Critica Sociale - Anno XIV - n. 9 - 1 maggio 1904

CRITICA SOCIALE 143 poi che, senza mistero, ti n1,re mtto il suo cuore torribil<', ma Yero; tu, mugo incantntoro, lo eù,1.die nrrcsti ~pesso proprio nel punto, in cui tutto più ruugc in lui; t'Ot!Ìdu•, al punto steMo, 111lo fulmini, asctita, <' lo ctc-rni, poeta! Ed_ è vero! ~oi nbbinmo più \'h·i nella monte, fatti qua~, corporee ,·isioni, gli Eroi dell'Inferno fulminati dall'a-;ceta e eternati dal poeta, cho i ~anti del Paradiso nella magnificenza o nello splendore della loro eterea gloria. Un commento di tale natura, o di nito "alore scientifico o lettorario 1 costitui.!!CO un documento nuo\'0 per la lottc– nttura italiana o un codice prezioso per gli studt rlnn• teqchi. La critica, che o~so cou,len'ia nello. collana dello rime :-iempro spontaneo e facili, ò maturata ,lai senno J>ortentoso di chi. per un lung-o corso di nnni ha dO\'ulo dimenticare di e..;;,ere 1>oeta 1 J>er fllOiOfare 1 e di;;,cutere sull1a;;,pro argomento, e noi, salutando una tale critica. con intelletto di amore, senza pregiuclizii, senza. co1wen– zloni1 senza ipocrisie, dobbiamo riconoilcere la feconda e ardimentosa fatica del Costanzo, che ha fatto nell:L \'ia della veritìl un pa~so 11011 mnl o.'lnto 1 e ha sciolto, nel nome di Dante, :-u tutte 10 costri:doui e su tutte le impo~izioni inumane, il J>iù bello epinicio alla natura umana. t: raro che _un con~euto letterario acqui.-;ti, per impor• tanza e meriti propr1 1 un ,·alorc altamente sociale ma noi dobLinmo rilevnre anche questo fatto e conside~arlo corno un nuo,,o trionfo della nostra 11oesia. DIAGIO CIIIAltA. ... Ct:~AR1: L0Y8tto~o: li Jlomento attuale . . Milano, Casa Edl• trice 11oderna. Xon è un libro di materia ori1Z"inale,chè l'autore intese raccogliere in es-.o quanto di pili ,•i\'O e di pili imme diato gli uscì dalla penna in questi ultimi anni a com• mento dei fatti salienti che si vennero matur~ndo in essi e a riprova che lo sue teorie - per cui sta sulla breccia Ja pili decennt - trovano in essi rispoodenza e conferma. Xulla di nuo,·o, ndunque, per chi tenne dietro su giOr· nali e rh•iste alla varia. manife.;;,tazione del suo pensiero bene ~pesso ammonitore, libero e ardito sempre: J>u; tuttana questo volume che, apparentemente inorg1l– nico1 ha per unità d'ispirazione il tempo ))reseuto e !1animo d'uno scienziato desideroso di sentirne e di ren– del'lle le vibmzioni può tornare utilo a diversi fini non ultimo quello di constatare, con intima soddisfa~ zione nostra, come certe idee enuncinte per la prima volta dieci anni fa,_ con immenso ~caudato e fra gli !'ICOII• giuri del mondo ufficiate e del tradizionalismo addottri– nato, nbbiano fatto in !i!Ì breye tempo tanto cammino quanto non era nelle speranze de' più audaci loro ban– ditori e in qualche J)arte siano persino ,:riunte ad im– porre come urgente il 1m,blema della loro pratica at– tuazione. popoli neo-lutini n confronto rlegli anglosassoni e degli I slavi; vinse tanto prevenzioni e fu causa di tali ravve– dimenti, fino a indune i go\'ornnnti nel proposito di mutare l'onlinamento della scuola nlle\'iandolo di molta pnrto dell'in.:;cgnnmento cla'!<Jico a tutto Yantaggio di pili moderne e po>1iti\•edisci))line. Ed è aJ>punto in causa di qucdo rapido diffondersi delle idee, lo qurrll, uscite ap1>ena d1llln mente dei pen– satori, di,•ontano opinione comune o cedono il ))O'lto ad nitre sopraveni('nti nll1onore della discus'!iouo; è ap1rnnto in causa. di qur~to 1>1·ecoce im•occhinr <11ogni cosr~ rhe alla lcthm1. non risulterebbero al>ba-.tanza giustificati nè il titolo 1 nò In ragione del libro, so questa non ro,~e n sufficienza giu-.t,flcata dalla nece.'l<1iti\d'insistere nella ri))etizione di. idee e di postulati di cui ancora l"opinione pubblica non sembra penetrata tino al grado di satu– razione. lla il libro che e>1aminiamo, oltre a,,ero il merito rli mostrarci la mpiditfl. con cui cnmminnuo certe idee, una delle quali ahhiamo citato atl esempio, ci dà anche modo di procc>rlcre a una valuta:dono complessiva di un metodo di critica o d 1 indaginc, "110 con.-.istc nell'nppli- • care alcune idee generali ed a'itra.tte, alcuni principi per sè veri ccl inoppugnabili, a un comples-;o di fatti particolari e proprì a uu dato popolo e ad una. data. <'poca, per trarne un giudizio o presagirne le conseguenze lon– tane. )letodo queito che sembra poco positivo, d:l poi che induce a giudizi c>he,a distn111,a di tempo, risultano qunii sempre cccc~"i"i e spesso errati del tutto, e dA.1111O luogo a profezie ohe poi non si avverano e che vo11gono smentite dai fatti. Della fallacia di un tale metodo è vittima, a parer nostro, il r..ombrO!iO là do,·e, per e;;,. 1 si ra. a predire la decadenza immancabile e ìrreparnh1lo di due na:doni 1 che hanno in,·ec-e risen-e inesauribili cli ricchezza e <li forza, corno la Francia e l'Inghilterra; onde già. vedo sorgere 1. sulle loro ro,·ine _ una serie di nuo,·c na– zioni pili \'igorose e pili fresche. E queste pre\·isioni di color roseo, chè dopo 1:J :umi da che furono fatte non si vede ancora che si anerino menomamente poichò anzi in questo tempo Frnncia cd Inghilterra -;upcrarono felicemente la crisi d:L cui erano allora profondamente tra,·agliate queste pre\·i• sioni furono 1,os<ilbiliall'autore p1>r il ratto ch'egli seri• ve,•a nel periodo d'infatuazione nnzionali<,ta e nnthc- 1 mita in Fra11cia, culminante negli scorHlnli del processo Dreyrus, o durante il periodo più acuto dell'imperialismo inglese, culminante negli orrori o negli errori della guerra sud-africnna. Fallacia di giudizio questa, prO\'O– niente1 oltre cho dall 1 applicaziono troppo facile e corriva di principi generali ed astratti n. que~tioni e fatti l>en determinati e concreti, anche di un errore che chiamerò di ottica, per il quale un ratto prci.ente, di cui siamo spettatori cd attori o che perciò Il noi sembra occupare di sò tutto un dato momento della storia, \'eduto poi a. distanza di tempo e con animo 1>acato 1 apparo come un fenomeno tnlora insignificante e senza conseguenze nel gran quadro complossh•o delta \'lta di un popolo in una data epoca ciel suo S\'iluppo. Questo modo di critica, che induce spesso a conclu– sioni di apocalis~ì e di palingenesi, ò dicono - di– retto comune del ,!lonio della. stirpe a cui il llae-.tro appartiene: certo ò che esso costitui~cc il punto vera• mente debole di un altro grande edificio di dottrina inalzato da !\ari llarx, un altro glorioso figlio di sua gente. lrna di questo idee fortunate ò quella che riflette il pregiudizio cla<.sico 1 diffu,so o profondo nelle ,:rcnti latine che \'antano millennt di storia e di ci\'lltà e del cuttJ es~gerato della tr~dizion_e ranno J)a'iCOloal loro ùrgo– gho, e della tradlz1one st cmgono come in una ntmo I sfera di vita, da essa attin1-tendo e idee e sentimenti e cultura, e in essa obliando quol senso del reale dell'im• mediato o del contingento che tempra gli uomi;1i per la - vita o per la lotta. E con ciò abbiamo detto quanto ora cln. noi sull'ultimo libro di Cesare Lombroso. ETTORE F',\BU:TTI. Abbiamo slr(llciMo iu opuscolo: FILIPPO TURATI LA FINE DELLE TENDENZE Eb?~ne, q~<:st'idca en":n?iata per la prima ,,O1ta, in term,m prec1s1o concrct1 1 rn uuo scritto di undici auni ra e che ora ricomparo i_nquesto ~·olume, e già. conquistò a_sò tanto con'ieni.o d1_pensatori e tanta pa.rte dell'opi- 111onevolgare fluo a rndurre un gran numero di scrit– tori primo di tutti il nostro Sorgi col suo libro su La clecadenzci delle 11azio11i latine ad imputare a colJ>a del pl'egiudizio classico l'inreriorità presento dei Il non CXJ>Ctlil ilei "socinlistl rh·oluzionarii ., o le organizzazioni cconomioht>. Centesimi 10. Xe urrà iuriala copia a chi manderù agli l"flici <il'lla Critica wui cc1rtoli1u, cloppia. &unto (le/ 2:j O II a dli 11e 1'ic/iieda pii't di 50 copie.

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