Critica Sociale - Anno XVI - n. 8 - 16 aprile 1906

CRITICA SOCIALE 119 ncll'a'lpra o osteggiata impreH. lla nò quelli nè questi si sarebbero mossi o, mo,·endo11I, "Rrebbero riusciti, 110111.a Il pungolo, la propaganda, la qua11i quinquennale fatica della l•'e<lel'azio11e. Essa è cho agitò Il problema, che seos.'lo o si cattivò l'opinione pubbllcn, che tenne testa br1h·tunonto o virilmente - sia puro attra\'erso a qual– elio dubbio1.1.1~ o a qualche orrore a Irrisioni e cou– tumollo di reazionari e di demagoghi, alloati nella mala bisogna di screditarla e di dileggiarla quale un'accolita di opportunisti accidiosi e voraci; che battagliò e ,·i– gilò Hno all'ultimo perchè non ave'!scro a cantar ,•itto– ria i palesi e gli occulti nemici. f/abblano ben presente specialmente quelli fra gli in• segnanti che ~i tennero sempre, con prudente circospe– zione, da pnc-to, che lasciarono andare avn.nti gli altrit che si rocoro un merito verso I superiori del non fn.r cn.usn comune coi colleghi meno pusllli 1 e cominciarono fl intorossnrsl agli sforzi di questi solo quando si ap– prossimò il dl del successo, o orn flnalmonte sono usciti dalla loro penombra. discreta, e anch'essi battono le mnnl e levnuo Inni gaudiosi; l'abbiano ben presente e medltluo li loro errore: se la ,.,~r:le,·a::.io,ie non rosse stata e se negli anni difficili non avesse avuto alla sua testa un uomo forte e Sll\'iO, che al lucido o colto intelletto a,;soclò un animo fermo ed cqulllbrllto, audace a un tempo e cauto, e alla buona battaglia tutto sacrificò, anrho ~li studt diletti, e dovoa poi morire iuunnzi sera, n mozzo Il corso, alla vigilia di uno elci Congressi pi11 mcmorn11dl o pochi mesi prima della villoria. sognata - il povero 1\lrner, ,·oglio dire - 11011 ossi orn. gongole– rebbero nell'attesa dello stipendio meno magro. ... Altro lavoro - dopo il primo succes!IO - ora attende la Fedtrazio,ie; la quale non devo dormir sugli allori, ma badare approflttanJo del momento propizio, che ha ~atto o fa tornare ad essa molti do! 11 secessionisti ,, doll anno scorso - a star su snida o a rinforzarsi. Bisogna cito ora essa spenda, cordiale o ostlnnta, l'o– pera. sua. por i parla clell'insegnamonto socondnrio - gli insog111rntl di ginnastica - o por i pareggiati, a cui la leggo sullo stato economico non provvede; che vegli, attenta o ferma, perchè le due leggi dianzi J)romulgate e. specialmente la giuridica - la più su>tcettiva, per l'indolo sua, di elastiche interpretazioni o di -sofistici stmJ>pl e la J>iùdifficile a penetrare nello consuetudini troppo ah antiq110 viziate - sieno ora e in avvenire lealmente o integralmente applicato; che porti - come sfa ha cominciato a fare nel Congresso di Milano - il ~uo c~ntrlbuto 1 qu1tnto più ò possibile fervido, pratico, 1\ll1m1nnto, alla solu'l,ione della quostlone didattica: una questiono fra lo più gravi e delicato do!Pora presente o che, por esser decisa. ex i,iformata n o con assennato e temperato criterio, richiede e richiederà sopratutto la cooperazione degli insegnanti. Com'ognun ,•ede, una grossa soma di lavoro! lfa li viatico ora c 1 è, e la marcia e la fatica saran più allegre e serrate. J. y. La Critica Sociale e il Tom110, per l'ftalia: anno T1. 22, semestre L. 12 - per l'Estero: anno L. 40, semestre L. 22. La Critica Sociale e l'Avanti! costanoper l'Italia: anno L. 22, temestre L. Il - -per l'Estero: anno L. ti, semestre L. 20,50. SOCIALIISiVIO GllH~IOICO 5. Le concezioni del Menger. Sullo stesse basi teori<'ho di r,assallo o di Rocl!Jcrtus si incnrdlna l'opera sciontiflcn, <li Autonlo Mcngor. Anche egli concepisce il diritto come un rnpporto cli forze. Anch'egli vuole la rivoluziono J>aclftca.colle corrispon– denti riformo sociali, e ci traccia n lar,:rhi tralti tutta una RCriodi provvedimenti leghlativi, da adottarsi poi \'8rl Istituti giuridici. In tale intendimento il Menger fa opera docl,iameute positi\•a, poichò diqccnde dalle spe– culazioni teoriche alle pratiche applicazioni. Hla;;;sumlamo le concezioni del Mongcr. Sinora tutti gli ordinamenti giuridici sono sortì come impo.qlzlonodi una minoranza di potenti, od hanno perciò mlrnto 11ompro a favorire gli intore!Jsl di questi a speso dolio grnndl masse del popolo. A questo II Stato di forza ~ Il socialismo va sempre plì1 contrapponendo lo 11 Stato democratico del lavoro 11 ; esso ha come carat– teristica il fatto che te grandi ma<,se popolari formano lo RCOpoprecipuo dell'aUi,•ltà dolio Stato. f ceti diri– genti o I Po~sidenti devono rinunciare ad equiparare i loro flui lndi\·iduali al benessere ~onerale, per quanto possa parere loro naturale di vedere nel loro benessere il benos11erodi tutti. Lo - Stato dcrnocratico del lavoro 11 si basa quindi su:l'idca fondamentale, che In conservazione o In evoluzione dell'esistenzn lndivillunto, la propagazione delln. specie, e flnalmente la tutola della vita dell'inte– grit1\ fisica. e della salute, che all'Individuo' appaiono come lo flnalit1\ più importanti, rlebbano anche conside– rarsi come la ragione e lo scopo primo di ogni attività dolio Stato. Ciò implica una radicalo trasformazione del diritto familiare e del diritto di prOJ>rletà, sottraendoli all'e.,clusi,•n. ingerenza prh-ata. fn questo • Stato democratico del laYoro "'' vagheg– giato dal .\longer, gli interessi supremi o reali élolla civilti\ nvranno la parte preponderante, nffatto sccon1lnria quelli di dominio. Lo rivalitò. i11ternazlonall o tutto l'apparato diplomatico e militare al loro sorvl1,io scompariranno a poco a poco; e nella politica Interna degli Stati scom– parirà, coll'avvicinamento dello comllzioul economiche di tutti I cittadini, la sorgente piì1 rm•onda dei conflitti sociali. L'attuale ordinamento giuridico si ba'!a principalmente sull'egoismo; l'ordinamento della J)rOprletà è mosso quasi e'!cluslvamonte da questa molla i cosl dicasi del secondo Istituto fondamentale del diritto privato, la famiglia. J.'ordlnnmonto socialista dello Stato non sradicbedL cer• lamento l'egoismo dal cuoM umano, bensl lo indirizzerà meglio, o nnzitutto no eliminerà gli eccessi; perciò esigo una so,•era educazione morale, llbera dallo pastoie re– ligiose. Conseguenza di ciò sarà una corta limitazione della soverchia libertà politica cd economica, cbe ora giova solo ai ricchi ed ai potenti, cd una piì1 diffusa eguagllanza 1 non assoluta e generale, ma basata sul ri– conoscimento delle disuguaglianze naturali e sull"elimi– nazlono di quelle artificiali. Ammessa questa ingerenza dello Stato nel dominio della vita privata, dovrà. man mano !lpariro l'artificiale cl\ stln:l.lone tra diritto pubblico o privato. Infatti le flna– lltò, a oul sorvono le istituzioni riel diritto privato, sono di carattere così generale, e riguardano talmente tutti gli Individui, che dovrebbero considerarsi come bene generalo o pubblico, giacchè ognuno mira a due finalità j)rinclpal1 1 la con,;ervazione della 1>rOJ)riavita e la pro– JMgazlone della specie, flnalità che corrispondono ai

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