Critica Sociale - Anno XVI - n. 21 - 1 novembre 1906

CRITICASOCIALE 325 Il Vorwarts e il Congresso diRoma L'organo centrale del partito socialista tedesco, il Vor• wiirts, nel numero del 19 ottobre u. s, commenta lun– gamente l'ultimo Congresso dei socialisti italiani. DelPlmportante commento traduciamo la parte sostan– ziale. Dice il Vorwiirts: "L'impre!lsione, che ha in sulle primo de:1tato il Con– gresso di Roma in coloro che ad esso direttamente par– teciparono o no seguirono il resoconto quotidiano, non può resistore ad una tranquilla e spassionata pondera– zione. u Dapprima era ~ombrato che una manona, uno sleale \'Oltafaccia di una frazione avesse tolto al risultato del Co~gresso quahia~i chiarezza i che Il voto a"esse resa più confusa e intricata la situazione in luogo di de!uc\• darla. Ma poi fu d'uopo ammettere cho ciò non rispon– dem affatto alla l'Orità: il Cougro~so dimostrò con la più desiderabile e,·tdenza che la maggioranza dei dele– gati aveva opinioni rirormistlche e che al metodo san– cito in J3olo_gnaera venuta meno la fiducia della mag– gioranza. Il Cooi;tresso no,i designò lei vifto,·ia del Centro sui due estremi, bensì la vutoria della Destra sulla Sin.i• strn. E ciò non pcrchò i riformisti abbiano acceduto al– l'ordine del giorno degli Integralisti, ma pe,·chè questo ordine del giorno, 11ellasua profonda essenza, e,-a ,-ifor– mistico. 11 Se il Congresso, so una parte clello Sezioni, hanno potuto a questo proposito ingannarsi, ciò prova soltanto che certe personalità posseggono una tille forza sugge– stiva da. dimenticnre perfino i proprt atti o le proprie parole Cosl molti credono che il rHormismo ammesso o conressato da E. Ferri non possa e'lsore il medesimo ri• formiamo difeso e propugnato da anni dal Turati, dnl Troves, dal Bonoml. E lo stesso li'errl avrà ore<luto ciò quando denunciava come un trarlimento l'adesione dei riformisti alla mozione integralista . .Main reallà non erano i rirormisti al di fuori del blocco integralista ohe decidevano del Congresso, bensl i riformisti che si tro• vavano nel blocco. u 'l'utto quello che è iutelli(libile e chia,·o nel criticato e ton11t11t(ltO ordine del gionio è puro riformismo: il gradualo ,Hvenire del socialismo noi seno della socieHL capitalistica 1 l'ammiflsione dello alleanze 1 l'appoggio a mnisteri borghesi. ... Con qual motivo dovevano pertanto i rirormisti non votare per la mozione Integralista? Forse perchè era. poco felice dal lnto dello stilo, o perchè de- 1iominava come Integralistico ciò che ffa riforml.~tico, o portava In.flrron. di Ferri anzichè qllella dì '!'urati? o perchè ciò che era riformistico non voleva esser tale, o non ave,•a In.coscic11zadi sò stesso? 11 La situazione non si sarebbe affatto chiarita. se i riformisti swessero Insistito su un loro proprio ordine del giorno: es!li sarebbero apparsi come minoranza. non ostante siano in maggioranza. 11 Questa la sost,rn;rn del commento del Vo,wiirls. li quale stavolta dico molte verità o viene a toglier d'un colpo li terreno sot.to i piedi a certa gente cho ha inmccato il fantoccio di paglia dell'11ltm-1·iformismo e ha diffuso per tanto tempo la teggonclit che occorreva salvare il partito dalle degooorazionl borghesi. Se non hanno altri moccoli, questi prete$i salt:atori possono andare n letto alPoscuro. e. m. Avete la 1 a annata? L'Amminist1·azio11e d-ella Critica i sempre disposta a t·icambia,·e con tma qualsiasi si,ccessiva wwata, rilegata, oppure con tm am,o d 1 abbo11amentu, l'invio che le venisse fatto della 1a. gnnata {1891} di Critica Sociale iii buo1io stato di conservazione. Ricambieremo con opuscoli, a 1·ichiesta, ogmmo dei se– guenti numeri separati dello stesso 1° amio: 4 1 5, 6, 7, 8, 10 1 12 1 1s, 16, 11. L'IRREDENTISMO (I) I fatti luttuosi di Fiume e di Znra ànno riportato sul tappeto la questione irredenlista, che a molti sembru assai inopportunamente agitata ora, dopo le terribili risultanze dell'inchiesta sulln marina, e con ciò che sappiamo del nostro esercito. Ma il ria.ffac 4 ciarsi periodico clell'irreclentismo nella vita politica ciel nostro paeso non è un fenomeno che dipenda dalla libera volontà di questo o di quello; è sem– plicement~ Petfotto di una com.lizione di cose anor• nrnle, illogica, anticivile, che, nell'interesse del pro– gresso civile, noi tutti dovremmo desiderare di veder cessare al più presto. Se non che i problemi storici, uno de' quali tlp– punto ò il problema della nazionnlit:1, il quale non ò stato ancora risolto in tutti i pncsi, 11011 possono venir messi da parte C')II una semplice nlzata di spalle, fosse pure in nome di principi santi e nobi– lissimi; non si passa In spugna dell'oblio sopra pro– blemi sociali che attendono il loro turno. Altrimenti oasi s'imporranno violentemente e con tanto maggior danno per noi. Ln. prudenza, se non altro, consiglia dunque di guardare in faccia In verità: il diavolo non è poi tanto brutto quanto si dipinge. Il compagno Vittorio Piva :\ questo coraggio. De– siderando egli che il capitolo della nazionalità non resti pcq>etuamcnte un frammento e, d'altra. IJarte, preoccupandosi del processo di disgregamento cui la. marina e l'esercito sono soggetti) i11 gran parte pnr opera della propaganda antimilitarista, egli averse nel suo Aranti della Domenira un referemlmn 1 che à il merito di avviare i democratici (e particolarmente i socialisti) allo studio franco e minuzioso della situn• zione dell'Italia di fronte alle altre potenze ed in primo luogo all'Austria. Nel timore però, che, vo– lendo troppo abbracciare col 1·e(ere11dm11, non finisse col non stringere nulla, il Piva limitò le domande alla questione dell'antimilitarismo, per arrivar solo indirettamente alla politica estera. Il tema gravissimo non verri\ dunque certo esn.u– rito; onde non può dispiacere - pal'lni - ch'io cerchi di completare un po' il referendum con un succinto esame clel\ 1 irredcntismo 1 qual è, non quale si fa credere che sia. Credo di non venire fuor cli proposito, dopo le ultime dimostrazioni. Quanto ai lettori, non sì Ingoino della lezione che sono (>erdar loro; l'ignor<rnza crassa dei piit intorno a questo argomento vitale per gl'italiani la rendono, più che giustificata, necessaria. lo credo utile ripetere una cosa mille volte detta, ma che qualcuno ama fingere di non udire. L'irro· dentismo, come il patriottismo e il socialismo e tutti quanti gli ismi " del mondo 111 à anch'esso i suoi parassiti. Soldati che aspirano a fare una brillante carriera, affaristi che pensano solo a riempire i loro forzieri, u omini politici che cercano popolarità si sono schiera.ti anch'essi all'ombra di quella bandiern. Qual che occhi o scrutatore ve li à scoperti, e subito si gridò che tutti gl'irredcntisti erano di quella risma. Si sapeva benissimo di mentire, ma faceva conto. E l'irredentismo fu dai manipolatori del progresso e della libertà. denunciato come una. frode, come una trappola da g-onzi, come una verità putrescente, per dirla con Enrico Jbsen. Ebbene, no! Noi denunziamo tutti i parassiti del· Pfdea nostra e scacciamo tutti coloro che la discre- (I) Al.ll.>lllmo chleato questo artl("Olo Il un colleg11,• trredonto ~•com– l)Ctcntlea!rno 110\ln. 11111.terl11. e lo p111Jl>llohlluno eopratutto a acopo !nform11t11·0 1 non c&cludendo clic nitri po&aa 1·~ct\rC 11111\ notn dlvcr1rn. 911 un argomento elio 111 questo momento 111tereua. co~I vivamente Il partito soclallsla, 11erle connenlont ch'esao hl\ colla politica ge• neralo O COI\ quo\lll 111\IIIRrC In \SjltOIC, (Nota dt/1(1 CRITICA).

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