Critica Sociale - Anno XVI - n. 24 - 16 dicembre 1906

CRITICA SOCIALE 379 possa subire delle eccezioai temporanee, in causa di più forti circostanze perturbatrici; e i difensori della dottrina dell 1 egoismo di classe, pure non ammettendo veruna eccezione allo svolgersi di questo principio, concedono tuttavia che qualche volta la finanza, in– vece di essere il prodotto del1 1 11zione della sola classe dominante, riesca il prodotto di un accomodamento fra gli interessi di due o più classi. Di questa interessante controversia, molto si sono occupati gli studiosi, ai quali premeva di chiarire questa parte co:1ì importante della finanza teorica.; ma non sembra che il metodo seguito dalla pii'1 parte di loro sia stato il 1>ii'1 rigoroso e il pii1 adatto per raggiungere la mòta. Infatti molto si è discusso di quella che deve neces– sariamente essere la condotta dell'uomo di Governo, data la natura e le facoltà dell'animo umano, l'am– biente n.l quale il gov~rnante deve la sua eJeyaiione e quello entro il quale deve agire, le difficoltà eia superare e gli scopi da conseguire; ma i risultati delle inda,gini e delle ricerche, condotte seguendo le vie proprie del metodo deduttivo, sono state iu questo campo poco fruttuoso e contraddittorie, perchè l'ae– cordo tra gli studiosi non potè essere raggiunto; al contrario di ciò che sempre avviene nelle scienze sperimentali, nelle quali i risultati ottenuti con il me• todo positivo dell'induzione sono per sempre acquisiti alla scienza. Per fissare il principio regolatore della finanza sembra dunque che si debha di preferenza ricorrere al metodo storico-induttivo, studiare la. storia della Finanza e dell'Economia nelle varie Nazioni, inda• garP. l'atteggiarsi delle entrate e delle spese sotto l'influenza dei fatti politici (della pace e della guerra), dello svolgimento dPlla ricchezza. nazionale, dell'al– ternarsi al potere dei ,,ari inleressi volta per volta predominanti, e dell'azione di governanti insigni, ed esporre obbiettivamente i risultati di queste ricerche, lasciando, per così dire, la parola ai fatti stessi, i quali dimostrino quale sia ,•cramente la legge da cui sono regolati. Nell'impos~ibilità di studiare la storia finanziaria di tutte le Nazioni civili, ho pensato di rivolgere la mia attenzione a quella dell'Inghilterra dagli anni di pace che precedono l'inizio della guerra contro la Francia rivoluzionaria e napoleonide, sino all'epoca nostra; e ciò perchè le 1>rofonde variazioni subìte in questo periodo della costituzione economica e finanziaria dell'[nghilterra presentano un quadro di insuperato interesse, mentre il fatto che !il territorio del Regno Unito si è mantenuto immutato nella sua estensione permette la com1>arazione fra elementi statistici omogenei, la mancanza di rivoluzioni rende possibile di trascurare questo elemento di perturba• zione del normale svolgimento delle pubbliche fi– nanze, ed infine il ricco materiale bibliografico e statistico, che si riferisce a. questo periodo storico, permette anche allo studioso straniero di formarsene una chiara visione, così nell'insieme come nei par• ticolari. Naturalmente - e questo è il solito difetto del metodo storico-induttivo - la conclusione che si ricaverà dallo studio dei fatti finanziari del periodo prima accennato, non può, a stretto rigore, servire di norma. generale per tutte le altre epoche e le altre nazioni; per giungere ad una affermazione as– solutamente sicura bisognorebhe estendere questa ricerca nientemeno che alla storia finanziaria di tutto il mondo incivilito. Io quindi non pretendo con questo lavoro che di portare un modesto contributo a<l una delle più importanti dottrine della finanza teorica e di presentare un saggio del metodo con cui cr.edo debba essere tentatala soluzione di questo difficile problema. JACOPO Tn~ARONI. Ecco '(ì,1t rl'ora, il sommario dell'accennato studio del p,·of. 1'ivaroni 1 che J>ubbticlteremonei primi fascicoli dell'anno veg11e11fe: 1° Le condizioni economiche dell'Jnji!'hilterra alla fine del secolo X\'111. - 2° La finanza inglese Alla fine del secolo X\.JU: a) Le imposte dircttoj b) Le imposte indirette. - 3° L'imposi– zione durante la ~uerra contro la Francia (1843·18l5). - 4° Dimiuuziono delle imposto (1815·18.&0) - 5° L'agitaziono libero-11cambi11tao l'opera di Peel - 6° La riforma finan • ziaria; la guerro. di Crimen. - 7° Anni fortunati (1856·1866). - 8° l consenatori (1866-68). - 9° Gin.datone (1868-1874). - 100Northcote (1874-1880).- 11° Di nuovo Oladstone ..- 12°Oli ultimi anni (1880-1901). - 13° JI J)rincipio regolatore della fi– nanza inglese. - 14° Conclusione. Prof. ALESSANDRO GROPPALI La nuovaconcezione della vita Cent. 20 (presso In. Cl'itica Sociale). BIBLIOTECADI PROPAGANDA della Critica Sociale OPUSCOLI A CENT. 5. • Cdli pl"of A.: l,a le•l•ladone co•tro la malarla. • G....ppn •ocf•ll•1a pa,,./o'"''"",,.,: !iul luoro delle do11•e Il del miao• ru■I: Dltei:oa di lerre Il llela:illo111; ag-1;ii101o•I il Di,eg-110 dì lqg1 mi11it1eriale (Carcano). • },/o,,./,,.11tt ,t,: Comi •I ra I g-uadl!ll'Dllft di pilli (Pe111iori dl la'l'Orllori). • Pl•clt11,.ooo G.: La tattica rholudo11arla: roru Il ,lolear.a. • Tolttol 1,.: I donrl dt!l ,oldato. - I trdll del duaro. OPUSCOLI A CENT. 10. • ,frca1t11U 01111. 1-·.: l,e e,olulo11I della proprietà. • 8adolo,.f, 8,,,.,,.,",,. l,a loti.a di daue e la le1:1reilei domtrlllo coatto, • BoNoml lva1tt11: l,a rrltl del mo'filnenlo ~oehlllU&. • Coli/li p•"Of, F .. I.a b•H eeo110111h:0•1oelaledel pulito radica.le . ,1- l,wccl pl"of. A.: Organh;udone 1lel eon1adlnl e rui,te a-i" de l pro• prlet.arl. JI RtcZ..• E.: I prodotti df!llt terra. • R,,.., G.: l,e b"•I economiche dell'tmore. : :;,,.:::.:~'~'7,::»!t,:!~ 01i::. djl •:~.~~~ i::: ::t • l,o _,,.uo: Il dou1re 1lell1 re•l-t.enu w• edb.) • l,o 11,uo: La fine delle e tendenu "· OPUSCOLI A CBNT. 16, • C1>'"_,,.,rl-&,u·t1 8.: J,a lotta di cla"e In 8\ellla. • ,Vw,;a/di O. 1 M11uar11C.: Il rlordlnarneal.o della m■tualttà • delle peuloal per l■nlld\U. e •e«hlala 111 Samplerdareaa. " Partito (Il) del la1"ontorl ltallanl; Rapporto al Canpouo lnter11nlo– ual1 di Zurl•o (1811S). • Pro,raruma (Il) aJrlcolo del partilo operalo f'rllnceae. • H,non ttrlptol": La q■edloae di Napell (Co111e 11 IJOmlnerebbero lt camorre). • S111/i,1..,;,.; p,..f. o.: 11 Coa5re1110 di Flreue e gli amici dilla ,e■ola. (Per l'orranlnnlone d,rll IQ ■eg■anli), • Twroti F.: Il par,tto •oelall.ra e le .ue pretese .. le11deu.e •· • Twr1ali F. • C/pwdio 7rr 11tt: So rl1ll1mo e radk■ll■mo, • Yù,ont• pl"of. C.: l,'lallueua del 1oelali11110ul diritto 11rhato. OPUSCOLI A CBNT. 20. «- Com..,ar,ri &,wli S : Il problema 1lelllaao e merldlo■ale al Coagreuo dei e.. tadlol di CorllODI. • Co"'""' dott. o.: Lerrl ■ociall la re11adou: L■ leg-re 11.l latoro ri■leolo. • Lo ,1,uo: l,e Caue di maternità. • D, J,,..co auo, J,',: l " P■-cl II e la q1111tlo11e1h1lll1aa. G,•,u:iodel pl"of. A.: Il mO'flm11110operalo. ,w, Gl"t>ppoli p,·of, A.: l,a 11110n,concti:lone della 'flte. • LobO,ola Al"IMl"O.' Contro Il ref.,,.o,nd10,-. Jt Mlll".11' c.; Dl•cor,o •ul llk1ro ae•mblo, OOD prefulooo di E,.gd,. • Mo,.tema,,.,;,.1 p,·of. G/01111>0, 011 Ideali eeonomlel della pre1111te • della p101ta generulone ha 11Alla. .it- Mudnldi G.: 1,e eonilldonl 11c·llRmarina merctntlle e I do"rl dello Stato. I Pdl"OCrlli doli. C.: l,a ttorla mu:i:1-l• dellll ml111rla croeente e la IUll unica luler.,ret1u:lo11e. I S1,/ol1Jli p,,.of. O,: Il 1)111,at.o e l'u,enlre della lotta di elute In ln– lJbllttrra. • 7'wl"(lti 1''11/ppo: I\ partito 1011lall1la I l'att111le momento politico, a• edliione, colla Rllpolt(I 11/ CONll"addiltt>l"i, • Lo ttu,o: La polltlu • -4g-,,011 dell'o11. Ololllll (dl1corao 1111 C,mera). • l,a 1tu,o: I d111lt.erl del ,hl !pu la riformi etrcetarit), • T..,·oU F., C. 7'r,:•e•. 1. Oo,.oml , O. Cono/i,: l,e Leghe di r11lele1111 e Il partito toelalltta. • YaNdf>'tlf/d, ,:. : La duade■I.I del taplt.1111110.

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