Critica Sociale - Anno XV - n. 24 - 16 dic 1905

CRITICA SOCIALE 375 mento che, in combinazione con le forze individuali, sia im))iegato a tal uopo. A seconda che prevale una con– dizione psicologica e morale che favorisce il primo o il secondo modo di guardare all'azione di Stato, una esten– sione di questa è vantaggiosa o dannosa. Non seguiremo il Dicey nella sua dimostrazione del mutamento nelle correnti del\'01>inione pubblica, in quanto riflesso in Dickens, in illrs, Oaskel, in Miss Mar– tiueau, in Stuart Mili; sebbene, specialmente sotto l'in– fluenza di quest'ultimo, lo idee collettivistiche abbiano ratto grandi progressi. Sotto l'influenza delle sue con– fessioni autobiografiche e ciel capitolo famoso Nulla coo– perazione nei suoi Pl·i11ci1,i, si è venuta formando una coscienza sociale, per rapporto alla quale in oggi la differenza tra liberali e socialisti ò una mera differenza di grado, di temperamento e di tradizione. Ed è q_uesta coscienza sociale nuova, non ancor defi– nitivamente formulata da qualche ~rande genio, che pervade l'attuale atmosfera politica inglese. L'Inghilterra è ora in Europa il paese pil, libero sotto ogni aspetto e a cui si presentano nella loro forma più formidabile i problemi a un tempo clella concorrenza internazionale e della giustizia sociale. f,; il paese in cui la costitu– zione sociale ha dovuto subire, sotto Pinflusso della opi– nione ,:iubblica sovrana, le trasformazioni più sostanziali o rapide d1tlla aristocrazia alla democrnzia e a cui nes– suna riforma è a p1·iori impossibile. È in questa luce che si deve guardare alla campagna elettorale che vi si combatterà la prossima primavera. Si tratta di vedere se prevarranno gli interessi dì poche grosse coalizioni monopolistiche, che dalla concorrenza straniera e dalle imprese municipali e dalle tracles– im-ions si vedono minacciati i profitti e mirano a tenerli artificialmente elevati riducendo i salari mediante Jlau• mento nel prezzo delle derrate alimentari risottoposte a dazio, o se prevarranno gli interessi progressivi della maggioranza, che sono poi lo stimolo più efficace allo stesso progresso nella prOdltttività delle imprese. Se i sintomi - e non sono scarsi - non ingannano, quest'ul– tima ipotesi è la più probabile, e in quest~ caso non è dubbio 1:be si riaprirà un'òra di grandi riforme sociali ed educative. Se i sintomi non inganna110, la vecchia Inghilterra, lungi dal ritornare indietro, si appresta a nuove lotte contro ostacoli nuovi per nuove e più civili conquiste, che anche più la additino a modello di sa• pienza progressiva. Non bisogna lasciarci illudere dalla lentezza. de' suoi moti e dalla loro logica ed estetica incompletezza. In mezzo a tutte le sue più profonde trasformazioni l'In– ghilterra non fa con ciò che restar fedele alla sua fisio– nomia storica, così spleudidamente tracciata dal suo poeta: Tt is the la11d that freeme,i tillent, t1wt solw·-suited fnedom chose; the ltrnd wliere gfrt by fl'iemls or foes each 111(1,i may say the thi11g to will. It is the la11d of settle<l goven1me11t 1 the lto1<lol old and j11st 1·enow11, ·wliere fi·eedQm broadens slowly down f,·om p,·ecede11t to p1·ecedent, where {ttction seldom gatlie,·s head 1 but by degrees to {11l11essbro11ght the vil·t11eof each difl'wrfre tlwuglit lwth space a11d time to work and 1Jpread ('). A.NGELO C1n:sr1. \L) È la terrn ohe uomini lll.lorl coltivano, che la 111>orti\sobria– monto \'estita ha scolta a sua dlmora 1 la terra, ove, olrcoll(tato da amici o ,1emlcl, ognuno 11uò dire ciò ohe vuole; - è la terra do.no st11,l>tleGo,·orno, dall'antica o giusta rama, ove la lll>ortà s'a111plln lentamente scendendo di preccde111e In precedente - 0\'0 di raro la raziono rleecc domlnMrlce; ma In virtù d'ogni pensiero recondo, gradualmonto arrivando a pienezza, ha tom;io o luogo per s11argorsl o<l 01ieraro. (T~11nyso111. I FATTOill FISICI DELATIFONDO SICILIANO rr. La malaria. - La mala.ria in Sicilia è ad un tempo causa ed effetto del latifondo deserto. La mancanza di salubrità, rendendo inabitabili le cam• pagne, non fa. possibile la piccola proprietà. coltiva– trice, dove Bi richiede la presenza. assidua del colono con la. sua famiglia. rl reddito essendo minimo per ogni unità superficiale della campagna inabitahile, si può solo trovarn tornaconto nel possesso della terra, in grandi estensioni. Il latifondo, una volta reso necessario, produce inevitabilmente l'assenteismo del proprietario; onde la necessità dell'intermediario gabelloto 1 che per riu– scire deve essere per lo meno crudele, e di conse– guenza il sistema agricolo o sterilizzante quanto primitivo. Ma la malaria, come dissi, oltrechè causa, è effetto del latifondo deserto, perchè il tornaconto latifon– dista con l'assenteismo non consiglia alcuna bonifica che rimuova le cause permanenti della malaria. Ohe la terra si affitti a poco prezzo a vantaggio del ga– belloto speculatore, purchè a costui cadano i pericoli! Che i contadini muoiano con le febbri malariche, tanto la loro vita non si compra, o la bonifica della malaria costa capitali che non si trovano e non torna conto impiegare! Nella 1:1tagione calorosa, da maggio ad ottobre, e specialmente in luglio e agosto, la malaria infesta le campflgne in vicinanza di pozze stagnanti d'acqua, o dentro l'alveo asciutto dei torrenti, o in fondo alle valli, o nelle spiagge basse del mare. [ danni arrecati dalla malaria sono invero spaven– tevoli. Più di 15 mila all'anno sono sta.te le suo vit– time in tutta rtalia; e quindi il numero dei casi si sarà aggirato intorno ai due milioni. Quante gior– nate di lavoro perduto, quante spese per cura me– dica, quanto peso materiale e morale per tanti miseri colpiti dal flagello mahtrico ! In queste grosse cifre la Sicilia. partecipa in larga misura: le feblJri mala• riche uccisero nel 189! in Sicilia 44'3l persone. )[a il danno incalcolabile fatto dalla malaria è la scarsa produzione del latifondo, voluta dal tornaconto pa• dronale, quando, invece, la terra e il clima, per virtù intrinseca, permettono, e i bisogni sociali crescenti reclamano, un più abbondante prodotto, pu1·chè il lavoro e i capitali sveglino le forze naturnli latenti. La Sicilia., in grazia della sua costitu.done fisica montuosa e collinosa, è assai meno malarica della Sardegna e della campagna romana. Ciò è un fattore della inferiorità della Sardegna. sulla Sicilia. [ caseggiati dei latifondi siciliani, come un tempo i castelli feudali e in seguito le città che ne segui• rono, stanno sulle alture per ragione igienica, oltrechè per comodità agricola, e possibilmente in vicinanza di pozzi o sorgive. La scoperta recente della zanzara malarica ha. dato un mezzo sicuro di difesa con la somministra:done preventiva cli chinino, e l'altro mezzo meccanico di difesa pur sicuro ma non sempre applicabile della reticella metallica per chiusura degli alloggi e per copri tura della faccia e delle mani nelle ore notturne; ma quella scoperta non riesce a far risolvere il pro• blenrn. del latifondo, che nella malaria trova uno dei suoi fattori genetici, so unitamente alla gratuihl somministrazione preventiva ciel chinino non si possa rimuovere la sorgente perenne della malaria che resta nel suolo, e non si possano costruire alloggi suffi• cienti ed igienici per i lavoratori di campagna. Si ò detto che la scoperta della zanzara malarica riabilita il terreno; non piil, di conseguenza, ìl poeta avrebbe ragione di cantare che

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