Critica Sociale - Anno XVI - n. 17 - 1 settembre 1906

2i0 CRITICA SOCIALE di agitazioni sociali, non bisogna mai prescindere dalla realtà e dalla attualità. Non mica tutti sono disposti a vagolare nei Campi Elisi dell'astrologismo incoerente ed infantile, come fa il signor Panunzio, il quale, nel mentre dice di non voler rispecchiare che il sinclacalismo 1 elaborato dai Sindacati 1 va poi fantasticando sopra una specie bellamiana di liberismo integrale sindacalistico, nel quale i salariati - che formano la materia prima dei Sindacati - più non esisterebbero. La stessa cosa che descrivere la. flora e la fauna del pianeta Marte! Quando si parla di sindacalismo si presuppone sempre tutto il contrario di quanto postula il Pauunzio, l'esi– stenza cioè del sistema del salariato, operante nelle condizioni odierne. J1 sindacalismo è appunto quello che i, percl.iò ò composto di salariati, i quali vivono in date condizioni storiche, vengono in contatto con determinate istituzioni sociali, cercano di agire sull'ambiente in un dato senso, ecc. È quindi soltanto l'attualità del fatto che va presa in considtrazione, mentre il sinda– calismo liberistico puro del signor Panunzio non è che una varietà di quel sindacalismo del mondo della luna, messo altra volta così bene in burletta dal Turati. J.>) Affermazione temeraria 1 come accade spesso all'au• tore di formulare. (\'. Nota A, più sopra). Nè si invochi, per carità, l'opinione del Sorel, il Orau .Mago del sinda– calismo, nei pasticci storico-filosofici del quale si potrà trovare tutto quel che si vuole. Per provare la coerenza del Sorel ho già. dimoslrato su di una Oi-itica clidue anni fa come costui, dopo avere pubblicato l'opuscolo sul– l'Avvenire socialista dei .Si11dacaU, abbia scritto un arti– colo in cui esaltava la collabornzione di classe, salvo poi divenire, poco tempo dopo, fautore della più assoluta. intransigenza di classe. E) Anche qui il Panunziogiuoca sull'equivoco. Quando i riformisti dicono che il socialismo cousiste in un " cre– ecendo di riforme ,., non intendono affatto limitare il concetto alle riforme parlamentm•i o legislative. A nes– suno di noi è mai passato per la mente di sostenere che la legislazione sociale, di per sè sola, attui l'abolizimie della prop1·ieUicapitalistica e l'emancipazione del lavoro. O che forse i valorosi riformisti del lìcggiano, colle loro meraviglioso Cooperative, si sono accontentati di predi– care alle masse che la panacea ai loro mali l'avrebbero trovata nella legislazione sociale? O che forse non si è sempre accentuata da parte nostra l'alta importanza della organizzazione operaia? Gli è che il riformismo è un metodo complesso, come comples!m è la questione sociale. Unilaterale è piuttosto il sindacalismo, il quale considera Poperaio soltanto nella fabbrica, nel momento in cui vende all'imprenditore la sua forza di lavoro. Noi invece vediamo l'operaio, il la voratore in genere, da. un punto di vista più integrale, più umano; noi sappiamo che, allorchè esce dalla fab– brica, su cui gittano le loro luci e loro ombre sinistre la chiesa, il postribolo, l'ergastolo, il lavora.toro ò inte– ressato ad avere una home pulita, salubre, attraente; è interessato a che i suoi fl~li a scuola apprendano delle nozioni positive, anzichè i misteri della mitologia catto– lica; a che il Comune promuova l'insegnamento tecnico e professionale; e a tante e tante cose che non rientrano nel contratto di locazione d'opero tra operaio e princi– pale e verso cui in genere i sindacalisti manifestano la più sovrana delle indifferenze. Colla frase, poi, che "' il socialismo consiste in un ere• scendo di riforme mi riformisti vogliono contrapporre la concezione evolutiva del divenire socialista alla conce– zione catastrofica di quelli (e il Panunzio Ii conosce) che urlano di "'colpo di mano m di " sasso buttato nella macchina m ecc. F) Alla verità non si appone il 1>anunzio quando af– ferma che io abbia identificato, così, sic et simpliciter, il liberismo della scuola classica col sindacalismo. lo ho posto in rilievo soltanto la coincidenza di vedute del sindacalismo (una rondinella non fa prima,·era, nò il signor }lanunzio pretenderà che tutti conoscano le sue opere edite ed inedite) col liberismo nella questione spe• cifica del 11011,-intervenzionismo. G) Nella Nota A ho già dimostrato come mi sia at– tenuto ai canoni della logica più rigida (non dico della logica .... del prof. Panunzio) quando, anche riguardo la contraddittore, io ho concbiuso pel principio del non– intervento. H) Solo che il dott. Panunzio ai è dimenticato di spie– gare chiaramente e completamente in che consistesse il suo liberismo integrale, pratico, temperato, corretto, non esclusivo, non categorico (non sono gli aggettivi che difettano, è il.... sostantiYo). .I) Data l'insistente ripetizione del Panunzio 1 si è co– stretti a cadere nella stessa noiosa figura retorica. :1: inutile che il contraddittore continui a contrapporre in blocco il suo sindacalismo al liberismo cliDe Molinari, giacchè la questione unica da decidersi su questo punto è se sia o non sia vero che i liberisti e i sindacalisti vadano d,ac'!ordo nel1 1 avversare la legislazione operaia, pur essendo magari divisi per altri riflessi. Io accen– navo al liberismo della scuola classica solo per la que– stione specifica del non-intervento 1 su di che, per ammis– sione sua, it Pantmzio non aveva per niente parlato ( Yedi ntro). Qui sta tutto il suo torto, mentre io avevo tutte le ragioni di dedurre le conclusioni che ho tratte. E tanto più a lui incombeva di cbiariro il concetto suo su di un punto fondamentale, in quanto egli sa (o deve sapere) essere tutt'altro che pacifico fra i sindacalisti che la le• gJslazione ope,-aia rafforzi le posizioni i11izialidei lavora– to,·i (una delle ramose due condizioni - secondo il Pa– nunzio - necessarie e sufficienti perchò si avveri il liberismo integrale); la grandissima maggioranza dei sindacalisti opina anzi che con tale legi~lazione si ot– tenga l'effetto tutto opposto. L) Nella conclusione del mio articolo sulla Critica clel 1 ° maggio 1906, io dice,·o elle, dal punto di vista pmtico, il sindacalismo rivoluzionario " è una forza che, para– lizza l'opera di rinnovamento sociale e che, per una strana contingenza, rinsalda di contraccolpo le posizioni della più iniqua conservazione sociale 11• Con queste mie parole io mi riferivo al sindacalismo in azione che in– scena gli scioperi generali di dannata memoria e che colla sua intransigenza sconsigliata favorisce nelle ele– zioni la riuscita dei reazionari, e non al sindacalismo integntle ed ideologico del signor Panunzio, il quale è davvero illogico e strano quando confonde le due cose. 1lJ) Infondata ed assurda è la pretesa del Panunzio, il quale vuol far credere che i sindacalisti sia.no teneri per la legislazione operaia. Dice benissimo il recente J.l[{mifestodella Federazione socialista reggiana, cbe !in avuto l'adesione degli uomini più in vista del Partito: " Mentre il Partito socialista ha sin qui ritenuto che allo Stato delPoggi, benchè rappresenti, in prevalenza 1 gli interessi borghesi, si possono e si debbono strappare graduali conquiste che giovino alla classe proletaria; il siudacalismo rivoluzionario va invece dicendo che non si deve chiedere nulla allo Stato, che non si deve affi– dargli, sotto nessun pretesto, l'esercizio dei grandi servizt pubblici e che 110n si lleve ottenere da esso una legisla– zione p1·otettiva deU'opemio, la quale è, secondo il La– briola (in ciò perfettamente d'accordo coll'individualismo borghese), altrettanto nociva q1,anto lo sono i dazt pro– tettori. 11 Il signor Panunzio cominci pertanto a convertire i suoi amici i farà certo opera più utile che non coll'an– dare vagolando nei Campi Elisi del liberismo integra.le e col condurre le genti sulle alture del Paese del Sog110 1 per di là mostrare agli estatiri spettatori le gesta cine– matografate del Sindacalismo .... 1nu-o. E. 111. Avete la 1a annata? L' .,ùmninistrazione della Critica è sempre disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva un11ata 1 rilegatct, oppure con un amw d'abbonamentu, l'invio che le venisse fatto della 1a. annata {1891)di Critica Sociale in buono stato di conservazione. Ricambieremo con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti numeri separati dello stesso 1° anno: 4, 5 1 6, 7, B, 10, 12, 13, 16, 17.

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