Critica Sociale - Anno XVI - n. 19 - 1 ottobre 1906

CRITICASOCIALE 303 l'uomo è l'unico animale che beve quando non ha sete e si accoppia in tutte le stagioni, ò anche vero che egli solo ha bisogno delle lacrimo cd apprezza Ja YOluttàdel dolore. Se il matrimonio non esistesse, bisognerebbe inventarlo, per dar modo ai poveri di spirito di piangere la libertà perduta. Nonostante le a1>parenze 1 la crisi del matrimonio perdura. In Francia, dove, come sapete, gli scrittori non credono incompatibile il loro utfìcio con quello del cittadino (e sono i rappresentanti della lettera– tura contemporanea pilt viva e più bella), si è co– stituito un Comitato por la riforma del matrimonio, di cui fanno parte, tra gli altri, l)aul e Vietar Mar– gueritte, Paul Adam, IIenry llataillc, Jules Bois, Armand Charpentier, Maurice Maeterlinck, Pierre Louys, Lucieu Descaves, Octave i\firbeau, Charles Morice, Jean Pinot, Marce! Prévost, Jules Henarll, Raymond Poincaré, il presidente blagnaud, Sévèrine. In molte adunanze il Comitato ha compilato un pro• getto che sarà discusso negli Uffici della Camera e del Senato. Il progetto ha lo scopo cli rendere più facile e meno oneroso che sia possibile il matrimonio per :rnmentarc le unioni d'amore; di accordare ai coniugi gli stessi diritti e gli stessi doveri i di am– plificare, in fine, la legge sul divorzio, in modo che sia la separazione di due esseri coscienti, e non quella comedia che è attualmente e che noi italiani (sia detto in parentesi), avvezzi a raccogliere le bri• ciolo cadute dalle mense altrui, abbiamo ragione di invidiare ai nostri incontentabili vicini. .Il matrimonio è oggi un inferno senza speranza di scampo, come l'inferno di Dante. Gli intellettuali francesi hanno capito che è bene concedere a tutti la libera entrata, ma che è prudente aprire dalPaltra. parte una porta di uscita, a tutti coloro che non si sappinno adattare. Rinnegando Passmdità del matri– monio cristiano, cho lega eternamente, o nlmeno per tutta. la vita, un uomo e una donna, anche se que– st'uomo e questa donna abbiano una forza di resi– stenza destinata a scemare con la luna di miele, il Comitato francese per la riforma del matrimonio ha. compiuto un'opera umana e sociale, in armonia con le tendenze dello spirito moderno. Certo, sarehbe preferibile che tutti i matrimonii fossero perfetti, e che ogni marito cd ogni moglie si amassero sempre di melodrammatico nmore, come sarebbe preferibile che il mondo fosse popolato eia una razza priva di vizi e ricca di virtl1. L'eternità dell'amore è una bugia consentita, coi versi sbagliati, ai librettisti d'opera, ed è un'illusione lecita a tutte le signorine reduci dall'educandato, fino a quando non siano av– vizzite le zagare della loro corona nu;.;iale. Le vie della vita sono lastricate d'illusioni e sarebbe ingiu– stizia pretendere la serena saggezza dello scetticismo da chi si accinge ad onorare Afrodite. Perchè, dunque, non si dovrebbe accettare il di– vorzio e considerare benefica ogni legge che tenda ad ampliarlo, se 11 paradiso dell'amore si trasformerà poi in un purgatorio d'indifferenza o in un inferno di oclio? Forse per riconsacrare il volgare potere clel– l'ahitucline e ricemcntnre con il mastice della mon– ZOA"na il vaso fesso della famiglia borghese? Da secoli e secoli l'umanità si ostina n mutare in un complicato problema una cosa molto semplice quale è l'amore. rnssa somiglia molto ai personaggi della Comedia (lell'amore di Ibsen, dei quali Falk) il poeta dell'amore libero, dice: " Eccoli occupati a distruggere la poesia rlell'amore .... ] I beccaio, che fe– risce mortalmente una giovoncn e la fa morire tra sofferenze inutìli) ò punito con dieci giorni di carcere. ]~cl essi sfuggono ad ogni castigo .... ,., àfa. l'umanità sarà sempre così imbecille? Ecco un altro pr~blema che niun Amleto moderno può risol– Yere ora. . L. M. BOTTAZZI. CRONACA SOCIALE li Cougresso tlclht Hcsistcnza e il ('0111,r<'ssoluter11a,do- 1111le (ler l:t lotta eonh-o la disoccu1H1zionc. Quando usciranno queste righe sarà già terminato il primo e sarà forse sul finire il aecoudo di questi duo Congressi, importantissimi per la cla-ise operaia. li primo Cougros~o tratterà sopratutto della costitu– z ione di un organismo nazionale in sostituzione del– l 'attua.lo Segretariato della Resistenza, elio muore non c erto pe r aver ratto troppo, e segnerà. l'indirizzo da se– guirei dalle organizzazioni proletarie, delimitando, inoltro, i cOmpiti rispetth·i degli organismi locali e delle Unioni nazionali. JI Cv,1gnsso della Resistenza assume, quindi, una grande importanza, non solo per l'avvenire del movimento eco– nomico del proletariato italiano, ma anche per il movi– mento politico che a quel lo è strettamente connesso. Con ciò non tutendin.mo affermare che lo deliberazioni su alcuni prin clpf genernl i e la creazione cli un organo centrale debbano essere il toccasana immecliato del nostro mo\'imento operaio, che in gran parte ò ancora nella sua fase primiti\'a e caotica, corrispondente allo stato arretrato delPindustria e alla scarsa. coscienza di clas~e delle nostre masse lavoratrici. Quantunque in questi ultimi tempi si sia iniziato un serio o recando lavoro di riorganizzazione, ricco di pro• messe, e <lostinalo n liberare le organizzazioni operaio dalla lue rivoluziona.rin, le Federazioni, arl eccezione di alcune piì1 vecchie o di a.Itre che raccolE(ono gli operai più qualificati o pH1facilmente organizza bili della granrte Indust ria, sono ancora, però, in buona parte, un'arnal– ga.ma poco saldo di Leghe che vivano di ,·ila troppo indi1> endente e sono organismi ancora. anemici, che si limitano, per mancanza di mezzi, a pubblicare l'organo profes:iionale e a Intervenire, quanclo pO!ISOno, nei con– flitti del lavoro. 1n ogni modo, nella maggior parte dei casi, non curano che la resistenza in Acnso stretto, o tutta. la loro aziono ò ristretta alla propaganda dei prin· cipt elementari dclt1organizzazione e all'intervento in casi di conflitti di lavoro. Tutto il resto della politica sindacale, che trascende il campo del conflitti del lavoro, o ò lasciato alle Sezioni, o è, il più so,·ente, trascurato <lei tutto. Le Federazioni, che veramente esplicano un'aziono varia o complessn., sono poche. Poche ma buone, quali la ~dilizia, la :Metallurgica, quella dei cappellai 1 ilei tipografi, dei litografi, ccc. Spesso le F'ederazioni, come dicemmo 1 non riescono nemmeno a compiere la loro azione di intervento nel conflitti del lavoro o In molti ca<:11 quo:tta funziono di difesa della clasie operaia in caso di sciopero o serrata ò lasciata allo Camere del La,·oro. r~e quali Camere del Lavoro, d'altra parte, sono co– stl'ette a occuparsi di questo còmpito che loro non è prOJlrio e trascurano poi per lo pili tutto quelle che sarebbero le loro funzioni specifiche, di arbitrato nei conflitti, di mediazione di mano d'opera 1 di difesa legalo degli operai, di diffusione della cultura generale e pro– re~sionale, di sviluppo della cooperaziono, ecc., ecc. Non vanno però taciute le benemerenze di alcune Camere del lavoro (quella di Reggio Emilia, quella. di Ravenna, quella di Genova, eco.) le quali hanno saputo rare opera vasta. e compiessa. Questa povertà. sosta.nzia!e do! movimento operaio spiega poi anche le :;ue incertezze o le sue titubanze e le lotte che lo straziano. Queste lotte sono in gran parte crisi di s,•iluJ)po e provengono dal desiderio di andare avanti e di agire, che si infrango dinanzi ai irandi ostacoli che incontra nella coscienze. operaia. o noi bassi salari, i quali rendono difficile la.raccolta dei mozzi necessari per creare delle cose, ben più difficili da farsi delle teorie. Non potendo raro della. vera politica economica e tro– vando difficile il progredire, il prolotnrinto trova più facile accusare di tradimento gli addormentatori, ohe predicano l'azione po8iti,•a. e costruttiva, e si compiaco di sognare una prossima risoluzione cata~troflca, anzichè cercare di trovar soldi e procncciar11i degli uomini per creare delle orgauizz11.zioniforti e vitali. Però molti già. sono i segni di un indirizzo del movimento economico

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