Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906

Cri ti ca Sociale fr/ VIST.ff QUIN'O/CIN.f/LE 'DEL SOCl.f/LIS/110 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITlCASOCIALE- MILANO:Portici Galleria V. E. 23 Anno XVI - N. 20 Non si vende a 1u1,me1·i se1xu·ati. MIiano, 16 ottobre 1906. Ai ritardatari .ff giorni i pochi nostri abbonati, che non hanno ancora inviato l'importo del secondo semestre, riceveranno la qui– tanza a mezzo postale. 'Preghiamo la loro cortesia di di– sporre per il pagamento. SOMMAl~IO Attualità.. Quct rllt ,·i111m1t (l(I fan~ ((,.\ CRITICA SOCIAU:). J/ bilancio ({el <:011grtsso {l'rot. OIO\'A,-is1 :'.lUOIWI). l11(al1u,::lo11t (Dott. GAltZIA CASSOLA), [A sl11opsl dtt COll(ll't8BO: GII ordini del giorno (·--)- Studi sociologici. .\/(I/Ili altl1 C 1110/ICI bcrs,a ln Sicilia (O. BONAOIUSO). U lato PBlcoloqlco dtl soci.ahsmo: IV. / bUog11I della classe QJ)tl"Clkl (contlnmu.lone) (Dott. CARLO l'ETROCCIII). lfaqloll(mdo dl 11i11dacaltsmo: ,llr1111l a~petli eco,iomlei, 9i10•1<Hcl e pollticl del BimlacaUsmo, IV (fine) (S. l'ANUN7.1O8 t;. MARCIIIOLI). Filosofia, letteratura e varletà. Cro,ww &,c/(1/~: l,a Conrederaz!ono del lftvoro (t'. P.1.O1.1.1.111). QUELCHEDIMANE DA f ADE Pilt luuge, in queste stesse colonne, Gionrnni Zi– bordi o Garzia Cassola disputano 1 in piena libertlt, sulla bontù. e sul significato dell'adesione data dai riformisti, noi Congresso di .Roma, all'ordine del ~iorno degli integralisti. J~ opportuno che IP due vvcì siano udite entrambe dai nostri lettori. L'una, la voce di Cassola, si ispira al peEisimismo più intran– sigente e più nero: tutto fu sbagliato, dal principio alla fiue, e i frutti non potranno essere che cenere e tosco. L'altra, di %ibordi, è piena di un cauto e contenuto ottimismo: quella soluzione flt il minor male, ossia il maggior bene, cui potesse attingersi nello presenti condizioni di fatto. Noi, 1mr accostandoci di gran lunga più all'opi– nione di Zibordi, riconosciamo la ragiono d'essere e la pratica utilità delle osservazioni del suo contrad– dittore. E, con ciò, non facciamo dell'eclettismo empi– rico, ossia, a nostra volta, dell' ....integralismo fra rifor– misti. L'opinione di Cassala fu anche la nostra del primo minuto, quella che erompeva dalla logica astratta, immediata e senza miscele, elci nostro cer– ,,ello; l'altra, di Zibordi, fu quella che la riflessione ci impose, per un cumulo di consideruzioni obiettive, pochi istanti di poi, non n1>penaci riuscì di vincere il nostro egotismo intellettuale e dialettico. La" ra- ginn pura ,., e la " ragion pratica ,.,cozzarono per un istante nel nostro pensiero i ma la seconda, non appena affacciatasi, doveva, in quel preciso mo1nonto, avere la vittoria . Perocchò, nlPatto del voto, quando si trattò di con– cludere l'opera del Congresso, il periodo delle tesi e delle dilucidazioui era oranrni superato . .1Yellafase vrepro·ato ria, o di propagamla, ò dovere di ogni mi– litanh• la mnssi.na. nitidezza d· 1 idee (fdelle affer– mazioni: ne~!:Sunocerto ci ac.... lltt di Cdtl ~rn ve11uc1 me110,nel Congresso e prinrn. del Congresso, a. questo dovere i fummo a11ziqualificali degli ultra, appunto perchò ci si accusò dell'eccesso contrario. Ogni oscu– rità, o~ni concessione, ogni relicenza OJ)(>ortuuistica, a parte la diminuzione morale di chi vi si piega, è scontata in danno delle suo convi11zioni nel momento imccessivo dello conclusioni o cleJJe transazioni; la risultante, quanto più avremo conccduto, tanto sarà pii1 lontana e divergente da noi. .Ma, nella fase con– clusira - quando non si tratta più di dichiarare un'idea o di assumere un atteggiamento teorico o programmatico, sibbeno di delimitare e di epurare un partito, di concertare e di concretare un'azione o di porne le condizioni di fatto - h, transaiione, chi non voglia polverizzare l'aziono o il partito in taute molecole quante sono le sfumature d'opinione indi– viduali o di gruppo, è ino\·itahile ed è doverosa. La prima fase è essenzialmente 1)edayogica,~· essa mira a trasformarn Ja psicologia dello folle sulle quali si agisce-; la seconda deve essere tattica, tener conto cioò di cotesta psicologia e del punto fino al quale la si potò trasformare, e badare a crcnre le condizioni per le quali l'azione pedagogica possa. poi venir ri– presa con la maggiore efficacia. Allom In transazione non è più colle idee ma coi fatti, i quali clehbono essere obbediti se si vogliano vin– cere o trasformare. E le concessioni, ch'essa importa, t1ono in realtà tanto minori, <1uanto pili fu reciso e preciso l'atteggiamento che la condizionò. Perciò non consentiamo col Cnssola la(Jdove esso .,c,(,ticne che, i,c, do,~ veni: i :1 qut.: 1 t\. conclu~ione, si doveva preparare con maggiore accortezza, rispar– mi!u1do o magari blandendo il nostro futuro alleato, sicchè meno apparissero stridere le premesse con le conclusioni. Pensiamo esattamente il contrario. L'adesione no- 1:1tranel voto al blocco intcgrRlista. - blocco così eterogeneo e discordante in sò stesso, che andava dall'ultrnriformismo pratico di Morgari e Cabrini alla rigida intransigenza, non cli !?erri, ma dei fer– riani - solo e in tanto fu moralmente possibile e politicamente accettabile, perchò o in quanto le di– chiltrAzioni o polemiche precedenti ne precisarono e delimitarono così la portata, da eliminuro ogni equi– voco sulla entità del nostro costante pensiero e sul cara.UCl'Odella nostra nzionc futurn. Un divsrso at– teggiiunento poteva apparire consigliabile ùRI punto di vh:ita mercantile della nostra eventunle preva– lenz1L o ingerenza. versouafe (quanto deshlerahile, non sappiamo) negli ufficiali organi direttivi del par– tito; ma. surebbesi ritorto a discttpito di quella lim-

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