Critica Sociale - Anno XIV - n. 2 - 16 gennaio 1904

28 CRITICA SOCIALE francese la piccola p1·oprietà. non salva nè sè stessa, nè il proprietario, e al sOJ>raggiungere di una crisi è la prima ad esser travolta in rovina, affamando il legittimo po~scssore. Così essa 1 in\·cce di essere una diga. al socialismo, è anzi uno strumento di pro1>aganda per esso, e noi pure pos~ ia.mo osservarlo nel Monferrato e nell'A.stigìano. J,e trasformazioni colturn,li e la coltura intensiva sono seguìti da vicino dalle crisi e dalle rapide oscillazioni del tasso dei salarì e dai periodi di disoccu1>azione. Di qui le prime e sempre più frequenti agitazioni dei la– voratori agricoli a giornata, gli scioperi, la rottura dei ra1)porti patriarcali coi proprietari, lo spirito di associa– zione che endemicamente viene rlallo oftlcine ai campi, e quindi la resistenza agli abbassamenti dei salari e la opposizione <1rescentoall'antico contratto di lavoro ad auno 1 a mezzadria o a colonìn parziaria, o di qui infine le nuO\'e funzioni dei novissìmi organismi: collocamento, mutua assistenza, assunzione diretta dei lavori con con– tratto colletth'o. Son questi gli stes~i lineamenti del movimento conta– dino così in Francia come in Italia, che portano alla stessa cvnclusione: il contratto collettivo sostituito al contratto indivi<luale, colla soppressione dell'interme– diario. gsso è già per sè un progresso ed un nuitaggio notevole, ma, quel ch'è più, è pre1mrazione dei lavora– tori alla funzione di produzione coll'assunzione diretta della coltura. della terrn. Ora, se a questo scopo tcn;;ono fisso lo ~guardo le molte organizzazioni di contadini, ceNando insieme di irrobustire la fibra fisica e la coscienza di classe ciel lavoratore, il loro avvenire è sicuro, perchè cosl ri– spondono a bisogni e a.d intere3si reali, ed hanno una funzione piena ed effettiva; ma, se si chiudono in un dottrinarismo teorico che ha per solo ed unico scopo lo sciopero generale per la ricouquista della terra senza alcuna preparazione del lavoratore ,illa gestione di ossa, non è diftlcile prevedere che quel movimento sarà ste– rile ed effimero. Au:ssA~DRO SCIIIAYI. Al prossimo numero il seguilo dello studio di S1:r,vA VJ\'IAN'I su. Le s,,ese rnilitllri. I NUOVI ORIZZONrrr dell'assistenza pubblica Per un Ufficio centrale tielle istituzioni di IJeneficeuza. Il problema della benefìrcnza è sempre palpitante cliattualità, perchè, mentre cresce la ricchezza sociale e si sviluppa o si perfeziona l'industria, aumenta anche il numero cli coloro, che per l'una o l'aJtra ragiono hanno bisogno di essere soccorsi. Contemporanea• mento, nei paesi più civili, per il diffondersi della coscic111.adella solidarietà. soch,le, che determina il fornrn.rl :iidi un più squisito senso di pietà umana, e por In politica piit battagliera del cloro cattolico, che rifà suoi i principii dell 1 evangelo 1 e li impugna, cli nuoYo, come un'arme contro il pensiero model'llo, somme sempre piìi cospicue vengono destinate a sol• lievo dei miseri che, per cause fi:siche, morali ed economiche, sono incapaci a bastare a sè stessi. [noltrc ht caritiL 1 oltrcchè farsi pili larga, da preva– lentemente repressiva clie oru, e indistinta e perciò stcrUc 1 in quanto cleterminnva un enorme sciupio cli ricchezze e di lavoro con un prodotto incerto e scarso, e lavorava con tipi medi astratti o con ri- medi uniformi, tende a dh•ontare sopratutto preven– tiva, cerca di studiare i singoli casi concreti, econo– mizzando le energie, e mira ad ottenere il maggior rendimento in utilità dai sacrifizii che fa, applicando intelligentemente ai singoli casi patologici il rimedio pili appro1>riato. A questa azione sempre pili vasta e pili varia della società in pro dei miseri, si contrappone l'o– pera sempre piì1 tenace da parte del povero per sfruttare, io pili modi, la carità. La lotta per In. vita elle si fa ogni giorno piì.1aspra 1 Ja facilità delle CO· municazioni 1 il fascino che esercita la città. sugli abitanti della campagna, il regimo industriale a larga divisione cli lavoro e che richiede dall'operaio abi– lità. tecniche sempre pili speciali1.zate, le facili crisi, la precarietit del guadagno in genere e in certe in– dustrie pili particolarmente, l'intensificazione del la– voro industriale che richiede 1111 accresciuto rendi– mento cli forza volitiva eia parte ciel lavoratore e una maggior disposizione sua.all'ordine e alla irreggimen– tazione, il carattere meccanico ciel lavoro, delle cui 1>enoseconseguenze scrissero così bene il Morris e il Ruskin, tutto ciò accresce - specialmente nella citfa - lo fìle delle persone che non sanno bastare a sè stesse, molte delle quali, però, non sono asso– lutamente incapaci ed avverse al h1vorn 1 bensì rela– tivamente inadatte alla speciale forma di lavoro richiesto oggidì nella fabbrica. Cresce - insomma - costantemente il numero di coloro, i quali 1 dotati di minor energia morale nella lotta, disertano il cam1>0 e cercano, nella questua e nel vagabondaggfo, il mezzo per continuare una vita sciagurata senza sot– toporsi alle fatiche e ai vincoli che il travaglio impone. Da tutto ciò la necessità - specie nei grandi centri urbani - cli coordinare piì1 rnzionalmentc fra cli loro gli istituti benéfici, in modo che l'a1.ione loro, oltrechè riescire piì1 intensa e piì.1proficua, possa essere salvaguardata dal pericolo di rivolgersi a l>e– neficio dei poveri professionali. All'estero, dove anche nel sistema della beneficenza sono molto più innanzi che da noi, si crearono, a tal uopo, Uffici centrali cli beneficenza, ancora ignoti in [talia .. Ed è merito ciel prof. Osimo - segretario della Società Umanitaria - di avere, por il prirno 1 propugnata l'idea, della creazione di un Uflìcio cen– trale delle Istituzioni di beneficenza in Milano, in una Relazione-progetto fatta per conto dell'Umani– taria e accettata dal Comune, lavoro che, per la. sua modemità, per i criteri pratici a cui si inspira., 1>er la chiarezza con cui in esso sono gettate le basi pel runzionamento dell'Ufficio da istituirsi, è degno della più grande attenzione, essendo una prima vore ele• vata in [talia in difesa ciel patrimonio dei poveri, e una. prima e generosa proposta, tendente a rinnovare tutto Pinvecchiato sistema della beneficenza. . .. La Relazione distingue due ordini di bisogni ai quali è opportuno prO\'vedere: " 1 ° bisogni di J)ossibile immedialet soddisfazione, quali la creazione di organi ed Uffìci che mettano il povero nella condizione di poter essere sorretto nel modo pili rapido e proficuo, e che, nello stesso tempo, liberino la. beneficenza dal peso dei bisognosi di professione; " 2° l>isogni dì soddisfazione meaiala e più lon– tana: il coorJinamento delle Istituzioni di benefi– cenza mediante un raggruppamento cli quelle che hanno scopi comuni ocl affini, e, quindi, una divi– sione organica in quelle che sono le funzioni varie della beneficenza, e una unificazione dell'amministra– zione clelht medesima; la rispondenza della sua azione ai moderni principi e criteri economici e morali.,, L'Ufficio centrale di beneficen1.a comincerebbe la sua opera iniziando un'azione di coordinamento fra

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