Critica Sociale - Anno XV - n. 19 - 1 ottobre 1905

CRITICASOCIALE 297 il piì1 possibile. Ogni Rtalo dovrà quindi nvore il pili possihilc la possibilità di soddisfare da sè a' suoi bisogni, e <1uindi tendere R.d organizzarsi in modo che la ,~ita n~ricola e la industriale Ri svilup1,ino armonicamente e non l'una a scapito dell1altra. ~i ripeterà. cnsì su più vnsta scnla ciò che Avvenne uei piccoli Stati medioevali, fino a. che il grnclunlc eg-un– g-linrsi nelle rondizioni di vita dei rnri Stati darit luogo a unn unità superiore che li abhracci ed in cui lo stesso processo di organizzazione di nn mini– mum comune di un com(o,·t sempre p ili pe rfotto ri– prendcrft pure ad agire su pili vasta sca.la portnndo 0011 sè lo skssc consegucmz.c. Un'altra cosa istruttiva ò evidente in questo pro– cesso, che è per mc la filosofia sottintesa dalla Garden City: l'intervento rnzionale dell'autorità su• periore nella distribuzione della popolazione. Ogni centro di popolazione non deve superare un certo limite. t solo così che un patriottismo locale è pos• sihile e con esso un controllo illuminato dell'opinione puhblica, e son possihili relazioni stabili e tradizioni locali e la conoscenza, per parte di unn classe so• cialc, del modo di YiYcre e dei bisogni d<'lle altre. {)ye gli clem enti naturali dello sviluppo sociale sono monopolizza.li da pochi, ove per di piÌI <1ucsti pochi 11011 Yedono mai gli altri e non li conoscono e le loro residenze e i modi di vita son eo1:1ìcliYersi dn non render neanche possibile una reciproca com• prensione, ln collettività viene fl soffrire di difetto cli forza di coe11ione. E dove ciò si verifica su scala così vasta che il 77 ¼ della popohtzione vive in ciWt in foli condizioni, i migliori ordinamenti democratici perdono assai ciel loro valore, o, per dir meglio, son fecondi di bene in una misura infinitamente minore che se fossero animati r controllati da un,opinionc pubhlictL hcn decentrata. Jn Italia sin mo ben lungi clalPesserc n questo punto nel bene come nel male; ma se l'esperienza altrui non dev'essere vana, e se non falliscono le previ– sioni del nostro avvenire industriale idroelettrico, v'è molto da. evitare in tempo, dn preordinare in tempo, per farne insieme l'officina e il soggiorno pili aggraclevole d'Europfl, per coltivare la capa.citi\ nostra .... e l'industria del forestiero. In ltnlia il so– cialismo così concepito, 1111 socialismo idealistico cri etico, che non miri alla collcttivitìt d11lpunto di vista stretto d'una. classe, ma ad elevare uno. classe dal punto dì vista largo della collettività, ha, secondo me, un grando nvvenil'0. A proposito del! 'ultimo libro diAchille Loria li titolo ò pieno di promesse: l'erso lr: giustizia sociale, o il libro, CO'ì))icuodi mole, è il secondo di una serio di a studi economico-sociali contemporanei " di cui In Società Libraria imprese la Jmbblicazione col volume: La municiJJaliziazione dei pubblici servi:d 1 di Oiovallni Montemartini. Secondo l'uso innlso oggidì o che uon sembra com– mendevole se non quando l'importanza della materia \'era.mente lo richieda, il Loria ha raccolto in questo \'Olume 1 in ordine ideologico, perchè no appaia l'intima connessione, pnrecchi saggi che ,•enne ìnsierendo in di– versi periodici dagli esordi della sua attività scientifica. Naturalmente, come si con,•iene a studio'IO che rispetti sò, la sua scienza o il pubblico a cui si rivolge, e~li assoggettò cia<Jcunsaggio a paziente rcvi'liono nc111in– tento dì· purgarlo <li tutto cib che anche menoma men lo poteva non conformarsi ni più recenti progressi dello scienze sociali. ltla )'nito intcreQse <li que'lto volumc"è tutto, o qua!i'i, in uno Acritto Inedito d'introduzione, in cui lo scienziato lntE'nde ricomporre in J>oderosa unità. tutta la va'lta ma• teria del suo libro, che puro ha in sò i frutti immediati o fìn.porolli di più che venti at1ni <li ricerca nella btoria clell'cconomia, o larghi sprnzzl <li tutto il Auo pcn~iero 11cientinco, che poi avoli.e o fermò nelle suo opere ca– pitali. ln que~to scritlo cl'intro,luzione egli procede 1 se non erro, con lo stesso criterio che lspirb allo ,Jaurèi uno dei 1,iù eloquenti capitoli clellc auo l,,·111des socirtlistes là do\'O si fa a ricercare se mai ngli argomenti J)O'litivi,che per• suadono la necessità storica di un futuro ni,setto i;;oriale collettivi ..ta, si possa aggiunger(', come sui,sldio di forza realizzatrice, la potenza fìempre verde dell'ideale umano. Immenso sarebbe il co11corao cho può portare alla. grande opera di rinnovamento sociale una couvinzionc, una coscienza, una fede diffusa e sicura nella giusti1ia sociale e nella pO'-SibiliH\del 11uoavlento 1 quando questa convinzione, que,ta coscienza, que;ita fcd(', non fossero soltnnlo una vaga aflplrazione al meglio, nascente da solitari impulsi del sentimento, ma a\·essero per obietto la nozione precisa dell'a!lsetto sociale cloflnitivo in cui pot:.!sse incarnarsi questo concetto di giustizia. E, a dimostrare positivamente se può esseni unn vera giustizia sociale o in che cosa debba consistere, si ado• pera il Loria In questo scritto preliminare, che ci par <legno di menzione. ì: ormai di molti l'idea astratta di una giustizia socia I(', verso cui Il mondo cammina; una forma di giustizia che i più non sanno ancora in che cosa debba consistere, nò come, nè quanto debba differire da quella consentita nel presente assetto della socielà. Si sente \"ll!lamente che lo fasi sociali fin qui percorso non rappresenterebbero nulla più che le preparazioni dolorose o le tappe Ineluttabili di quell 1 ordinnmento definitivo, in cui Il mondo donebbo finalmente riposarsi e la giu;;tizia presiedere veramente ai rapporti degli uomini. Ora, può un tale concetto di giustizia trovare nella scienza la sua giustiflcazlono? O, in nitri termini, è e~so scientificamente ammi;isibile? O non contr,\ddirebbe per anenturn alla rigida norma della dottrina. evoluzioni– stica, la quale, come nou ammette stabilità. di forme nel mondo organico, parrebbe e~clurlcrla anche noi concetto di giustizia? E può finalmente assumere que')ta parola a yimti:ia _ un signiflcnto preciso, concreto, assoluto? Lo Jaurès e il Loria lo affermano egualmente. Affer– mano cho la scienza ha ormai trovato lo pietre angolari su cui poggerà un assetto sociale vernmente e definiti• vamente adeguato; un assetto, che non sin creazione ar– bitraria di cervelli in delirio, ma che all'insopprimibile sentimento umano di i:,riustizia offra un obiettivo che i tatti dessi s'incaricano di realizzare. Come ognun , 1 ede 1 è un bello e magnifico ponte gettato a congiungere le previsioni della storia, interpetrata materialhiticamento, con i più alti ideali umani. li concetto di giuQtizin sociale pa, .. ò nella storia del pensiero umano attra,•er.~o molti e contradittori signifi– cati. Sotto la tles·gnaziouo IJl'n nota cli " <1irillo 11at11rale " cs<iodoveva rnppresentaro l'il'l'iieme delle norme su))reme verso cui tendo il diritto ))rogrediente, sen1.a poterle rag– giungl:!re mai. In realtà, In giu,tizia, co"l intesa, !,en-1 a. giu<itiflcare lo piì1 stridenti ingiu<:;tìzie. Certo, la ragione ri~ponde ad ognuno di noi che la giustizia consiste nell'n~-~Cl!nnrea ciascun individuo In. quota di beni che gli è dovuta: ma il disaccordo sta

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