Critica Sociale - Anno XVI - n. 22 - 16 novembre 1906

CRITICASOCIALE Quale garanzia si avrehbe colla avocazione, se lo Stato si troverà pur sempre fra gli addentellati di resistenze locali? Si dirà: lo Stato imporrà ... Ma, se oggi le scuole comunali stanno sotto l'egida di leggi dello Stato 1 il quale è incapace di farle eseguire, malgrado un battaglione cl'ispettori e uno squadrone di provveditori? li noecio\0 1 a.dunque, della questi<'ne non istà nell'es– sere le scuole comunali o governath'e. Sta nella trascu– ranza biasimevole dello Stato, che non bada se le leggi non vengono eseguite. Datemi, pur colle leggi attuali, un ministro onesto, cosciente del suo ufficio, che voglia per davvero far da tutti rispettare le leggi, e in pochi annt gli illetterati scompariranno e gli insegnanti ele– mentari saranno soddisfatti e animati dal vivo ctosider:o di cc.operare, seìlza lagnanze, al benessere intellettuale del nostro paese. Ma non basto.. Bisogno. cl!e lo Stato sia all'altezza della sua missione e non sanzioni, come ha fatto fino ad ora, leggi, negli effetti, di una efficacia molto problematica. Alludo alla legge Orlando, l'ultima sull'ordinamento delle scuole elementari. \J Essa ila prolungato l'obbligo dell'istruzione fino al do– dicesimo anno. Ma dove? Dove minore era il bisogno, cioè nei Comuni più popolati, nei quali l'istruzione è già innanzi, è facilitata in tutti i modi ed è Rpprezzata e voluta dalla quasi totalità. delle famiglie. Nulla invece ha fatto per i poveri abitanti delle cam– pngne, lontani dai centri civili.. Per queste popolazioni, abbrutite dall'ignoranza, da superstizioni secolari, prive d'ogni sentimento, d'ogni re~titudino, d'ogni idealità, la legge Orlando nulla ha provveduto. Noi, socialh1ti, non dobbiamo perdere di vista questa. importante questione scolasUca, cui si collegano e dalla quale dipendono tutte le altre d'ordine economico e mo• raie. Si dovrebbe quindi discutere se convenga meglio che le scuole elementari diventino !" •roviocia.li, anzichè governati ve. .A.dogni modo, iniziamo su questo argomento una larga discussione, che illumini le popolazioni e sproni il no– stro partito ad interessarsi della istruzione primaria, la quale deve estendorsi e penetrare con sollecitudine nelle più piccole e lontane diramazioni dell'organismo sociale. In,·ero, sarebbe sconfortante e doloroso se, pusate le scuole elementari allo Stato, dopo un ventennio, le con– dizioni fossero quelle, a un dipre<1so,che oggi si !amen· taoo, restando ancora al nostro paese un primato co1--ì poco lusinghiero. Q1ianto tempo, quante energie, quante spese perdute senza costrutto! 11 Ooveroo italiano, flnò ad ora, si è mostrato un pes· simo amministratore in tutti i ra.mi dell'azienda pub– blica. La tendenza dei no.sitriparlamentari ad accentrare tutti 1 poteri nelle mani di pochi, è la principale causa <li tutte le miserie, di tutte le disOnfstà e improntitudini che si vanno compiendo ogni giorno, a porre riparo alle quali non valgono ormai più nò scritti, nè discor:oi, nè processi, nò scioperi. Pensiamo seriamente a.dunque prima-di fare un pailSO che allontana quelle normo di governo che noi invece invochiamo e che consistono nel decmtrare i servizi pubblici, per dare, alla periferia sana ed esuberante di vita, tutto ciò ch'essa può e deve compiere per il vero benessere di tutto l'organismo sociale. LUIGI SUTTO. La Critica Sociale e i.l Tempo, per l'Italia: anno L. 22, semestre I.. 12 - per l'Estero: anno L. 40, liemestre L. 22. ILLATO PSICOLO&ICO DEL SOCUL!Sl\' IV. I bisogni delJa classe opBraia. (Contlnonzlone). 22. - L'aumento di dolori, congiunto alla maggior possibilitù di combatterli (l'aumento di dolori e l'aumento di mezzi, direbbe altri), à portato nella classe la\'Ora– trice un corrispondente aumento di bisogni che, ove non si possano soddisfùre con la lotta economica tendente nei suoi molteplici aspetti (scioperi, sindacati, camere del lavoro e via dicendo) alla conquista di un maggior salario, cercano di soddisfarsi per la via 1>oliticacon la conquista, in nome do! socialismo, dei Comuni, delle Provincie e dello Stato. Se queste due vie o questi due mezzi mancassero e non ce ne fossero altri, le cresciute esigenze dei lavoratori non costituirebbero alcun pericolo per la classe borghese; perchè tali esi– genze, costrette a cozzare contro la nrnrnglia granitica dell'impotenza, non assurgerebbero mai alla forza di veri bisogni, anzi a poco a poco si atrofizzerebbero, stagnando in quella apatia musulmana che è propria del proletariato non ancora travolto negli ingranaggi del moderno capitali.:;ruo. D'altro lato, se la sensibilità, l'intelligenza, la personalità dei lavoratori non avessero avuto modo di perfezionarsi cd ele\'arsi, se in loro non fosse sorto lo stimolo che nasce, in una p:Jicbe più de– licata e più complessa, da un accresciuto numero di dolori, essi avrebbero trascurato del tutto (come anc'oggi i lavoratori meno evoluti trascurano in parte od usano male) i mezzi posti a loro disposizione dalla società borghese, perchè il comb:ittere la lotta economica come l'affrontare quella politica sarebbe parso, alle loro deboli forze, al loro indifferentismo, alla loro inerzia profonda, pil'l noioso e pi.ù doloroso della loro miseria, alla quale si sarebbero contentati di provvedere invocando la carità del padrone In questo mondo, e la riconoscenza del cielo in quell'altro. Ma la. società borghese è riuscita a meraviglia a per• fezionare ed evolvere la psiche dei lavoratori, accre– scendone la sensibilità, aumentandone le esigenze e i dolori; come pure à pensato a trovare i mezzi adatti a soddisfare quel!e esigenze, a calmare quei dolori, e 1i à apparecchiati davanti al proletariato, invitandolo e invogliandolo anche ad afferrarli ed usarli quando il proletariato era ancora tanto cieco da non vederli, e quando;la borghesia era tanto ingenua da credere che egli li 1 avrebbe sempre messi in opra a cli lei esclusivo uso e consumo Il proletariato, a,·endo cosl concepito la possibilità. di ascendere tino al livello della borghesia, sente di questa tutti i desideri e tutti i bisogni, i quali di tanto sono superiori ai salart 1 di quanto i salari redano al di sotto delle ricchezze, delle rendite e dei profitti della bor– ghesia. Il proletariato à quindi ragione di lagnarsi della. propria sorte e di protestare contro il capitalismo, nè 1 a rigor di logica, si può rinfacciargli la condizione e la. miseria dei lavoratori dei tempi andati. È quello che efficacemente nota il Lassalle nella sua lettera al Co– mitato Centrale per la convocazione d'un Congresso ge– nerale dei lavoratori tedeschi a Lipsia. " Può darsi - egli avverte - che il minimo neces– sario d 1 esistenza e, per conseguenza, lo stato della classe optrai"a, comparandoli da una generazione all'altra, si siano un po' eleva.ti . Se ciò sia di fatto anenuto, sa realmente l'insieme delle condizioni della classe operaia. sia continuamente migliorato attraverso i secoli, è una

RkJQdWJsaXNoZXIy