Critica Sociale - Anno XVI - n. 1 - 1 gennaio 1906

CRlTICA SOCIALE litico generale, sono più facili a percepirsi o colpiscono In mento pili addentro, che non le questioni prevalente· mente tecniche e contabili di un'azienda comunale o provinciale. In 01-tni cnso, la ragiono di giustizin 1 che si oppone al Bonomi per concludere eso,eredifficile negare all'aualrabeta ciò che si concede n chi ',Oltanto sa elise• gnare il proprio nome, milita parimente a dirimere la tenue differenza che ò rm lo due specie <Il rmffrngio. :Mn 1 soprntut.to 1 In rorza dell'ogitnzione deve indursi da\Pimportnnzn. evidento o univer-iale dello scopo che si intende raggiungere. Rendere effettualmente cittadini tutti gli italiani renderli cittadini in quel campo 111 cui si tratta dolio massime fortune del paese, del grande Indirizzo della politica, della fuoinazione dello leggi ecco senza dubbio qualche cosa che può e<'citare, iute. ressare ed accalorare suscitare una grande vampata di entusiasmo rinnovatore. Ma la mozza cittadinanza, che deriva dal voto ammi– nistrativo - che si llmihl ad un influsso, e ridottissimo anch 1 e<1sO, sui tributi locali, sui provvedimenti locali - materia per tanti fili vincolata e subordinata allo leggi dello Stato o alla politica generale del Governo centralo - quali spiriti mai potrà infiammare, quali en– tusiasmi i;:uscitare ? San\ sentita - Rerum scriptor lo aft'erma 1 gli crediamo sulla parola - noi Comuni del i\lezzodl : IHl.ràinvece pochissimo sentita - co lo creda egli sulla nostra parola - in quelli del Settentrione, dove la tirannide comunale è pressochè sconosciuta, o non sono le Ammini➔trazioni comunali che preparano il terreno al deputato politico o che diventano il suo feudo. E allora, dove dunque ne andrebbe il ramoso calcolo su l'unione e la di'4sociazione delle rorze fra il Nord ed il Sud? Resterebbe la (lissociazione delle (orze nostre, poichò il .Nord ltt'4Cerol>be il Mezzogiorno districarsi da sè, e non gli darebbe una mano. Solo la conquista totale del diritto di voto - ammi– nistra.livo o politico può giustiflcar,;i nella propaganda, può elettrizzR.re le follo. Se vorremo dimezzarla, noi sa– remo tra~cinati da !oro 1 e dalla logica delle coge, a 11mentirci cammin facendo e a ri11roporla tutta intera. Non vi ò uditorio popolare, per poco sia cosciente e volente, a cui faremmo trangugiare quel vr1·mf' di ri– forma che Rerum sc1·iptor propone. Qui vornmente è il caso di dire che a dimezzarla, e a graduarla nel tempo, provvederanno. se mal, le resistenze anenia rio. E, se la tllli\'ersnllzznzione del suffragio politico aumenta (Rn·1tm sc1·iptor lo uega) il pericolo clericale, non ò questa, in compem1O,una forza cho si ilggiunge per la conquista? Non è que1ta una forza cho agirà giusto in quegli ambienti pi1'1arretrati, dove la no~tra voce non aapreUbo aver eco, o che quinrli integrerà. la nostra agitazione? Dopo la vittoria, chi avrà. miglior filo tes,ierà miglior tela. . .. Senonchò - potrà. dirsi - q11esta nostra mecle'!ima tesi dovrebbe condurci a propugnare, non pei soli ma– schi, ma J>er tutti i maJ,l'giorennl d'ambo i ses!òli,l'allar– gamento del suffragio. )fa. il ca1O non ci aombra esat– tame11te il medesimo. Anzitutto, noi non limitiamo, ne\111. no<itm propaganda, la richio-it,i del voto al solo se!iiO più. rorte. La limitfl.• zione, o piuttosto la graduazione, nasce dalle coso me– desime, in quanto dalla gran ma'!•m dello donne l'inte– rOl:li0alla \'\ta politica non ò ancorn neppure cominci1lto a sentiri;i, o l'idei.\ di conglobare fin d'orn, nella loro to– talità, 11unoe l'altro sesso in una stessa agitazione per la conquista Rimultanea del suffragio urta in una pratica impo!lsibilltà che ò univen;almente intulta. Qui vera– mente la pretesa Intempestiva del se<,!IO pili debole ror– merebbe zavorra all'agitazione comple11aivao le impedi– rebbe quoll'apProclo, che è la condiziono di una succe!I• siva e,tun'!ione anche ad es'JOdel diritto di voto. Perciò lo operaie e le profe,<1ioni'lte,le sole donne ('he siano, almeno Mtrnttamente, accossiUili n. sentire fln d'ora cotesto intero'l80 1 meglio gio\·cranno a sè '!te<iseo alla causa delle loro compagne di se'!8O o di servitù, adoperandosi intanto pel trionfo dol suffragio uni\•cr-cmle maschile e così conquistando i loro titoli per im1>orre più tardi al vincitore, che trionrò pro'!idiato da loro 1 lo condizioni di una nuova battaglia a loro fo.\·ore. Per tutto ciò, con buona pace di Rernm sr,-iptor, noi pensiamo che, se fossimo lui 7 troveremmo II antipaticl'!- 11imoe<l impoliticis11imo ,, il suo parallelogramma. Xo1. .Yel pro.i:.'iimo mtmf'1•0 .- J,11 l'unzione socinle dl.'ll1t Scuola. in Gcr111n11i11, del tlott. Axm::i.o C1rnRP1. GLIUFFICI DICOLLOCAMENTO la municipalizzazione del collocamento in Italia Collo si•olge1'sidella gra,u/p inrlustria e roll l'aruil·si dei contrasti, di, rlasse, il problema dPgli Uffici di rol– locamento cUvenfa snnpre JJilÌ importantr ert urgente per il mm,ime11to oprraio; in rn·ti rami llellfl p,·orlu– zione l' U/{trio di rolloramento (' a d1ritfw·a la b<Hedi I cotesto movimento. Di f1·011te alle incertnze e alle rarie correnti che, sn questo tema, si mani{f','ila>w in seno alle organizzozioni proletarie, rrediamo rhe lo studio, che 1mhhlichirtmo, <if'I 11ost,·o' m,iico )JrO{. Gioranni ,l/oulemarlini, direttore drll' Ftficio gorrr1wtiro tlPl la– voro, sia destinalo a recm·e molta lwe e ml agel.'Olro-e grwulrmente le 11rrtsMirie !Wluzioni. 80)1.\IA HIO: § 1. Rcopi degli Uffi('i di collocame11to. - § 2. Ln funzione intermcdi,tria. - § 3. La funzione di lotta. - § 4. l limiti (lolla funzione di lotta o l'lJrficio calmiere. - § f>. Il collocamento ed i rapporti di clll~se. - § G. Stato attuale della questiono in ltalitt.. Posizione del problema. - § i. Lo dh•orse soluzioui del problema dfl.1 punto di \'istn della cinese lnvorntrice.- § 8. Clii Uffici di collocamento misti.-§ 9. l,R clMse lit.voratrice o gli Uflici municipali del lavoro. r. Da un ra.ppresentaute delht Commissione esecutiva della. Camera del larnro <li Milano fui invitato, ccl è già trascorso qualche mese, a dare il mio giudizio sul funzionamento e sulla struttura degli Umci di collocllmento, avendo rigunrdo al fatto che tale que– stione veniva ad essere sottoposta all'nttenzione cd allo studio della classe organizzata dei lavoratori milanesi. Rispondo con qualche ritardo, e non 1>er mia colpa, al cortese invito; e ri:.1,ondo pubblica– mente perchè è mia abitudine assumere intera, specie nelle questioni importanti, la respon~ahilità delle mio rispm1tc e perchò giudico che J)OSl'Hl tornar utile una pubblica discussione sull'ar_gomento. Sarò costretto a. chiarire hre\•emente dal punto di vista teorico il problema, prima di etmminnre come ò stato impostato da noì in Italia o qunli soluzioni ad esso si pos~ono dare, QlHutdo si tenga conto delle condizioni del nostro nmhientc.

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