Critica Sociale - Anno XVI - n. 18 - 16 settembre 1906

278 CRITICA SOCIALE DIMINUZIONE D'IMPOSTE ovvero politica di produ3ione o di lavoro? La Crili('{i fiCrive giustamente, in comento all'ul– timo articolo del prof. Tivaroui, che esso "a1>re una discussione 1>crnoi e per il paese di supremo mo– mento,,. Ed invero lri discussione sollevata è interessantis– sima, poichè l'incremento tJc>lla produzione e la ri– duzione delle imposte sono questioni di \'italo im– portanza per il nostrn paese, dove, in quanto allo sviluppo della produzione, i passi dati finora sono incerti e lenti, e, in quanto alla pressione tributaria, la nostra condizione è ben più disastrosa che non in quei 1>aesi,che, secondo il Leroy lleaulieu, sono sog– getti a imposte gravi; poichò io Italia, come nota il Nittl, le imposte sono addirittura gravissime, pren– dendo lo Stato, le Provincie e i Comuni ai contri– buenti oltre 2 miliardi, mentre il reddito annuale dell'rtalia ò minore di JO miliardi (e secondo i re– centi calcoli dol 'l'ivaroni stesso 9,096), cioè ben oltre il 20 °/ 0 ('). Innanzitutto però occorre notare che in sostanza il Nitti ed il '.l'ivaroni sono di accordo. Entrambi vogliono dare un maggiore impulso alla produzione, procedendo però per due sentieri diversi. E la via prescelta dal 'l'ivaroni non ci sembra la migliore, nò poi la più rapida. Egli vorrebbe che gli avanzi del bilancio (oltre 50 milioni) fossero impiegati alla riduzione delle imposte sul petrolio e sul sale. Ed aggiunge (giova riportare testualmente le sue parole): Ora - ed il 11occiolo della questione è qui - ridurre di 50 milioni i consumi popolari vuol dire permettere a questi 50 Jl).llioni di lire, che vengono risparmiati dai consumatori, di Impiegarsi o nella dom~nda di altre merci o nella domanda cli lavoro. La famiglia, che in capo all'anno ha risparmiato le 5 o le 10 lire ( 2 ) sul sale e sul petrolio, domanclerà con esse qualche altra merce che prima non chiedeva e stimolerà così direttamente la produzione, o meglio nncorn le farà registrare sul pro– prio libretto della Cassa di Risparmio, e io tal modo aumenterà il cnpitàle dtponibile nel paese e stimolerà così indirettamente la produzione. Osserviamo subito che in tal modo lo sviluppo della produzione sarebbe molto incerto ed, in ogni caso, assai lento. )fa poi uno dei pii1 grandi vantaggi, derivanti dall'incremeuto della produzione, consiste appunto nell 1 aumcnto della domanda di lavoro. l~d io ho modestamente dimostrato, con larga in– dagine statistica, nel mio lavoro: " La popolazione economicamente JJassii·anel presente sistema sociale,,, il quale sarà pubblicato n spese dell'Università di Napoli, che, con l'aumentare della popolazione eco– nomicamente attiva e col diminuire di quella pas– siva, diminuisce altresì la popolazione indigente, as– sistita dalla beneficenza pubblica e privata. Sicchè, adunque, è interesse supremo di tutti che iu ogni paese sia datn la maggior diffusione al la– voro, che aumenti cioò la popolazione economica– mente attiva, la quale, come diceva Colberti ~ è il più grande tesoro che uno Stato possegga,,, è la (1) crr. LF.llOY IH:,\U1,n:u: 1't"<1llé, \'01. 1 - PARETO: COUl'Sa'éco– ?IQ/11/tJ)O/iUq11t, § O~B-980- S!TTI: Scienza dtllt FLnmizt, 2- ed1z., 11ag. ,u, 120 - 1'1\'AltONI: ÀllllltCmtai·t dtl rtdllUO 11azlo,ia/t hl JtoHa: Cl'lt. Soc., JG luglio. (1) NellR C.-tllca ern detto " le Ml o lo GOlire n, ma si trattn,·a di un orroro di stam1ia, cho Il buon senso del lettori avrà corretto. (Nola della Dfrtzk>ntJ. ricchezza umana, di un valore inestimabile, superiore ad ogni altra ricchezza. Orbene, se i risparmi fatti dai consumatori ven– gono impiegati, secondo la prima e più probabile ipotesi del 'l'ivaroni, "nella domanda di altre merci ,,, non cresco perciò la domanda di lavoro, data la veritlt ciel teorema esposto classicamente dal Ricardo, prima che dal .Mili, ma spesso fmioteso, e cioò che domanda <li prodotto 110n è domanda di lavoro, ossia, come spiej?a un eminente economista. nostro, il pro– fessor Augusto Graziani 1 "la ricchezza applicata al– l'acquisto di prodotti non determina necessariamente maggior lavoro per gli operai, ed è vantaggiosa per la classe lavoratrice la conversione della domanda di prndotti in domanda di lavoro, mentre è recipro– camente dannosa la conversione della domanda di lavoro in domanda cli prodotti ,, ( 1 ). i,: occorro notarn che, essendo il petrolio ed il sale di consumo popolare, poichè nelle classi pill agiate il petrolio è stato generalmente sostituito dal gas e dalln, luce elettrica, ed il sale è, secondo il celebre principio del Bunge, abborrito addirittura da colorn che fanno uso di solo cibo animale, mentre è una necessità specialmente pei popoli che hanno un'ali– mentazione prevalentemente vegetale; ed essendo inoltre i bilanci delle classi più disagiate molto ri– stretti, ne deriva la maggiore probabilità che ogni consumatore antico, in vista del ribasso del prezzo 1 aumenti il consumo personale, il qual fatto non per• metterà certamente l'accumulazione di un risparmio. E, non essendovi, dunque, un'anticipazione 1 "la produzione, come dice il Graziani, non può aver luogo, osshl l'operaio non può occuparsi; v'è dunque vantaggio per lui ogni volta che si destina una ric– chezza a fornigli sussistenza per applicarlo in una produzione, ossia ogni volta che si domanda diret– tamente la,•oro, mentre così non avviene, d'ordinario, quando si destina la ricchezza al consumo, ossia si domandano prodotti giii pronti " ( 2 ). Se si bada a tutto ciò, oltre che " ai pericoli ed alle delusioni, cui si andrebbe incontro, seg-uendo una politica di riduzioni di imposte, applicate a caso "' si dove accettare certamente la politica di produzi.one, propot:ita dal Nitti, e sopratutto il vasto e durevole programma di nazionalizzazione delle forze idrauliche. E non è chi non veda come allo incremento della produzioae concorrerà. molto il più largo impiego dell'energia elettrica, cli questa forza misteriosa 1 che si manifesta in un'orgia cli vivide faville ed ò pro– dotta e producibile dalle semplici cadute di acqua. E l'elettricità sarà ,Ii grande giovamento, non solo allo sviluppo delle i.;-randi imprese, ma sopratutto delle piccole, le quali potranno avere la forza mo– trice )}ili a buon mercato. E così ancora, con 11iutensificare la lotta contro la malarh1 1 che è diffusa nella più gran parte del territorio nazionale (in 4838 Comuni, con 19.814.809 abitanti, cioò il 70 ¾ della popolazione) ed insidia sopratulto questo sventurato Mezzogiorno d'Italia, si concorrerà altresì alla diminuzione della popolazione economicamente passiva a causa di infermità, poichè, come giustamente diceva il senatore Torelli, " la mahtria, per uno che ne ammazza 1 ne snerva cento! ,, e, per com.prendere come snervi la malaria, osserva opportunamente il Colajanni, bisogna aver visto i colpiti da cachessia palustrn" (3). Non esitiamo, dunque, a preferire la politica di vrocluzione, che può dirsi anche JJolitica del lavoro, sostenuta dal Nitti 1 perchò essa mira nel medesimo (1) crr. ORAZIANI: Hcouom,a poUtica, ?-o'apoll 190S, pag. 10:-,. Cl) crr. ORAZIANI: op. olt., pag. 100. (1) Ctr. COLAJANNI: Mm111a/t dj Dtmog,•a(la, Cap. XVH, pag. 20t e aoguentl.

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