Critica Sociale - Anno XVI - n. 2 - 16 gennaio 1906

CRITICA SOCIALE Ora, por muovere le rorzo clomocrntichc dell'Alta Italia e lo stesso partito socialista (che ò nitra. cosa dai suoi direttori e scrittori) bi-.ognn trovare qualchecosa che, nll'infuori degli utili molto scnrsi e molto dubbi del sufft·ni:.riouniversale applicato nel Settentrione, sif\ capace di appaqi,ionaro la loro nttlvit:\ politica. I~ questo qunlchecosa dove essere ,ippunto la questione meridio– nale. Biflogna cioè che i partiti democratici del Setten– trione si co,n·incnno che 1 per scuotere di dosso quel ca– rico opprimente che è la deputazione meridionale (per tre quarti, e snh•o onore\'olisi.imo eccezioni, sempre mi~ nisterlnle con tutti i ~inisteri), IJisogua rompere quella rete di favori che unisce, in una complicità criminosa, il Ooverno o le camorre locali. Bisogna che si con vin - ca.no ohe il ~uffragio uni\·ersale può c11soro nel )Jezzo– giorno un grande dissolvente cripnco di distruggere le ri:1tretto clientele nmminir.itrntive e politiche e di affret– tare il rinnovamento democratico di quelle reE.tioni di– sgraziate. Bhwgna insomma che il suffragio universale diventi tutt'uno con la questione meritlionale e sia clo– maudato, non come l'attuazione d'una giu.!ftizia 1 ma come il rimedio ad un male. A que-ito solo patto esso può nppasilonnro l'Jtalin; altrimenti è inutile farsi illu– sioni - la nostra agitazione finirà in una loquace ac– cademia. Ed ora, o brevemente, di un Elltro aspetto del pro– blema. Dicevo piì1 su cbe una ricerca preliminare obbliga– to1·ia è quella di trovare le masse rlisposte a conquistarsi il suffragio. f.,a ragioue,·olezza di questa osservazione è evidente. 1 partiti cbe oggi si fanno a domandare il suffragio universale - il socio.lista, il reJ)ubblicano, ti– midamente il radicale o qua. e lìl per opportunismo po– litico qualche voce del Centro - sono nel Parlamento un esigua minoranza. Perciò con lo loro attuali forze elettorali e:1si non possono sperare di conquistare per gli altri, per quelli che non sono uncora elettori, il suffragio por tutti. msogoa cbe siano questi non elettori a premere di fuori sulla rapprel:lentauza poliLica della nuzione; t,isogna che gli e.!fclusi dal \'OtO accrescano le forze cltigli attuali elettori democratici, se \'Ogliono cbe questi ultimi Yalgauo più di quello che oggi purtroppo sono quotati sul mercato polìt1co. )la sarebl.)e un'!ogeuuità .!tperare io una grande agi– tazione di non elettori nel Nord d'Italia, :Xei Collegi di O\•iglio, li.i Cos:into 1 di Yilln1eati 1 di \'ardilo, di \'arese, di \'1g11ale, di \'nlonza, rli Biella, di Porto .\lnurizio, che banno uuu percentuale di elettori qunsi eguale a quella della Uermania e sempre superiore 1~ quella dell'lnghil– lol'l'a, la pnl'Lecipaziono alla uostrn agituzione degli scl\rsi analraboti uon porterebbe nlcuu muto sensibile. D'1~ltra 1mrte, in provincia di Torino, iu provincia cli ,\hlano, in quo.si tutto 11 reneto o in qua-,i tutta la To– scaun, come 11Heudor:,i un'ag1tuziouo viva ed intensa dì uon elot.tor1, se 111queste reglOui vl sono migliaia e mi• gllaia clt aventi diritto al voto che non si curano di farlo \'alere~ Corto, cittadini direuamente interessati al suf– fragio umvorsale ce n'è uu po' da por tl1tto 1 nel Collegio di Ù\'lglio come in p1'0\'111cia di .Milano, nel J3iellese come uel Veneto. Non fosso altro, c'ora110 in tutta Italia q_uelle 850 mili\ persone (oggi !H\rauuo mono della metà_) che Cl'ispl reco togliere do.Ile liste politiche. Ma, por tutti co!Ol'Oche hanno Fesatta visiono deilo cose, e che sanno che \I suffragio unh·er.mlo non è una riformetta che si co.nquisti con tre articoli tli giornali o una ven– tina di Comizi, frequentati dai soliti lwbituh, queste forze 11011 po.:.sono apparire sufllcionti. Ci ,•ogliono, come in Austria, le rolle che chiedono por sè il diritto di ,·oto, ci vogliono le grandi masse degli esclusi pronte a porro il dilemma: o suffragio o insurrezione. E bisogna anzitutto trovare queste follo. Ue1wn scriptor scrive giustamente: " Il proletariato rurale del )lezzodl, che riderebbe sul muso a chi gli parlasse di ,·oto alle donne, e non s'interessa affatto delle questioni poliUcho, sente in\'ece acutamente, spasmodicamente, le questioni amministra– tive. Una propaganda pel suffrogio universale ammini– stmtivo, noli:~ quale i propagandisti 11011si spercles.;ero dietro alle rrnscherie metafisiche e non distraessero, con le chiacchiero sul rnto alle donne e sul ,·oto politico, l'uttenziono dei contadini meridionali dall'unica. idea immediata del voto amministrativo, metterebbe in fuoco e in flnmme immediatamente tutto Il )lezzodì. ,, Jndubbinmente tutto ciò è molto vero, e, senza accet– tare nd occhi chiusi la propostn di limitare il suffragio universale allo sole liste amministrative (o forse che le camorre debellate nel Comune non si riorganizzerebbero entro Il ristretto corpo elettorato politico ?) 1 non si può negare che una propaganda, che partisse dai bisogni reali e sentiti, potrebbe appassiona.re le folle del Sud. E gli esclusi dal voto formerebbero danero delle (olle, dello rolle che, in,·ece di invadere le terre comunali, invece di bruciare il ca.sotto del dazio, invece di per– cuotere con le scuri le porto dei Alunicipì 1 potrebbero levnro questo grido di guerra: il suffragio agli esclusi 1 Senouchò sente il Partito socialista la opportunità di abbandonare le i, frascherie metafisiche ,, e di orientare la. sua agituzione sui bisogni delle popolazioni meridlo- 110.li? I~ si sente la forza e la. costanza di suscitare nel ~ud un vero e proprio incendio di J)assioni e di spe– ranze, al quale il Xord dovrebbe fare da mantice? Se sì, l'agitazione può diffondersi con probabilità di suc– cesso; altrimenti è meglio spegnere I lumi e ritornare sotto lo coltri. lv ANOP. Bo:-om. Ai vrossimi n1tmeri: li suicidio: studio sociale; del tlOlt. 0 L'GI.IEl,:'!10 ~WA~R. Lafunzione sociale d lla Scuola inGermania .. "e! mio articolo precedente sulla formazione della (,'enmmta 11wder11a ( 1 ) credo di 1:t,·cr mo:-;trato come alCune delle caratteristiche meno simpatiche della Germania moderna, dal pu11to di Yi:,,ta democratico, sono il rhmltuto neces::1ario dolio circo::itanzo in cui ossa ha dovuto formarsi e in cui dove mantencnii. A1rnlogtL11tOnte abbiamo \recluto come da queste cir– co1,1tanzc sia na,ta una forma di reltlzione tra Htato. e :-;ocictà che è l 1 in,•er:...i di quella che altre circo– stnnzc origi111u·o110e svilupparono nell'Impero Bri– tannico o negli Sta.ti L11it1. ln quedto articolo mi propongo di delineare i trntti fondamentali del :-i– stema pedagogico sotto il quale -..i è venuta svilup– pando lit fisionomia non 1-10l0scientifica e filosofica, miL anche indu~triale 1 delh~ Oormnnia moderna. Come ò noto la scuola, elementare, sia pure sotto forma privittH 1 ha <Lvuto origine dnlla Hiforma pro– testante. 1 iHl.C~i del Nord, al tempo del risveglio della cul– tum classica 1 non avevuuo alcuna. ragione di correr dietro, entu15iasmando,•i15i, alle idealità dissepolte della civiltà greco-romana, come i popoli del Sud in cui queshL non era ancora scomparsa dalla memoria e

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