Critica Sociale - Anno XVI - n. 4 - 16 febbraio 1906

CRITICA SOCIALE 59 per la nessuna costanza della potenza 1lnessi ricavabile, venire convenientemente utilizzati per l'industria. Si può, come fanno lo leggi per la Basilicata e per la Calabria, sopprimere il cat1011e ammo per cavallo di forza motrice, promettere facilitazioni in tutti i sensi, ma quale industriale. o meglio ancora quale Società 1 ))Otrà. avere il coraggio e l'abnegazione di rare impianti idroelettrici, utilizzando l'acqua cho per sci mesi dell"anno o quasi può mancare o scendere a portate trascurnbili 1 o dove le piene imponenti e pericolose possono periodicamente distruggere parti vitali degli impianti in paroln? L'acqua del torrente, non può 1 se non in frazione cen• tesimale, ,•onir utilizzata a scopi agricoli. Essa viene a mancare quando se ne hn. più bisogno: quando il clima quasi tropicale 1 aiutato dalla irrigazione, potrebbe dare JJrodotti meravigliosi. Le acque delle pieno colossall e periodiche invadono le non infrequenti pianure, che si allargano presso le foci dei torrenti principali, vi depositano il limo e la fanghiglia asportata; si renna.no in pozze e stagni, scomparendo lentamente IJOr evaporazione nel periodo estivo. Ciò rende incoltivabili e malariche le regioni dell'I– talia meridionale e insulare, dove, per la natura pia– neggiante, sarebbe possibile In. coltura intensiva, dove In lunga inoperosità ed il deposito secolare di terreni di natura diYer.:111 ba accumulato elementi di fertilità infinita. (Contim,a). Ing. A. OlJODE0. IL METODO SPERIMENTALE nella riforma della Seoota media Jf. Ma qui dobbiamo volgere lo volo ,•er-,o la Relazione Tarozzi, dalla quale risulta magnificamente <limostrato che, " per ragioni sociali o dottrinali, nel periodo di transizione che noi attraversiamo, una riforma radicale, totale e deflnitirn. della scuola media 11 è impossibile. Nel Congresso di Cremona - mi si consenta il ricordo personale - presentai anch'io una Relazione sulla pos– sibilità di una riforma scolastica immediata completa, e giunsi alle stesse conclusioni negative, a cui giunge ora il Tarozzi. La Relazione del Congresso di Cremona e questa del Congresso di Milano, pur giungendo a iden– tiche conclusioni, differiscono come la tesla dì uno sto• rico differisce da quella di un filosofo. La Relazione di Cremona era quella di un empirico, di un pratico, il quale nota\'a ed eni.imcrava tutte le difficoltà. concrete insormontabili, che vietavano una riforma immediata definìti\'a: difficoltà parlamentari, incapacità tecnica del Parlamento a risolvere un problema di quella ratta, ostilità degli interessi locali i sopratutto impossibilità di costituire fra gli studiosi una maggioranza solida e com– patta, capace di promuovere una riforma generale defi– nitiva, essendo i 1>edagogisti frazionati in conservatori o riformatori; ed essenclo I rirormatori fra1.ionati in soste– nitori della scuola unica o sostenitori della scuola plu– rima: ed essendo gli uniclstl dl\'isi fra In. scuola unica con latino e quella senza latino. li 'l'arozzi ba trattato, im·ece, il problema da filosofo; ed ha ricercata la causa profonda di quelle difficoltà, che nel Congresso di Cre– mona furono inventariato ompiricnmcnte; e ha dimo– strato che esse sono il prodotto dello stato di transizione in cui si troH la moderna società, percbè la scuoio, come tutto le altre istituzioni, deve foggiarsela la soeietà. a seconda dei proprt bisogni, e 1 in questo periodo di squilibrio, di crisi, di nuove affermazioni, il passato non ci accontenta e non slamo ancora capaci di tracciarci con mano consapcn•ole e ferma le \'ie del futuro. Se non cho, dobbiamo noi accettare anehe la conclu– sione finale della Relaziono Tarozzi, cioè esaurire la. nostra discussione con uu 5Cmplice voto perchè conti– nuino gli studi? Sarebbe, a mio parere, troppo poco. Quando Cristoforo Colombo andò al Re di Spagna por• toghese a proporgli la scopcrtn. doll 1 America 1 il re lo mandò ai ministri, o I ministri lo affidarono a una Com– missione, che si mi9C a studiare, studiare, e studierebbe ancora, se Colombo non avesse avuto la buona idea di chiedere alla regina le cnravelle. Bisogna che la Fecle-– razionH noh faccia la parte del ro o doi ministri; ma imiti la buona regina, e dia alla riforma della scuola le caravelle che la conducano al mondo nuovo. E le dia tante cnravollo quanti sono i partiti, che si contendono il campo: quella che meglio terrà. il mare o meglio sar:~ governata, qùella trionferà.. Ed eccoci nlla proposta di esperimento, cbo apparve per la prima volta di sfug– gita al Congresso cll Cremona e in due anni ha fatto la sua via, ecl è stata accolta nel giugno passato dal Con– gresso di Catania 1 ed ò stata presentata in questo Con– gresso dal prof. Emery e caldeggiata dall'Apreda e dal Ricchieri. Rinunziando a una rirorma immediata complessirn, e limitandoci a chie,lere un esperimento, noi otteniamo il grande vantaggio di non prendere nessuna posizione nella disputa rra. uuicisti e plurimisti, fra classicisti e modernisti. Intendiamoci: ognuno di noi consena le sue idee, e io per conto mio resto fautore di una scuola media di cultura. gencr~le, unica o senza latino net primo grado, plurima nel grado superiore. Ma ognuno di noi rinunzia alla pretesa di imporre, con un atto di violenza giacOUi11a 1 il proprio tipo, sop– primendo gli altri, e si contenta che il proprio tipo venga mes::ioin concorrenza con gli altri. C'è lotta. fra classicisti e modernisti? Ebbene, poniamo in concorrenza una nuova scuola media senza classicismo con la vee• chia scuola classica. C'è lotta frn. unicisti e plurimisti? Ebbene, accanto all'attualo liceo-ginnasio classico, che è pur troppo la nostra attuale scuola unica e costringe nelle sue spire quasi tutti coloro che vogliono andare all'università, istituiamo una scuola non clas9ica, molti– plicando cosl i tipi di scuole. Yedremo quf!l che avverrà. ~on pretendiamo di demolire a un tratto il presente e di fabbricare in uu {iat il futuro col nostro stampino preconcetto. Se la scuola secondaria, richiesta dai bi• sogni della società moderna, è davvero la scuola unica, qual è oggi o quale si deve lasciare che la ricostruì. scano i cla!lsici secondo il \'Oto del Congresso di I,'irenze; oppure se è In. scuola plurima in tutti i gradi; o se è la scuola plurima nel secondo grado e unicn. nel J>rimo, con o senza latino, lamia.molo diro alla società stessa, prudentemente interrogata. i'.'ollo grandi città, in cui gli alunni sono a centinala e appartengono a tutte le classi sociali, e che perciò sono il terreno più adatto ali'espe– rimento, poniamo accanto alle vecchie scuole, fra le quaH qualcuna può essere anche rinrorzata classica– mente secundo il voto dol Congref.so di Firenze, una scuola a tipo moderno. [,asciamo allo famiglie la mas– sima libertà di scelta; e perciò stabiliamo la equiva– lenza dei diplomi di tutte questo scuoio 1>er l'ammis– sione a tutte le Facoltà univeraltnrie, o liberi passaggi dall'una all'altra scuola, anche lungo le vie, per mezzo

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