Critica Sociale - XIV - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1904

CRITICA SOCIALE 271 J◄M è appunto - limìtata così la lotta alle riven– dicazioni della. classe lavorntrice - che all'egoismo horg,hcsc si sostituirchbe, nel mondo, l'eg-oismo ope– raio, di cui tanti sintomi 8i vcdon già nello Coope– rati \'O di produzione. Le quali se per Labriola sono gli organismi della società. futura. -- per noi sono semplicemente la soppressione degli intermediarì nella società. di oggi: salvo ,·cnir un giorno anch'esse soppresse o conglobate irel Comune, per non dar luog·o precisa• mente a qucll'assoriazioui:ww nrnzziniano che qualche repubblicano rinf'uc.:ciaYa al compagno Saverio )[er– lino quando, a 2'1ilano, tenne una conferenza anlicol– letti,·ista ... In conclusiQne: il telaio al tessitore, 11officina al falJhro, il forno al fornaio, la fabbrica agli operni, i campi ai contadini! I•; lo stesso criterio che suggeriva al \\'nltcr :nocchi C' ad a.Itri "le ferrovie ai ferrovieri, i tramways ai tramvicri »· Ohim&! :Xoi - riformisti - che siamo rinrnsti i soli a gridare: tutto al Comune.' - siamo anthc i soli a sopportarC' il clil<'g-gio e le satire dei vari Hichter d'Europa sul convento e sulla caserma so– ci.1lista. A quel co1wento e a quella caserma - che pur abbiamo difeso in nome dell'interesse generale - i rivoluzionarì hanno rinunciato per Yllg-hej?giarc - col plauso di Yves Gu~·ot - " i Sindacati dell'avve– nire in feconda, concorrenza fra loro . 1 • La corsa all'assurdo. I~ qui - sebhene si parli di futuro più o meno remoto - bisog-na pur spiegare: chiaro, per amore della tattica presente. Dunque - per esempio - la ferrovia ai ferro– Yie1·i, la granata - poichè non ci sarà oppr0ssione di Stato neppur sugli spaz;1,ini - agli spazzini 1 e le Yetture ai ,·etturini. J~ chi assegnerà il compenso alla giornata di la– voro dei vari Sindacati': " L'equilibrio naturale che Yiene a stabilirsi, tolti tutti gli inciampi statali - come dicono gli c<·ono– misti - fra la domanda e l'offerta. " E se l'opera dei ferrovieri è pili appreizata di quella degli spaizini, quale superiore arbitrato ob– hlighcrà queRti ad acconciarsi ad un nwno ele,·ato tenor lli vita? O se il progresso meccanico offrirà al Sindacato degli spazzini - già costituito e forte nella nuova società - il modo di ripulire i11mezz'ora una ciLtì1 con lo macchine - avranno diritto gli spazzini di starsene a dormire rutto il giorno 1 pag,tti come prima? O se il Sindacato ferrovieri ci darà per conto pro· prio una rete di palloni dirigibili, o avrà tanta po– tenza da far correre gli automobili su tutte le strade, quale superiore a.utorib\ potrà impedire la ribellione dei vetturini in nome dello stomaco? l'.: se il Sinchtcato dei contadini della Vallo del Po o del 'J'everc applicherà al suo territorio la la, ora– z1onc elettrica, facendo ùiminuirc da cento a dicci la necessità della mano cl1opera, ana.11110 dil'itto i contadini cli lavorar mciz'ora al giorno - in seno al loro Sindacato - mentre gli spazzini continue ranno, se non li soccorra la meccanica, a lavorarne otto? ::-io11 torurrcmo precisamente al caos della lotta, 11011 più clcl-{li individui, ma delle corporazioni frn loro? 'l'utto il prog-resso scientifico, che oggi cammina con tale rapidità. da fai' supporre sco,n-olgimcnti me– ravigliosi nei mozzi di produzione, dovrà anelare, a caso, a be-nefioio di questa o quC'llfì corporazione il cui strumento di hn·oro vongJ. a perfciionnrsi? O non dovrìt piuttosto - come noi diciamo -- an– dare a beneficio della collettività. tutta 1 sicchè essendo propriC'tìt comune ltt terra e g-li strumenti di laxoro - og-ni prog-resso scientifico tliminuis<·a por tutti la fatica e per tutti aumenti il benessere? . * * :\In Emico Leone concede la socializ.zazionC', almeno t,·a11sitoria 1 dei mezzi di srnmbio o di trasporto. i: 1Icno male! ,, commenta il Porlrecca; e così prose~ue: Dunque le ferrovie 1 i piroscafi, i tramwa~·5, le au tomohili cli seniiio puhhlico, sarnnnn sottratti alla ineffahile libera conco1-re11za; e pNchè no il resto? J•~ il pane? I·~ le sruolc? I~ i te~l:iuti ~ ~: i teatri? J~ le nrnccllerie? 1 1; i molini? g le case? Che piacevole <•oim es!Ìure affamati dai mugnai sin– da<'ati, aniichè diti capitalisti monopolizzatori? 11a il costo del pane - dicono gli amiri librristi - ahhuttuto il protezionismo, scendcrit naturalmente al rosto di pro(luzionC'. O perchè? Chi impedidt ai mugnai di sin(laral'si internazionalmente ed elevare il costo del pane da Yenti a trenta lire al quinbtie? - I~ dico lire, pcrch{•, si ricordi, il <'Ompag·noLahriola troni ridicoli i " huoni di lavoro " di :\farx, e vuol mantenere le lire e le sterline, accumulabili, capitaliizahili e produttrici di interesse. Sicuro! fn pieno socialismo - notato hcne: non in un periodo di transizione - nulla sarit, per il Labl'iola, sostanzialmente mubto: la <'Oncorrenza 1 le crisi, i profitti) il drnaro, tutto funzionC"l'Ìtancora nel rnondo 1 precisamente come o~gi -- salva l'abolizione dei dazi e hi sostituzione, di fronte al cittadino c-om– pratore, del ne,i:rozio coopcratiYo al negozio prirnto, e rlPl capit111ismo sindacale ~11 capihtlismo indi\'iJ.uale. j;; IJene riferire tutto il :;;uo pensiero, con le suo pnrole, pcrchè i compagni tii orientino una buona Yolta. non sui ~iornali 1 nei quali non si azzardano principii fond,1111entali 1 ma sui lii)ri 1 che sono cspo– sizionC' meditata. delh1 dottrina. Scrive il Lnbriola(.\rturo non .\ntonio, che a questo socialismo non avrebbe sottOtiCritto nrni): " Il ragg-iungimento di questo fine :che l'operaio ahhia intero il frutto d('l suo bt\'Oro) non impone 1111 reg-ime unitario della produzione, tanto meno di <'Oi– letth·ismo statale: una produzione di Cooperative, oppure un rcgimn di produ,,.ionc fondato su\la piÌ.l assoluta lihert:t degli Rcamhì, può portare al risul– tato che il produttore riprend<L alla sociefa proprio ht stessa quantifa cli lasoro che egli le ha dato. " L'allusione allo sront1·i1w è meramente esempli– ficativa. " Niente vieta che si continui ad adoperare la moneta e !:.i consen·ino le denominazioni <lei preui. Dopotutto l'unntnitii si ò ahituata da ~ccoli a questa guisa cli contahilità dei valori 1 e non sarà facile che vi rinunzi per amore dei nostri stontrini, sui quali, invece di leg-gersi: lire, franchi e marchi, si leggano orc 1 minuti, secondi. :Non sarnbhe facile persuadere ~li uomini a non ridere elci ti-.wasso, ,, (Arturo La– hriola, llifor111P e ril'olu::io1u'!Wrirtle, pag. ~03). 1\ h ! tu, caro Lahriola, ridet'<'sti assieme ilgli uo– mini (quali?) dell'abolizione clclht moneta? Siamo sinceri: Se l'amico Labl'iola avesse dotto (luesto po 1 po' di roha al Cong-ro::iso di Bologna i Congressi sono fotti per nascondere il pensiero dei congressisti - non credo che i compagni (non tutti lcg-g-ono i i:;uoi libri come li leggo io) si sarebbero limitati H. ridcrc 1 ma creliO che uvrebhero ag-giu!1to una selva di fischi .... scntcnclolo ridere dello ,-;rontrino di )[a1·.,. )la non ne abbiamo riso noi 1 fino a ieri! Nè quello

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