Critica Sociale - Anno XVI - n. 24 - 16 dicembre 1906

CRITICASOCIALE 371 Anche stimiamo essere di suprema utilità cono– scere le condizioni obiettive da cui tra~gono nasci– mento e alimento i partiti politici in Italia, special– mente il nostro: conoscere le forme, gli svolgimenti e le trasformazioni della proprietà ca1>italistica nelle singole regioni e località del nostro paese; e i rap– porti e i nessi che sono tra il primo e il seco11do ordine di fenomeni, per derivarne insegnamenti per In. delineazione di una politica socialista e democra– tico, po1-1itiva e contingente nel medesimo tempn, variabile eventualmente da una all'altra regione. È codesto un catasto che il Governo non può fare, ma che non riuscirà impossibile a noi so ci sorreg-ga l'uiuto degli amici vicini e lontani. 'l'enteremo quindi di organizzare un sistemR. di inchieste e di studi a ciò rivolti, i cui risultati saranno via via pubblicati in queste colonne e forse, a seconda degli eventi, raccolti poi in volumetti a documenta• zione del nostro essere e del nostro divenire. . * * Allo .svolgimentv Ji questo quadro, di cui sboz- ziamo qui le somme linee, può dubitarsi che l'at– tualo formato della Critica. sia cornice insufficiente, e che sia troppo lento veicolo la presente periodicità quindicinale. Ma, innanzi addivenire a riforme di carattere esteriore, stimiamo utile saiigiare il ter– reno, sperimentare fin dove ci bastino le forze o quanto ci segua l'ausilio dei lettori che furono sempre saldo fondamento di questo periodico. AIla audacia di promesso che dovessero in parte venir deluse, preferiamo una cautela eccessiva: sia poi hl materia esuberante che rompa l'involucro angusto e ci sforzi a mutamenti, anche esteriori, pili radicali. Per ora sarà imperativo categorico, per tutti i redattori, lo studio della più assoluta concisione, il motto: Il molte iciee in poche parole,,. Solo a questo patto potremo dare una parte proporzionalmente larga in queste pagine alla nota obiettiva ed in· formativa - alla raccolta di fatti e cli notizie - agli "sguardi in giro,, - per dirla alla tedesca - i più al possibile completi nella materia sociale. Ciò che importa è che il nuovo anno ci dia - e sia pure in iscvrcio - questo disegno compiuto. l:>erchè è questo il c6rnpito dell'ora, che si riattacca al passato della nostra Rivista e le prepara un av– venire. Il socialismo in Jtalia ha superata la prima giovinezza, della quale ebbe tutti gli entusiasmi o tutti gli errori. Sbaragliata da una parte e dall'altra l'utopia della violenza - che si volge contro i vio– lenti - il terreno è sgombro per un'opera rea\i– sticn e ricostruttiva, che interessa tanto le classi operaie quanto le zone più illuminate delle stesse classi dirigenti. Noi siamo giunti a un periodo di maturità, che consente trar profitto dalle esperienze del passato e impone a tutti nuovi e 1>ii1 precisi doveri. I.a Critica Socirlle ha l'ambizione cli essere un modesto ma caratteristico strumento di questo la– voro necessarioj cli contribuire, rinnovandosi, a que– st'opera di rinnovazione politica e sociale. LA CR1TICA SOCIALE. Avete la 1 a annata? L' Amminist1·azio11e della Critica. è sem1Jre disposta a t·icambiat·e con una qualsiasi successiva umiata, 1·ilegata, oppure con un am10d'abbo11amentu, /.'invio che le venisse (Cltto della 1a.amiata (1891) di Critica Sociale fa buono stato di c011servazio11e. Ricambieremo con opuscoli, a t·ichiesta, ognuno dei.se• guenti numeri separat. cùllo stesso 1° mmo: 4, 5, 6, 1 1 8, 10, 12, 13, 16, 17. Azionedi o/assea rompiool/o e azionedi o/asse intelligente Nella fervida disputa che si è acccsEL nell'ultimo quin– quennio, con intendimenti di ort1Jdossla o di revisio– nismo, sulla dottrina e sulla azione soclalhJta, un prin– cipio se l'è cavata, può dirsi, a buon mercato, con aolo qualche ammaccatura: il principio della lotta di classe. 1•:esorimane la nostra bussola e la nostra pietra di 1rnragone. Per connessione logica non poteva cavarsela peggio il grande ratto sociale moderno, cbe ò della loth, di classe l'applicazione più semplice, pili chiara, più tan– gil)ile, il fatto dell'azione economica sindacale; anzi esso ricevette una nuova consacrazione ed esaltazione, pure attraverso le esagerazioni del eindncnlismo rivolu– zionario. Oggi assistiamo ad una felice ripresa della organizzazione prortJssionale di classe o ad essa è certo npPrta una prospettiva non indifferente dalla cresciuta. attività economica della nostra Nazione e dal triste gioco trionfante nelll\ politica del nostro bel paese, tutta intesa a ris0l\'Cre I prol>lemì col rimandarli ed a chiu– dere al proletarinto le vte ari uu'ascensione graduale cl• ,·ile, non convulsionaria. o selvaggia. i\Iri 1 in quest'ora di rinnovati entusiasmi e di ritorno fidente a quell'opera minuta ed oscura rti preparazione e di conquista qu~tidi,uia, che fo rnirione di gloria o di vittorie, conviene un esame di coscienza. Oli uomini assennati, che si sono assunto il ponrteroso ufficio di cn.pitani di nHlsse o dì agitazioni or!onomiche, devono pnssa.re in rns<iegna lo deftcien,.e o gli errori dell 1 orga– ni1.zazione proree~ionale passata e portarvi rimedio. Non parlo ad lwmi11em. Conosco le eccezioni Iodate o lortevoli. Ho presente la saggezza ebe predode ad alcune delle nostre ~,ederazioni di mestiere. Miro invece, come è giusto e necessario, ai punti deboli. E la realtà è che, in cento Comuni, l'organizzazione proresslonale fil quQs\ un sostitlltivo, un equivalente della dimostrazione di pinzza. Ecco un quadro dal vero. In un borgo arriva il con– rerenziere, digiuno dl og11iconcreta conoscenza delle condizioni effettive del proletariato locale o dell'industria cui si deve riferire. Sale alla tribuna. Allo spettacolo inusitato accorre tutto il paese. Le parole calde, a1>pas• slonate si allargano tra quella gente, la quale non conobbe che ras~egnazioue. La massa, da principio fredda, diffi– dente, ostile anch~, si riscalda, si appassiona, si esalta. Non passa il giorno, e decine o decine di " coscienze,, Improvvisate si raccolgono in un locale provvisorio. La ,: lega ,, è fatta. L'oratore se ne va. r..apentola del mal– contento ribolle. L'indomani ò giorno di sciopero. Che vogliono quegli opernl? Confusamente lo sanno, ma alle volte neppure lo concretano. Passano poche ore, arri– vano i carabinieri. Nel paese corrono paurose voci dl licenziamenti. Il signorotto rlprende li suo dominio. Lo sbigottimento prende gli animi. La rolla, per un mo– mento ritta, ritorna a pregare: invoca un po' di lavoro. L'associazione si scioglie prima <liaffermarsi. Qualcuno rimane sul lastrico, quando non si incammina In car– cere. Per molti anni il Comune rosta cl1iuso ad ognl altra aziono di classe. Questa è la sorte dl molti centri minori. Nei più ampt l'organizzazione può sorgere, svilupparsi in un ambiente di più propizia libertà, utilizzare magi,rior somma di capacità. intellettuali, ma, ahimè!, la fretta, l 1 impazienza 1 la ristrettezza delle idee rovinano ogni cosa. La cassa

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