Critica Sociale - Anno XVI - n. 1 - 1 gennaio 1906

CRITICA SOCI AL E sciopero generale. (Anche questo non è riformismo come sopraj ma non importa). 4° vantaggio. - La convinzione della necessità di rinnovare l'ambiente amministrativo del Mezzodì, così diffusa nel Nord 1 non vi si troverebbe a lot– tare con gl1interessi politici immediati delle classi dominanti nel Nord, le quali vivono già in un paese dove il potere amministrativo non è loro esclusivo monopolio, e perciò non troverebbero innaturale che lo stesso fosse anche dei camorristi del Sud. (Questo sempre sotto ltt pl'cssione pitl o meno .... ri– formista, di cui sopra ho parlato). 5° vantaggio. - I democratici non avrebbero da temere la prevalenza politica dei clericali. 6° vantaggio. - Fatte Jc prime prove nel campo amministrativo, i llllOVi elettori chiederebbero e irn– porrehbcro ben presto il voto politico con quella migliore preparazione, che sarohbe doY1.1taai tirocinio amministrativo. fn queste condizioni - moltiplicate, cioè, le forze favorevoli, e diminuite o dissociate le forze contrarie - la \·ittnria sarebbe, a nostro parere, sollecita e sicura. . .. Ma.... c 1 è ancora un ma. Sarebbe sollecita e sicura, purchè noi ci mettessimo a. fare sul serio. Perchè)finora, i compagni coscienti, di serietà ne hanno mostrata sempre pochina davvero. La loro abitudine è stata sempre cli iniziare le agitazioni con un grande slancio, e subito, dopo quindici giorni, lasciare la prima per iniziarne un'altra: così, mentre l'una spuntava, l'altra non maturava. Le spese militari, il lavoro delle donne P dei fanciulli, le congregazioni francesi, la scuola popolare, il riposo festivo, la.venuta dello Czar, i sana– tori per i tubercolotici, le università popolari, la muni– nicipalizzazione dei servizi pubblici) ecc., ecc.: quante agitazioni abbiamo iniziate in questi ulti'mi quattro anni, senza condurne mai a termine nessuna? La stessa. agitazione pel suffragio universale, per ora, non ha avuto altra conseguenza che di far dimen– ticare la riforma tributaria. Di questa già parlaviu10 tutti i giornali - alPinfuori del Giornale d'Italia, che subito si è buttato sul cliversi\'O del suffragio universale - e; con qualche mese di pertinace pro– paganda, si sarebhe potuto spuntarla: il progetto Ronomi non era la panacea per tutti i mali, ma era qualche cosa; non era la soluzione immediata del problema meridionale, ma l'nvYiamento alla soluzione di una parte (questione tributaria) del problema meridionale. Ma 1 dopo che è spuntato il fungo del suffragio universale, non se ne parla più. Ora 1 da quale altro fungo sarà aduggiato questo? Se domani un compagno cosciente saltasse su a proporre l'abo– lizione del celibato dei preti, o la istitmdone di rico– veri nazionali per i cani ciechi) o qualche altra ri– forma altrettanto giusta e commovente, pianteremo subito il suffragio universale? Oppure, dato questo fine alla nostra agitazione) non dobbiamo occuparci cli altro finchè non avremo riportato vittoria? ]?er coloro, che fra noi si chiamano rivolnv.ionarì, questo problema non esiste. In un fuggevole mo– mento di lealtà, gli scipitelli) che scrivono l'Avanti!, l'hanno già detto apertamente, che essi non ci ten– gono ai risultati delle agitaiioni, ma all'agitazione in sè, che educa il proletarit~to al colpo decisivo. È una. teoria come un'altra. Ma il problema do– vrebbe avere una grande importanza per tutti coloro, che considerano l'agitazione, anche violenta in caso di necessità, come semplice mezzo per raggiungere determinate riforme. Costol'O aHebbern il dovere di proporsi, un po' meglio specificato 1 il dilemma di A.mieto: " Essere o non essere buffoni. Ecco la que– stione! n RERUM SCRIPTOR, MISURA NELLAMISURA (Postma n Re,•tun sm•iJpt01·) Il nostro simpatico amico Rerum scriptor - simpatico anche nelle geniali impertinenze che distribuisce a de– stra. e a manca, e che non risparmia neppure a noi, per le cui unghie doveva pure passare il suo scritto - lancia dunque una concreta proposta: " riduciamo per ora le nostre pretese al suffragio universale amministrativo w Vogliamo dire subito, in breve, quel che ne pensiamo, augurandoci che altri discuta, magari più ampiamente, sulla convenienza della proposta. :Maintanto la proposta stessa ci dà argomento a ri- 5pondere a una noticina a piè di colonna, con la quale Rerum scriptor piglia noi pel bavero e ci rimprovera il viziaccio degli " antipaticissimi e impoliticissimi parel– lelogrammi dello forze ,, e ci intima. di essere i, ciechi ed unilaterali ,, nella lotta, e di " tirare il pili possibile nella nostra direzione 11 , buttando al diavolo la filosofia e non curandoci punto della. misura. Alla misura, alla result:mte provvederanno, egli dice, anche troppo, le resistenze avversarie. Domandiamo: proponendo, a sua volta, Rentm scriptor di limitare le nostre pretese al suffragio amministrativo - a un po 1 meno, cioè, della metà del totale - che altro fa da quello che rimprovera a noi? Che altro fa se non strologare e filosofeggiare, e calcolare la mi~ura e le resistenze? Non è forse un " para!lelogrammo delle forze II tutta la seconda parte del suo articolo? O perchè non è egli il primo ad essere " rieco ed unilaterale ,, e a non " rompere, prima della battaglia, l'ordine della marcia ,,, " tirando più che pufl m cioè per il suffragio universale completo, e lasciando che, se mai, a dimez– zarcelo provvedano le resistenze avversarie? La qual cosa dimostra come la contraddizione sia una delle qualità più naturali dell'ingegno - specia.lmente dell'ingegno polemico. . • * Ma, se poi vogliamo entrare nel merito, ci pare che Rerum scripto1·, nel calcolare la misura, abbia mancato di misura. E perciò nella sua proposta, fluo a migliori argomenti, non consentiamo. Perchè, è bensl vero che, limitan<lo all'ambiente am• ministrativo la richiesta del suffragio universale, minori potrebbero essere Je resistenze, nel paese e nella Ca– mera, e alle resistenze del Mezr.ogiorno non si associe– rebbero ugualmente accanite quelle dei conservatori settentrionali, e il pericolo clericale uou apparirebbe al– trettanto temibile; sebbene di.questo pericolo.egli stesso, Renon script01·, sostenga l'assoluta inanità, e all'argo– mento delle minori resistenze tolga egli stesso la mag– gior parte del valore quanilo nota che, fatte le prime prove nel campo amministrativo, gli elettori imporreb– bero-ben presto il voto universale politico - circostanza che non sfuggirebbe all'acume dei conservatori e del Nord e <lei Su<l. Ma Re1·um scriptor si dimentica di considerare se a quelle ipotetiche mi1w1·i resistenze non farebbero con– trapposto ad usura le minori fo1·ze di conqnista, che trarrebbe con sè la ri<luzione Il.ella nostra pretesa. Perocchè, innanzi tutto, vi è una logica anche nelle riforme, ecl è troppo sottile il distinguere fra capacità. amministrativa e politica, e negare la seconda agli anal– fabeti quando si concede la prima. Per un certo ver:io potrebbe sostenersi cho, anzi, i problemi più astratti di libertà., di pace, cli giustizia tributaria, di indirizzo po-

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