Critica Sociale - Anno XV - n. 19 - 1 ottobre 1905

CRITICA SOCIALE In." llome II familiare pili confoderole ed aUrnente. ·E la donna Sl\l'Ù. la prima a p1•oflttare di questa evoluzione, cho le offrirà un tempo maggiore per i.:;truirsi e svilup• pare la sua parte sociale; ma, in fondo, chi tral'IÌl mag. giori beneflzt da questa eco:?Omia di attività. male adat ta.te e infeconde sarì~ l'intera collettività. Ouoi.n:u,o l~WANS, La Critica Sociale e 1l 'J1t~mpo, per l1Italia: anno L. 18, semestre L. 10 - per l'Estero: amw L. 38, semestretJ,. H). La Critica Sociale e l'Avanti! costano per l'Italia: anno L. 22, temestre L. Il - per l'Estero: anno 11. 4:1, semesfre L. 20,50. FRA LIBRI E RIVISTE ll dissicllo <rnylo-te<lesco e i socialisti. Che tra la Germania e l'Inghilterra esista un certo antagonismo, sono ben pochi a negare tra coloro che si occupano di politica estera e di questioui iuterna– ziouali. Più difficili a investigare sono le ragioni del dissidio. Taluni vorrebbero farle consistere nell'opera di sobilla• zione compiuta da alcuni organi della pubblica opinione i ma questi~ spiegazione non ci dice percbò una parte della stampa si sia data con tanto accanimento all'opera di reciproca denigrazione. Altri vorrebbero trovare in un malumore di re Edoardo Yerso il suo irnperial nipote la causa della politica ger– manofoba dell'Inghilterra. Se non che, chi conosce un poco la storia del costituzionalismo inglese sa quanto sia assurdo pretendere che la disposizione d'animo di un monarca britannico possa avere alcuna influenza sull'indirizzo l)Olitico del paese. Il re Giorgio 1V ha chiamato una volta a reggere le sorti del Governo il duca di Wellington, il quale era IJeml il leader del– l'Opposizione vittoriosa, ma era anche il suo pill acer– rimo nemico personale. In un articolo del secondo fascicolo di settembre di Das Freie Wort, si crede invece di rintracciare l'origine della tensione nella instabilità. della politica estera te– desca, la quale cou nervosa irrequietezza ora si ,·oi"e a destra, oraasinistra,e la quale sembra talvolta esse~e sottoposta all'influenza degli frnsponsabili circoli di Corte e dell'iniziativa personale del lfrtise1·, tal altra alla direzione responsabile del Cancelliere dell1lmpero e del lllinistro <legli Affari Esteri. 11 Si pensi (dice lo scrittore della Rivista tedesca):agli a,•y~nimcnti più importanti e caratterbtici degli ultimi anni, dal famoso telegramma a J(rUger alla spedizione della flotta tedesca dinanzi a .Manilla, dalla nomina di \Valdersee all'improvviso inscenarnento della politica marocchina, dalla spedizione del principe Enrico al re– ceuti,..simo incontro dei due imperatori nelle acque fin. niche, o non si tarderà. a comprendere perchè tutta la no,<itrasituazione internazionale sia diventata cosi pre– caria1 e perchè noi ci troviamo di fronte ad un'impe– netrabile muraglia di sfiducia e di diffidenza. ,, )la anche questa spiegazione, per quanto contenga una parte di vero e per quanto siano deplorevoli lo impulsività irresponsabili di Guglielmo Il (che recente– mente Bebel al Congresso socialista di J"ena denunciava come un imlJ'.lanento pericolo europeo), pure non ci sod– disfa. Altro e più profonde ragioni sussistono, o queste ha cura di esporre H.ichard Calver nei Sozialistische MO· mdslle(te del settembre l\J05. " Su che cost1, fonda l'Inghilterra la sua posizione economica? ,, La risposta a questa domanda - dice Calver - ci spiegherà il conflitto oggi insuperabile tra Germania e Inghilterra. :Mediante i suoi \'1l:i1tissimi possedimenti coloniali e mediante l'alto sviluppo delle sue industrie l'fnghilte;ra può assicurare ai suoi capitalisti e al s~o pOJ>Oloun reddito di gran lunga superiore a quello di tutti gli altri paesi, eccettuati fon,e gli Stati Uniti. A questo ri• guardo contano J>iù lo colonie che la superiorità indu– striale, poichè il grado della capacità. industriale inglese ò già almeno raggiunto dai tedeschi o dagli americani. Sono le colonie che permettono al capitale iuglese un collocamento privilegiato: ivi esso si ill\'este in terreni acquistati talvolta a prezzi irrisorii, con materie IH'ime a buon mercato e bassi salari. L'Jngbilterra può perciò paragonarsi a un imprenditore il quale possieda una fabbrica in città e una in campagna; nella prima egli paga salari superiori a quelli dei suoi concorrenti i ma nella seconda - dato il minimo costo dei coefHcienti di fabbricazione - reali1.za tali profitti che gli permet– tono d'arricchire e di pagare lautamente i suoi operai di città. Per l'Inghilterra adunque è una questione di vitalis– sima importanza il conservare intatto il suo JmJ)ero co– loniale; dal quale, d'altra parte, sugge annualmente milioni di sterline sotto forma di dazi, di tasse, di im– poste, ecc. Guai a colui che si oppone o sembra opporsi a questa privilegiata condizione di cose! Egli non può diventare cho il suo mortale nemico. È il caso della Germania, la quale, colla creazione di una potente flotta o colle sue velleità espansionistiche di questi ultimi tempi 1 sembra minare il trono su cui si asside superba la bionda Albione. Data questa condizione di cose, è assurdo (pensa Ca!ver) presentare quale ideale oggi effettuabile una politica basata sull'armonia della Francia, della Gel'lnania e del– l'lngh:lterra, coma vorrebbe Jaurès. L'unica via d'uscita è il riavvicinamento franco-germanico, e la costituzione degli Stati dell'Europa Centrale e Occidentale (esclusa l'loghilterra. e la Russia) in una grande unità 'econo– mica. Medianle la costituzione di una tale unità eco - nomico-doganale, la Germa.11ia 1 senza rinunziare alla sua po~izione e al suo avvenire di grande potenza indu– striale, e senza bi.:;ogno di crearsi un lmpero coloniale colle guerre, potrebbe trovare uno sbocco interno, un mercato cui rivolgere la sua sovrabbondante produ– zione. La creazione di un complesso economico europeo, oltre fornire alla Germania quel mercato che essa fuori di Europa non può trovare, avrebbe anche, secondo Calver, il vantaggio di affrettare il tramutamento dell'ordine at– tualo in un indirizzo socialista. u Nè il mondo inglese, nè quello americano, troveranno in sè la. forza di cam• biarsi, in un tempo prossimo, in una società socializzata. In Francia e in Germania lo condizioni per un tal mu• tamento semb·rauo già. esistenti. 1111.1. si badi: ogni azione in questo senso deve avere carattere internazionale. Entro i confini di un solo Stato uon è possibile instau– rare un ordinamento socialistico. E, se la Germania si arresta nel suo sviluppo e la fusione economica dell'Eu– ropa non avviene, anche l'iniziativa socialista no rimane paralizzata. ln questo caso si dovrebbe attendere che la necessità dell'assetto socialistico nascesse dall'uguaglia– mento delle condizioni economiche delPlngbilterra con le ime Colonie e dell'America del Nord con quella del Sud: ciò che, malgt·ado la rapidità. con cui procede il capita• lismo, potrebbe durare un bel pezzo. 11 e. m. FILIPPO TURATI LA FINE DELLE TENDENZE 1l non expeclit dei "socialisti rivoluzionar ii ,, e le organizzazioni economiche. Centesimi 10. IVANOEBONOiUI e CARLOVEZZANI Il movimento proletario nelMantovano aggiuntovi in .Appendice i nuovi patti colonici, il rego– lamento delle Camere arbitrali agrarie, gli Statuti dello Leghe di migliora.mento, ecc. Un voi. di pagine ~6, cent. 50. GIUS~PPE RIGAM:ONTI, gerente responsabile. M\111.110, S0/9 1906 - Ttpografta Operai (Soo. ooop.), o. Vltt. Em. 12-10,

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