Critica Sociale - XIV - n. 16-17 - 16 ago.-1 set. 1904

CRITICA SOCIALE 253 pronto; il socialismo è ancora nel suo periodo di pro– dicazione e deve rimanere ancora a lungo sul guard'a voi! w Noi invece diciamo: " compagni socialisti, en– trate io questa via con prudem:a, con perspicacia, con la più grande u:Jità, la più forte disciplina possibili. Ma entratevi risolutamente; in questa via. voi risolve– rete le difficoltà come le avete risolte nelle altre vie, ma non sacrificate nè la lotta di classe, nè il vostro fine ultimo; il collettivismo. 11 La divergenza d:opinioui continua. Voi dite: " la partecipazione diretta o indiretta non può essere che il sacrificio della lotta di classe e del fine nltimoj essa non può che allontanarci dalla classe operaia e allon– tanare la classe operaia dal nostro partito 11 • Ebbene, io non ho questi timori per i paesi in cui il proleta– riato socialista possiede forti organìzznzioni. Se un giorno noi dovre1no avere il " blocco ,, e un ministro socialisla anche in Belgio per volontà del partito ope– raio, noi rimarremo rn contatto e sotto l'influenza del partito operaio e la nostra coscienza non vi perden\ nulla. Al contrario! Oli operai sanno molto bene che un partito che è in minoranza 1 che un ministro socialista in un ministero borghese, non può dirigere lo Stato e non può che do mandare l'esecuzione di contratti d'alleanza. E poichò parliamo di tattica, couviea citare dei fatti, poichè una tattica non si spiega che con dei fatti. Per il Belgio la situazione è questa: alle ultime elezioni noi per– dommo dei seggi. E sapete una delle ragioni? È che i liberali hanno detto, ripetuto e fatto credere che noi non siamo un partito di Governo. J~bbene, i no~tri operai vogliono delle riforme al più presto possibile, e hanno ragione. Voi, della maggio– ranza, non potevate rimproverare a noi Belgi di non avere abbastanza combattuto per mezzo dei Sindacati, della mutualità, delle Cooperative e alla Camera. Voi non potreste dimostrare che il Belgio operaio-socialista abbandonò la lotta di classe. Sotto questo aspetto, noi siamo quasi un modello pel proletariato mondiafo. Andammo più in là. Collo sciopero del '902, tentammo strappare alla reazione il suffragio universale, e fummo rintuzzati, lasciando per le strade i cadaveri dei nostri compagni. E quando un giorno una frazione borghese ci offrirà. di introdurre il suffragio universale, l'istruzione obbli– gatoria, le leggi operaie, a condizione di prendere una parte di responsabilità nel Governo; sventura a colui che ricusasse e spingesse così il proletariato belga a nuove ecatombi 1 Sventura ai socialisti belgi che pre• ferissero le battaglie sanguinose della strada alle riforme, siano pure coll'etichetta governativa! Ci si dice: del potere, noi non potremmo accettare una parte; lo vogliamo intero. O tutto o nulla! - Datemi il mezzo di avere il tutto in un sol colpo, e sarò ac– canto a voi, con qualsiasi mezzo. i\[a il mezzo io non lo vedo e voi non me lo darete. E quando 1 frattanto, una frazione della bo(ghesia mi propone di effettuare con essa una parte del mio programma, dovrei io ri– fiutarmi? Dovrei lasciare alla classe nemica il monopolio delle forze di Governo? Non lo farò mai, e non ho il diritto di farlo. Se ci si offre un solo Ministero, noi lo accetteremo dicendo: u Grazie mille, signore; e a quando il secondo? ,, Come! la nostra classe operaia e pervertita dalla Chiesa, brutalizzata dal militarismo, sfinita dalle lunghe ore di lavoro, indebolita dalla miseria, minacciata nella sua vecchiaia, schiacciata nella lotta per l'esistenza, e quando una parte della borghesia ci propone di riformare tnlto ciò a condizione di prendere una parte di responsabi– lità nel Governo, dovrei dire di no?! - Ah! no 1 io non lo dirò, e ho la profonda convinzione che, quando il proletariato belga fosse abbastanza forte per imporre una tale situazione, il mio rifiuto sarebbe accolto con uno schiaffo da.Ila classe operaia! I socialisti cli Russia, di Bulgaria, di Spagna, di Po– lonia, del Oiappone, hanno una grande facilità a ricu– cusare le responsabilità del Governo! Passeranno certo anni ed anui prima che siano loro proposte. Ah! se io fossi il rappresentante di uno di cotesti paesi, mi asterrei in simile questione e mi guarderei bene dal condannare tattiche socialiste che io sarei troppo debole per mettere in pratica nel tuia paese. Capisco bene che una minoranza sia intransigente, perchè solo questa intransigenza le permette di tem– prare il carattere indispensabile per arrivare alla mag– gioranza. Ma uon ammetto che questa minoranza imponga la sua intransigenza a. partiti che non sono più così minimi e pei quali la responsabilità di Governo diventa. ogni giorno più necessaria. Quando si ha la responsa– bilità è L'intransigenza che deve cedere, e non si diventa nè pili. deboli, nè più incapaci discutendo con dei bor– ghesi in un Ministero, che '.discutendo con essi nelle sale di riunione. li compagno Adlcr disse ch'egli era inquieto quando esaminava il metodo seguito in Francia. da Jaurès e dai suoi amici. Ebbene! io pure sono inquieto, ma per altra cosa. Quando io vedo gli eventi marciare e quasi precipitare, quando vedo lo sviluppo rapido del capi– talismo, e che, di frùntc, pei nostri Sindacati, per le no~tre Cooperative, per tutte le opere d'organizzazione, noi manchiamo di uomini istruiti, capaci di ammini– strarle; oh! a.llorf,io sono inquieto pel domani di questo sviluppo troppo celere! E sento il bisogno di moltipli– care le scuole, dì fa.re tutte le riforme, che rialzeranno la condizione materiale e morale del proletaria.t'.l. Compagni, ho finito. Votate, ve ne supplico, la mo– zione Adler-Vandervelde, che non contiene nè sconm– niche, nè condanne. Se noi dovremo portare con noi la risoluzione di Dresda, la uostra classe operaia non ca– pirà come e perchè noi siamo stati condannati. Si pren– derà betfe della vostra deliberazione. E la mozione per l'unità, sulla quale si è tutti d'accordo, sarà resa cosi assolutamente vana. FELICE INIZIO lt pm·tito ~ocial!ista contl'O la y,w1·1·a. I giornali del moderatismo e del militarismo ita– liano e i giornali g-overnativi hanno levato le alte strida contro l'iniziativa dei Gruppi socialisti mila– nesi per un convegno a Lugano fra. socialisti italiani austriaci e delle provincie italiane ancor soo-<rott~ all'Austria, inteso ad allontanare le possibili c;~ioni di guerra fra i due paesi. I primi dileo-giano Pini– ziatiya. come antipatri?ttica, ramment~no gli inci– den_t, ~il I1~nsbrnck e c~1 Trieste, le continue provo– caz1om, gh armamenti e le fortificazioni decretate dal Governo austriaco, i conflitti d'interessi fra le vedute politiche dei due Stati alleati e ci chiedono ironicamente perchè non presceglie~emo 1>iuttosto una città dell 1 Austria per un convegno che riusci– r·ebbe accettissimo a quella poUzia, e perchò non ne eleggeremo Francesco Giuseppe almeno presidente onorarioj i secondi - gli ufficiati di vario grado

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