Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906

320 CRITICA SOCIALI,; primi due giorni in pregiudiziali e in di11cussloni inutili a scopo ostruzionistico; ma la rermezza dei dirigenti socialisti ebbe ragiono della improntitudine dei sinda– calisti, la cui anima si sintetizza tutta nella storica frase di una rappresentante della minoranza: 11 la mag– gioranza vuol fare l'ostruzionismo,, t Schiacciati da 114.533 voti contro 53.250, composti da voti delle più disparato tendenze - repubblicani, cor– porativieti1 anarchici e sindacalisti - i sindacalisti, in omaggio al principio del rispetto dei deliberati delle maggioranze, abbandonarono la sala e si radunarono in seduta segreta J>erorganizzare la futura loro opposizione alla Confederazione del La.varo, posando a vittime. La solita storia della volpe e dell'uva, e il solito metodo dei sindacalisti, che sperano sempre di vincere colla violenza e coll'inganno. l<'inita In. commedia della minoranza e risanato l'am– hieute, la discussione continuò serena ed elevatissima e veramente di buon augurio per l'avvenire dell'organi,– zazione proletaria d'Italia. Verzi, Quaglino, Calda, Ver– gnauini, Relna, Rigola, Cabrini, Vlglongo, Ricciardi, Chiesa, D'Aragona, Dell'Avalle, nomi che sono onoro o vanto dell'organizzazione operaia nostra, portarono il contributo ,talla loro lunga esperienza di organizzatori al nobilissimo dibattito sull'azione economica o politica del proletariato, sulla mutualità, sulla cooperazlohe, ecc. o il Congresso in fino votava lo Statuto della nuov~ Confederazione e procedeva alla nomina delle caricbe sociali. Il programma della Confederazione è fissato nell'art. 3 dello Statuto che suona così: "Art. 3. - La Confederazione curerà: . a) !a. direzione generale del movimento proletario, mdustnale e contadino, al disopra di qualsiasi distin– zione politica, coordinando l'azione ohe devono 'ivolgere le rederazioni di mestiere e le Camere del Lavoro ade• r~nti alla Confederazione, in quanto le funzioni delle due organizr.azioni debbano intendersi circosorltte ri. spettivamente agli interessi generali e nazionali per le prime, e a quelli locali dei gruppi di mestiere 1>er le seconde; b) la diretta trasmissione ai delegati del proletariato nel consessi rappresentativi delle rifol'me sociali e dei conseguenti provvedimenti finanziari reclamati dai Con– ~ressi pr oletari; e) di seconda.re, disciplinare e coordina!'e ogni ini– ziativa dei lavoratori in materia legislativa e condurre vigorosamente le agitazioni intese a rafforzare l'aziouo del delegati del proletariato nei pubblici poteri, per strappare allo Stato, alle Provincie e ai Comuni le leggi o i provvedimenti richiesti e chiaramente voluti dalla classe lavoratrice; d) di integrare il movimento di resistenza con lo stringere i rapporti e prendere te iniziative d'accordo con le Federazioni delle Cooperative e delle :Mutue, fa– vorendo lo sviluppo autonomo d'aggruppamenti coope– rativi locali e le loro federazioni nazionali e interna– zionali; e) di prendere le necessarie ed opportune intese con i partiti cho nel campo politico accottarono la difesa degli interessi dei lavoratori, perchò ogni attrito par– ziale fra capitale e lavoro venga risolto nel senso più favorevole alla classe lavoratrice ed ogni movimento generale, determinato dalle acutizzazioni della lotta di classe, venga indirizzato a scopi pratici; f) di risolvere i conflitti che eventualmente aves– sero a sorgere fra vari enti nelle organizzazioni di me– stiere, adottando a tal uopo 1 a garaozJa dei contendenti, normo di procedura fissa, vagliate e sanzionato per n• fe1·endmn frn. le sezioni; g) di rendere intensa e permanente la propaganda in mezzo alle classe lavoratrici per sospingerle verso il loro miglioramento economico, morale e intellettuale; h) di stabilire e disciplinare i rapporti di solidarietà fra le varie organizzazioni di mestiere nel campo della resistenza, sviluppauclo maggiormente il concetto della solidarietà nazionale e internazionale nella classe operaia; i) di compilare le statistiche sulle forze e sulle at– tività delle organizzazioni, sugli scioperi, sul numero del disorganizzati, rilevando causo o ragioni della di– sorganizzazione, sulla eventuale approssimativa. percen– tuale di crumiraggio locale, regionale o nazionale io occasione di conflitti, ccc., ecc.; l) di osorcitare la necessaria. azione di controllo e di sprono verso l'Urftcio del Lavoro per l'applicazione e l'osservanza scrupolo~a delle leggi sociali; m) di abilitare in conclu~ione la massa proletaria direttamente e per mezzo dei suoi organi rappresenta– tivi a muoversi al disopra di ogni partito o scuola poi conseguimento intero del suo programma di rivendica– zioni." A dirigere la Confederazione vennero chiamati i se• guenti compagni: po!~!~~~!l~~rt~g~ti;:1,I~ 1 ~ff~ac;;1~ 8 ~~;~ict~:fovac:~e~1~ del Lavoro, Milano - Onlleani Alfonso, ex f~rroviere, 'forino - Quaglino l!'elice, segretario Federazione Edi• lizia, 'l'orino - Rbò Riccardo, segretario Federazione Arti TesAi li, Milano - Scalzotto Angelo, ferroviere, 'l'o– rino - Verzi Ernesto, segretario i~ederazione Metallur• gica, Roma - Vergnauini Antonio, segretario Camera. del Lavoro, Reggio Emilia. Il Consiglio direttivo tenne già. la. sua prima seduta ft-Jsanclo il programma di lavoro immediato. . .. ti Congresso e l'organismo che ne è nato significano un trionfo delle idee e dei metodi cbe i riformisti hanno sostenuto coutro le aberrazioni sindacaliste, quantunque si parli anche qui di vittoria integralista. l\fa le parole poco contano in questioni di carattere eminentemente pratico come sono quelle che riguardano il movimento economico <lei proletariato. Di fatto il Congresso e la Conrederazioue del Lavoro souo la scoufesslone più piena dei principi o dei metodi sindacalisti che noi abbiamo ~~f p~:g1,e~u~~~:iti :i:::,~i:~~a~io:s\ 1 :m~as:~d~~vo~~;~~l~~s~ dell'opera nostra e della nostra lotta senza tregua contro l'inganno e la menzogna sindacallsta. Certo che non tutto Il proletariato è convinto ancora della necessità delle conquiste graduali e dei danni di una politica catastrofica e tumultuaria. La stessa povertà e debolezza delle nostre Leghe ò un ostacolo al diffon– dersi e al consolidarsi delle sano idee di organizzazione. Non è senza significato il fatto che il sindacalismo trova i suoi più strenui difensori nelle regioni più povere in– dustrialmente e nelle quali l'organizzazione operaia ò ancora infantile. La rivolta è Punica armo di lotta là do,·e il proletariato è debole e l'organizzazione padro- :~~~ea~f;e~:::t~·g;:!r~i;~ S:et!~~n~a=s~e~~~~eoo d ;int~j:~r~ vere i conflitti colle vie pacifiche. L'organizzazione ope– raia porta alla risoluzione più pacifica e più oconomien dei conflitti. Ma la grande maggioranza del proletariato organiz– zato ha dichiarato fin d'ora la bancarotta dell'esperi– mento sindacalista, e non dubitiamo che, malgrado l'o– pera deleteria e disintegratrice dei sindaco.listi il me– todo accettato dalla nuova Confederazione del 'Lavoro finirà per trionfare completamente. E allora si capirà tutta l'azione benefica della frazione riformista in Italia. ll. PAGLIART. La Critico. Socialo e l' A.. vanti! costano per l'Italia: anno L. 22, semestre L. 11 - per l'Estero : anno L. 41, semestre L. 20,50. Avete la 1 • annata? L' Amministrazio11e della Critica è sempre disposta a ricambia1·e con una qualsiasi successiva mmata, 1·ilegata, oppure co11 1m amw à'abboname11tu,l'invio che le venisse fatto della 1~amiata {1891) di Critica Sociale in buono stato di conservazione. Ricambieremo co,i opuscoli, a t'ichiesta, ognuno dei se– gue,1ti numeri separati dello stesso 1° anno: 4, s, 6, 7, 8, lO, 12, 13, 16, 17. GIUSEPPE RIOA)IONTI, gerente responsabile. llllano, 20 10 1906 • Tlpograflo. Operai (Soo. coop.), c. Viti. ~;m. 12-16.

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