Critica Sociale - Anno XIV - n. 1 - 1 gennaio 1904

CRITICA SOCIAL~ Il .x'oi possinmo nccoltaro intcrnmento il concetto che lnrorma quei,to nrtlcolo del dotto nostro collaboratore. Egli o;;iserva, ò ben vero, che l'e1tlstcnza di "tendenze., In seno nl partito non JHIÒCllserè negai:\, poichè il fe– nomeno è persl~tcnte o non soltanto in Italia. )fa la dif– ferenza rra il pcn'iicro nostro e quello dell'articolista ò meno ancora che formale. Noì infatti non neghiamo l'cii· stonza di opinioni dh'crgenti nella teoria o nella tattica: so lo negassimo, non J)Olremmo, ~omo racciamo, comhat– terlc. Noi neghiamo a quelle opinioni una ragione d'cs• sere di fronte alla unturalc obbietth'a evoluzione della dottrina soch\lista una ed indivl~ibile; neghiamo loro ~oprntutto una logica; cd ò percib che non riconosciamo in esse ìmporto.nza o dignità di tondonzo \'ere e proprie. Xon ci sogneremmo mal di coutestn.rc che vi siano delle OJ)inionl erronee o sopratutto arretrato; che vi sia un l>lgottismo dolio vecchio rormulo, lo quali ebl>ero o non hanno pit'1 consi.<tlommscicntincn. o valore J)ra.tico: che vi sin, in una pnrte dolio masso che si smtono socialiste, una certa s1>legal>lli"lslmnlentezza intellettuale o miso– nei'>mo1che impedl'!ce loro di seguire i progressi relati\•a• mente rapidi del rtllli, su cùi deve modellarsi l'aziono del partito; che ,·t sin.no delle ignoranze ma;;siccie, degli arresti di sviluppo, o chi li sfrutta per proprio vantas:gio; che vi siano, nel pen'liero di molti, dello Incoerenze e tielle contraddizioni. Neghiamo elle a tutto ciò poq-1n dar-1i nome e vnlore di tendenza. di J)artito. E che altro dice in sostanza Il no..tro collaboratore 'i' Si legga con attenzione, che ne vale la pena, il suo den'IO e sintetico scritto. Egli 1>arla di una concezione socialista, che ol>be ti suo va.loro pratico e logico nello stadio economico che la 1>rodus:,c 1 mn che oggi è di gran lunga supornta dall'e,·oluzione storica i parla cli unn tendenza u che non ha segu\to lo S\'iluppo del pen- 11lerofltosoftco in rapJ>Ortoalla organiunzione sociale 11 ; che non potrà J>Crsl11tero se non w al tontanandosi sempre pili dall'aziono posltl,·n 11 o alla. quale, se Il partito olJ– bcdlsso, Il muovorobl>o a ritroso dei tempi,,; di una ten– rlonza che, por nvor rlnuucinto nllo promesse teoriche cho un tomJ)O In giustlflcnvnno, "cnde in unn stridente contradrtiziono ,,; di una tendenza insomma che, OJ>O– rando contro In. logicn, nega o <llstruggo se stessa. Per quanto i paragoni po'l'ìnno seniro n molti usi come i J>i<tids per al1>inisti, pigliamo J>Uroil paragone onde si sene il prof. Ceramicola l)er froebellanizznre il suo ra– gionamento astratto. Alcuni credono che converrelJho rovesciare il carro; sono, C\'idcntomcnte, gli <mai·chici. Costoro hanno unn concezione, che può essere errata nel <tuo fondamento, ma che è J>Crfettamente logica nel -1uos,·iluppo. •:,,1 non ,;algono <tul carro. ~(a 1 fra i ,;aliti sul cn.rro, fra coloro che non credono che lo si debba rovesciare, fra coloro che ln,•ecc " .,1 mi-,ero all'opera per dare miglior assetto alle more! che contiene , 11 frn. I socialillti insommA, la disputa continua (cd ecco le pre• tc110tendenze!), "J>erchè unn. parto ,11 Ci5i, pur dando mano al riordinamento, rimane dcll'opinioue di quelli che non sono saliti ,. 1 ossia di coloro che credono non <iido,·esso salire o che il carro si debba, non riordinare cammin rncendo, ma ro,·esciarc sull'orlo della stractn. Costoro " n<iplrn.110 nd un fino di cui con l'opera as– sidua protraggono o rendono soml)t'O mono probabile l"offettua.ziono . 1 • O, pili veramente, dicono bensì e ranno flnta di dar mnno al riordinamento, mn. in realtà fanno quant'ò in loro per Intralciarlo o per renderlo impossibile. Il filosofo chiami puro questa, se così gli piace, una " tendenza. di partito 11 • Per noi, quando es.sa è profe<i– sfito. in buona rode, non può C'isero tutt'al più che la .i tendenza ,, al manicomio. LA CR1TICA. IL DIRITTO ELETTORALE AMMINISTRA g l,'Al\I;-.;1:--TIA Xella /'leIuta 21 dieembre, il (.'on'iiglio comunale di Torino ap1>ro,·òIn.delibcr.uione della Giunta Pro,·inclale Amministrativa cho a,·eva 1>ronunziala I.\ decarlen1.a del consiglieri Chin.ppori e Xorlenghi, condannati 1>erecci– tamento n.ll' odio ili clnqse: o, 11cll'udieuz1t 17 cliccmbrC', In. Ca~;;azione di noma publ>licò sentenza che, in odio agli on. Agnini, Hertesi ed a.Uri 1;ocialisti, confermava Il\ ma,-1ima dcll'inelcggilJilità. allo cariche ammini.,trati\'o dei condannati 1101farnO'IOart. :? 17 del Codice penale. f: dunque la reazione che, In ,,eslo giuridica, impor• versa contro I socialisti, per cacciarli, orn. che han co– minciato a rar pc'laro In loro inlluonza 11elParlamento, dni corr>i amminl.,trnti\•i. 1-:d è... Cl1rioso il ragionamento che, a pro11oslto dogli on. Agnini o Bertcsi 1 fa In Corte romann. per giu11tlllcnroIn sua opinione: eccolo, tra11crllto lcstunlmontc: 1• Considerato che il moth·o del ricorso presentato dall'aH. Ylclnl contro la. sentenza della Corto d'Appello di ModenA ò indubbiamente fondato, perocchè sia. ~iusto o coerento nlla l ettera cd allo spirito dell'art. 22 vigente logge elettorale ll.ntmlnisirn.th' a ritenere che l'nrnni,tin sonnna Intervenuta dop ò la condanna, mentre condona le conseguenze 11trottn.mente 1>enallprc,·edute dal Codice penale, non esercita alcuna influenza sullo incapacitit stabilito da altro leggi i e special mento da quella eletto– rale, la quale !'I basa rn particolar modo, allo scopo di determinare la dignità all'elettorato, che è il primo e pili nobile diritto del cittadino, sull'onor111Jilitiì del me– desimo: onorabilità che non p uò non essere prorondn.– mento scossa da un gi udicn.to che lo ha ritenuto colpo• ,•ole di uno <Ilquel rcr\ti contro I quali la legge infligge anche In 1>erdita del diritto suddetto, continuatirn fino a che non sia lntor\·enuta la legale riallilitazionc; In quale niente vieta l)O'i.iaC.isere implorata anche al ~Cm• plico effetto della riammissione all'elettorato . ., Dunque, socondo la Corte romnnn, che fa il sole e lit pioggia nel In glustlzia italiana, gli on. Agnini e Ilortesi, condannati per un reato politico mn. circondati dalln stima dei loro concittadini che poi' tanti anni li ele,·a– rono all'alta dignità di rappresentanti della unzione, non ~ono per onco riabilitati nella loro onorabilità di cittn• dini. (1) Con\·ieno che no implorino In. grazia per In t'i<t cruci,'i del Sindaf'0 1 del Pretore, del Procuratore del Re, del Procuratore generale, della Seziono d'Accusa, su su fino al Oovorno del ro; il quale quando si siano l>ene purgati attravcno tutto quello tappe - si degnerà, se li creJerìl meritevoli, di riammetterli nel grembo deuli onorati cittadini. Può c.~sore che ila questo un argomento giuridico; non mi pare però che pecchi rii ecces<ih·o IJuon senso. .. ~In non ò di que;,to elemento della ,·itn. comune che io intendo lrattn.re, bensì della funzione sociale della mngi;,tratura chiamata ad impartire quella che fu dofl– nitn il fondamento degli Stati, la giu<;lizia. E certo, so il còmpito elci magistrati si riduce a sil– lalJn.re un articolo tli legge per n1>1>licarloai disgrazitlti che capitlrno loro sotto le mnni, 11uòdirsi che i giudici romani lo cscguiscono, meritando dieci con lode. E,si a.prono la leggo comunale, c,)m1,1tnno l'art. 22 o ragio– nano: "Non sono elottori nè ol(>g~llJili .... i condannati ... por eccitamento all'odio fra le cla-,<11 sociali ... (Agninl o ( 1) ). n~~u11 ,.h_•~~"' ('011(\IZ\ulle 110110 TurAII, ("OBIA, ii:or~,1rl, l)f \Il· dreli, l'e8eettl, 1•ratn11ollnl, ('11,l)rlnl, •11111.~111111 I deJ)Ullltl ,.orlllllAII C pRr('('('hl r1"<11111Jl)ll('fU1I,

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