anno XVI - n. 24 - 16 dicembre 1906

376 CRITICA SOCIALE condo un processo dialettico che la conduce inevi– tabilmente alla propria distruzione. Noi vediamo, infatti, da questo cammino percorso dal protestante· simo, che la religione (sempre intesa come or ora si è detto) non ruina tanto sotto i colpi che le muo– vono quelli che stanno in un campo opposto al suo, nel campo irreligioso; quanto mediante le deduzioni sempre più elevate, rigorose e pure che, dagli stessi suoi principi, traggono coloro che s'accampano sul suo stesso terreno. Questa via, percorsa oramai fino in fondo dal protestantesimo, è quella su cui sta incamminandosi anche il cattolicesimo modernista 1 il quale (sebhene i suoi seguaci non voglicrno sentirselo dire) va acco– standosi grandemente al protestantesimo. Ci è capi– tato, in proposito, di questi giorni sott'occhio un vecchio e certo non troppo profondo volume del De Rémusat, Philosophie réligieuse. 111 esso si riferisce un curioso giudizio che Jarnes Buchanam, professore di teologia apologetica ad ~Jdimburgo, dft del cardi– nale Newman, in un libro pubblicato nel 1854, quando nessuno sapeva che il cardinale Newman sarebbe diventato il maestro venerato dei cattolici riformisti del secolo xx. mcco il giudizio: « La. dot– trina dell 1 ateismo si esteude infine alla stessa reli– gione e la rappresenta come progressiva ar.traverso i tempi, per modo che l'ispirazione primitiva avrebbe bisogno degli sforzi dell'umanità perchè le dottrine rivelate si chiariscano e si purifichino. Quest'ultima. teoria, che sembra quella del padre Newman, un luminare del cattolicesimo inglese, s'accosta ai si– si.emi di ateismo, perchè, accordando al tempo il potere di modificare l"idea della Divinità, tende a oscurare ed a scuotere il fondamento della teologia naturale. ,, (1) L'ispiratore dei neocattolici faceva dunque agli spiriti religiosi suoi contemporanei l'effetto d'un espositore cli ateismo. La dottrina che da tempo è centralo nel protestantesimo e che tende ora a dive– nirlo nel cattolicesimo. e cioè che l'umanità apprenda a poco a poco e sempre meglio il Divino) questa dottrina parve, quando fu nel campo cattolico per la prima. volta formulata, una dottrina atea. Quale cammino! Per conto nostro, di questo cammino siamo lietis– simi, perchè esso (specialmente con la mèta che ha raggiunto nel pensiero del Oiran) tende a distrug– gere la religione come complesso di crndenze posi– ti\•c, a liberarla dal feticismo di queste credenze (giacchè ogni credenza positiva e fissata una volta per tutte è in religione un feticismo) e a ridurla a puro spirito religioso, a mera attitudine contempla– tiva e ricercatrice circa il mistero che giace in fondo ·alle cose, e a raccostare così il □ostro moderno con– cetto religioso a quello che forse è la sostanza pill alta del pensiero religioso dei padri di nostra gente, gli ariani dell'l"ndia. Quanto alle conseguenze che queste nuove elabo– razioni religi11se recheranno sul terreno politico (ove il clericalismo cattolico e protestante verrà annien– tato dallo stesso progresso compiuto dalla coscienza religiosa in entrambi i campi) esse si presentano così ovvie che sarebbe ozioso soffermarvisi. G IUSIWPE RENSJ. (! Cl!tr..ULl::i DI:: Rf:/dlfdAT: PhUosophL! ,-é/1,gleuse. {Paris, Oermer Ballllère, IS6i), pag. r,9, FRANCESCO MEHRING DODICI ANNI DILEGGI ECCEZIONALI. Elegante volume di circa 300 pagine a L. 3. J nostri abbona.ti, che sono in regola coll'Amministra– zione, potranno averlo a L. 2. Inviare l'importo al nostro Ufficio. LA COLLABORAZIONE (a proposito del problema degli impiegati) Dopo un lungo intervallo per dar tempo al paziente lettore di rifiatare, riprendo le mie innocue elucubra• zioni sopra il movimento delle organizzazioni professio• nali, su cui po:1so recare, se non idee nuove, almeno una attenta esperienza. Nè l'argomento può ritenersi estraneo all'àmbito della Critica Sociale, perchè non solo è un ratto " sociale ,, e però degno dell'analisi nostra; ma anche perchè fatal– mente le organizzazioni gravitano - o politiche o no, o per presupposto o per incidenza - verso il moto pro– letario, assumendone spesso gli atteggiamenti. A parte il non piacevole fenomeno di mimetismo, pel qua.le troppo spesso si è tratti a imitare le forme esteriori di altri organismi, senza ben riflettere se queste siano lo– giche e utili fLlori del loro naturale apparire, è certo che la classe dei pubblici funzionari, o diciamo pure degli impiegati, si sente ogni giorno meno lontana dt\lla classe proletaria, per condizioni psicologiche, economiche e sociali. Le Camere federali degli impiegati si modellano sopra le Camere del lavoro; la prossima Confederazione di essi, quale uscirà dal vicino Congresso di Roma, c 1 è da scommettere che avrà sott'occhio lo statuto che il Yerzi elaborò per la Confederazione del lavoro: nei comizi che frequenti (anche troppo, specie per chi li deve pre– parare!) si sus1wguono, non manca mai il fervorino di queste due " Camere ,, che, natllralmente, aderiscono, come diciamo nell'idioma gentile dell'oratoria politica. Tali sogni esteriori indica.no una affinità essenziale, che lo sdegnoso giacobinismo pn,letario o il pauroso spagno– lismo borghese di qualche arretrato non valgono a di– struggere. Crodo che, fra le tante ragioni di questo mu– tamento, sia da porsi la coscienza, fattasi piì1 chiara, della natura eminentemente " sociale ,, dei servizi o delle funzioni statali. Confrontiamo, per far un esempio d'attualità, gli antichi gabellieri che, vessando a ognuna delle frequenti frontiere i transiti dei pedoni e delle merci, davano una sensibile testimonianza del potere esoso, personale, tirannico dei signori principeschi, e raccoglievano buona parte dell'odio portato ai loro p1- droni; confrontiamo, dico 1 questi strumenti di angherie dannose con i nostri impiegati delle Dogane, la cui o pera è cosl urgente che tutto il commercio dJltalla balza su adirato, se la vede rallentata un momento. Nei giorni passati, per il mal detto " ostruzionismo n doga.uale, parve come se una mano imprudente avesse abbassata la saracinesca, che regola l'efflusso dei canali, provo– cando il rigurgito delle acque e \!inondazione: tutta la la vita industre ne fu turbata i le officine minacciavano di chiudersi; gli operai di restare sul lastrico. Questo intreccio di fatti, questa ripercussione di moti, questo moltiplicarsi di effetti, non soltanto legano più strettamente le classi, cui sì rivela una nuova affinità, ma nel " funzionario n fanno sorgere, come dicevo) più vivo il senso della indipendenza da un Ooveruo " pa• drone , 1 e insieme di una propria importanza produttiva sociale, la quale è costretta e disconosciuta non altri– menti che l'importanza produttiva sociale del proleta– riato. Ma vi ba di pili: l'on. 'J'urati, nel discorso tenuto alla Camera sopra la questione delle Strade ferrate, accennò alla tendenza dello Stato a diventare un organo diret· tlvo rli industria nazionale. Questo concetto, cosl etero-

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