Critica Sociale - Anno XVI - n. 8 - 16 aprile 1906

CRITICA SOCIALE 127 "ersità. tra il Fenomeno fisico e biologico da un Iato, e il ratto della coscienza dall'altro. lln, da ciò all'ammet– tere come necessaria la redo religiosa, ci corre. Auzi, tra i duo ordini di idee Yì ò un hyatus incolmabile. "' Alle sue conclusioni - dice il Yilln - il Oraf ar– riva per varie considerazioni· d'indole diversa; alcuno d'ordine tcorctico 1 alcune d'ordine morale, e alcune nitre infine schiettamente metnflsicho. " [,a pili importante tra le prime si rirerisce alla rela– tività della nostra conoscenza; ma da questa relatività. (~u cui ha tanto insistito anche il positivismo) non si Yedo come si possn ricavnro una precisa dottrina spiri• tualistica. li principio della relatività, per cui il solo sa11cro assolutamente certo è quello che si rivela imme– diatamente alla nostra coscienza 1 afferma che la nostra conoscenza si chiude necessariamente in un rapporto tra l'io e il mondo, e non trova possibile altra conoscenza all'infuori di qnesto rapporto. Orn, la religione ba in– voco bisogno urgente di tale conoscenza trascendentale e assoluta. '.l'ra i due fatti vi è ndunque insanabile in– co11ciliabilità, e dal ))riocipio <lelln relatività della cono• scc11za balza luminosa in tutta la sua assurdità. qualsiasi dimostrnzione teoretica della religione. Nè migliore aiuto reca l'altro principio, psicologico ed etico, del libero arbitrio, che il Graf difende col va lidisslmo e, per il Yilla, lnconfutabile argomento della im))revedibilìtà. della ,•aria forza <lei moti,·i che agiscono• sul nostro animo: imprevedibllit~ la quale fa sl che noi siamo praticamente liberi ' 1 ). Ma, da.I fatto che noi dob– biamo riconoscere nel processo psichico una qualità, unf\ natura. essenzialmente diversa da tutti i fenomeni naturali, non consegue che al nuovo concetto debba. ag• giungersi a.lcun attributo 110,i accessibile aU'esperie11za, JJOsto fuori dell'ordine u11ui1t0. Yuol dire che l'esperienza, iu,•oco di essere una, è duplice, ò ratta di spirito e di materia insieme; e che ognuno di quost~ due aspetti ha cnrntteri euoi propri tra loro inconvertibili. Che se noi in,·ece crediamo che uno cloi due termini abbia maggior valore deU'altro 1 ed anzi che uno <li essi, o la materia o lo spirito, generi l'altro, ecco che usciamo dall'espe• rienza e andiamo nelll\ metaftslca, dove può aver ra• giono tanto lo spiritualismo quanto Il materialismo. •· E a questo passo fu logicamente condotto il Graf, quando, accortosi forse della debolezza degli argomenti tolti alla critica della conoscenza e a.Ila psicologin, fu costretto a recar in campo per aiuto pro1lrio due 1lrin– cipi schiettnmente metafisici: quello della immorlalitù dell'a11i111a o quello della finalit(I, del cosmo. ,, So non che dalla scienzt~ della vita e della psiche, nulla v 1 ò da S))erare in favore ciel principio dell'immor• talità. dell'auima. " La teoria dell'immortalità dell'anima scrivo il Villa - si sottrae assolutamente ad ogni 11os~ibilità di dimostrazione. La psicologia e la biologia non possono se non consta.tare questo fatto di indiscu– tibile evidenza, che la psiche non appare se non ad un certo punto rlelPevoluzione organica, quando siano A.t tuate certe particolari condir.ioni, fuori delle quali la ,•ila è J)Uramente ,,egetativa. " Quanto al concetto della. {i11alitù clel cosmo, si può af. fermare che una finalità 1}1'e(ornwta è concetto assolu– tamente arbitrario, che nessuna. conferma ))UÒ trovare nell 1 es))erien;,;a 1 la quale si limita invece a ritener por finali quegli ntti) propri solo degli esseri coscienti, nei qua.li l'individuo, mosso certamente da un sentimento di piacer e o di dolore, mira al compimento di un atto che lo mantenga nella condizione del pia.cere o rimuova quella del dolore ( 1 ). (I Sccondò li VIiia, t dctcrmlnl»tl, chò negano Il 11\.lcroar\.lltrlo, cadono In un i:l'rossolano equlYOCO, In <11umto traducono ar\.lltrnrla• m('nto H con,:etto di .. /o~;:a ~ d11\ campo Hsleo a (1ue11Opsichico. Il 1ini·lilr6 - dico Il Vlll(l - della (01·:w tlel mot11·Iche cl spingono /\{I 11!(lr1inon Ila senso alouno; 1111110/tro,Clic J)OI'me non 11a ln <1ucdto momento u\eunn crneacln, JJUÒ 11\'Crno 110110 stesso tempo una grun– dld!11rna por nitri, o, In altra (lis11O~11.1O11<' d'Rnln1O, Rnche per mc ue~~o. 'l'o\tn quindi ognl ob!ettlvltà di \'itlutnzlono, Il mot/.vo dl\'Ont1l un fntto tutto contingento che noi non post1l1\mo mleurarc so non dopo COIIIJ)luto l'atto. none di qui l'lrn11re\'edtbll!t,\ tHSOIUtll dello \·\c('1Hle tudtvlduall, sociali e dtorlche, eho non SI potranno nrnt dt· ,,,o.,.t da 11remesse 111!1.lall,ma solo l11dt11·1·t dal raul complull. {t) l'c°r com11reudcrc <1ua111Osia ~orru o \.laroeco questo tJrlnclplo dl'llll flll(lli/(j dt// 0 1111it'tY$O, ('hC tutti \ ruglado,d 11pologl~t1 delle re– lllflonl l111·oca11Ocome una pront d+:-ll'eslstenza di dto, 81 possono C0118UllllreIO Optrt fllOBOfl.t:l1t del nostro Ardtgò. Cacciato dalle trincee gnoseologiche e ontologiche, Il Gra', a dHesa della sua conceziono religiosa del mondo, si rifug ia da ultimo dietro argomentazioni d'indole etica 1 socio.lo o sentimentale. Ma anche da questi estremi ri– pari ha cura di snidarlo, con bel modi, (01·titer in 1·e, suaviler 11i modo 1 il nostro valoroso idealista. Dice Il Ornf: "tutto nell'universo teucle ad attuare la magi;çior somma possibile di bene e di giustizia; spirito e ma– teria eono gov~rnati da una. SUJ)eriore legge spirituale, che a.ttua un disegno cli giustizia e di bontà. Come non vedere in que sto mira bile progresso spirituale il disegno d'una potenza mors.le superiore cho tutto raccoglie e cliri~o a.I fine suo SUJ )remo? 11 Evidentemente qui siamo di fronte ad uno sfogo di sentimentalismo e di otti– mhmo; il poeta piglia la mano al filosofo. ln fondo, è lo stesso principio della {i.nalit<Ì del cosmo che ricomparo sotto S))oglie diverse, e quindi ogni confutazione spe · ciflca diventa inutile. Nò meno insostenibile ò l'altro concetto del Kidd (che il Graf fa suo), che, cioò. l'umanità, abbandonata allo puro forze della ragione, sia. fatalmente condannata all'egoismo e che la sola salvezza della societ à stia n elhL religione, la quale sola può temperare e frena.re gli Istinti egoistici della ragione. A questa conc ezione: c he fa della religione il filo conduttore della civiltà. e che tenta rinnovare l'antica tesi pessimistica della insuffi– cienza della ragione umana a guidarsi da sè stessa, contracldice nel modo pi!', sicuro ed esplicito la psicologia. LI\ ragione, per sè stessa, non è nè egoistica, nè altrui– stica; ossa ha un ufficio puram_enle conoscitivo, al quale è estraneo l'impulso ad agire. Il dissidio quindi tra ra,. gione o sentimento (come generale atteggiamento della coscienza) non ha alcun motivo di essere. I nostri atti ripetono la loro origine dal sentimento e dal volere, ri!lpotto ai quali la ragione ò strumento puro e nulla ))ili; essa può fornire le sue armi indifferentemente 1tl bene come al male. Che la ragione debba servire al bene anzich ò al male, questo è il còmpito dell'educazione 1 la qua.le deve cercare di guidare l'uomo, che s 1 affaccia alla vita. s ociale, ad una comprensione più intensa e più com• plessa dei propri doveri e indurlo a raffigurarsi sè stesso come congiunto all'avvenire e al passato in una gran• dlosa e immensa solidarietà, che è la rnra e sola forma reale dell'immortalità umana. Con queste considerazioni di caratt ere ped agogico 1 ter– mina Il Villa il suo forte articolo, il qua.le chiude cosl: "Con queste considerazioni ho princ ipalmen te mirato a dimostrare come dalle ))remesse antima.terialistiche del Oraf (nelle qnali pienamente mi accordo) no11deriva necessariamente alcuna conclusione in favore di una concezione religiosa e mistica, ma, per quanto la scienza o la filosofia possano far sentire la propria voce, derirn piuttosto una visione del mondo puramente umana 1 po– sith,a e reale. ,, r.a credenza mistica, insomma, trova la sua condanna non solo nel positiYismo, ma. anche nel neo-idealismo. Essa ormai non può più appiattarsi che entro i meandri o lo v61ute della metafisica tradizionale, la quale (come scrive il 1>il1 glorioso dei filosofi italiani viventi, Roberto A rdi~ò 1 nel fascìcolo dì ~ennaio-febbraio 1906 della Rivi sfa <li Jililoso(la e scienze affiui) " è una fantasticheria, non u11a eeien;,;a i è una fl'de, u11 1 opinione; 11011 una dottrina. positiva. che assicuri di quello che ò veramente. " La modestia e l'umiltà positivistiche banno ormai vinto o superato l'orgoglio metafisico. E. llARCHIOLI. Si è pubblicato: FILIPPO TURATI Carceri Repressione dei tumulti e Fondi segreti OisCOl'SO pronuncialo alla Uamora dei deputa.ti il giorno 3 a1>rilo 1906 1 discutendosi il bilancio degli In terni del Ministero Sonnino. {Dal J/uoco11to 81tll0(/l"Off(O . Ceni. 25 (presso la Critica S<r;iale).

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