Critica Sociale - Anno XIII - n. 12 - 16 giugno 1903

CRITICA SOCIALE 187 present.ano ai cerealicultori un mercato nazionale sicuro, sebbene impoverito 1 da sfruttare all'ultimo sangue. La mancanza di coraggio nell'aprirsi nuove vie ed il desi– derio di non aver da lottare con nessuna concorrenza, di vincere senza combattere nessuna battaglia, questi sentimenti bassi ed ignobili dei popoli infingardi noi li lasciamo ai nostri avversari del protezionismo agrario. La nostra dottrina ò una dottrina di coraggio e cli audacia, di tentativi }JCrseveranti, di sconfitte momen– tanee e di vittorie finali. I libero-scambisti non additano l'Eldorado sul mercato mondiale i essi nou dicono agli flgricoltori di slanciarsi nel giardino incantato per ci– barsi tranquillanùmte delle fnatta di bontà mirabile. Essi sanno che per vincere nella ~,a della concorrenza è d'uopo lottare e che solo i forti e gli ardimentosi vin– cono. lla vogliono che nella lotta accanita i combattenti uon siano impacciati da JJesanti armature; essi sanno che sarà più facile conquistare un mercato e8tero quando i dazt siano del 10 °lo, che non se i dazi siano del 50 °lo• Anche a 1rnrità cli condi:doni con gli spagnuoli, con i greci, con i californiani, ecc., ecc., ò JJill probabile la vittoria 5e i dazt sono bassì 1 perchè allora non ci urte– remo piì1 contro una barriera non frangibile per legge; ma dovremo combattere solo contro la maggiore abilità o la più perfetta organizzazione altrui. .Ed allora vince– remo se sapremo ,lìventare pilt abili e sapremo orga– nizzarci ancor meglio degli stranieri. Vitalia si trova ad un bivio solenne del suo cammino storico: o rimanersi adagiata sul miserabile giaciglio di apparente sicurezza del protezionismo agrario; o fare un tentativo di conquista dei mercati stranieri, conce– dendo larghe riduzioni di tariffe ai nostri provveditori di manufa.tti, di grano, di petrolio, di caffè, in cambio di corrispondenti riduzioni di dazi sulle nostre esporta– zioni. Noi speriamo che, malgrado le querimonie degli interessati e dei professori di protezionismo, l'Italia vorrà scegliere la seconda. alternativa 1 sapendo di scegliere una via che condurrà a.Ila luminosa vittoria solo attra• verso a fatiche inenarrabili etl a. sforzi sovrumani. ]fa il popolo, che non sapesse dura.re quelle fatiche o com– piere quegli sforzi, non sarebbe <legnocli continuare ad ~ccupa1·e un posto sulla scena del mondo. ATTll,IO CAll!A'l'I O LUWI J<:1NAUIH. UN POETA RETICO (GIOVANNI BERTACCHI) A Milano Giovanni Bortacchi è assai conosciuto. Proressore cli latino prima ne] Ginnasio ])arini ed . indi nel Ginnasio Manzoni, critico apprezzato e fine dei lirici italiani contemporanei, pel pubblico,.varia– mente composto, dell'Università popolare, egli ebbe modo di creare intomo a sè un mondo di simpatie e di amicizie, anche solo in ispirito ed ignorate, che va. assai al di 1:\. del mondo, pur già. tanto vasto, delle sue conoscenze. Gli è che Ja poesia, di cui è centro perennemente radiante l'anima sua, ha un riflesso fedele in quella ch'egli ha. saputo tanto de– licatamente dedurre nei volumi - sono ornai tre con quello ora apparso - delle sue rime. L'opera corona J'uomo, possiamo <lire senza tema di esagerazione; ed anche, si può dire, che J'opera ha seguìto l'uomo nel suo complicato processo di sviluppo e di accre– scimento, guadagnando in perfezione cli forma, in finezza e profondità di pensiero, in Jimpida e schietta semplicità. descrittiva, in eufonica scelta di ritmi e cli metri. B1h1ote n lJ no B1arcc Per chi ebbe occasione di vivere della sua vita intima, di coglierne spesso a volo i propositi e Je inspirazioni, per chi ha con lui peregrinato su pei monti della sua Rczia diletta, porgendo ascolto seco lui alle perenni canzoni del suo Mera, agli effluvii misteriosamente soavi delle varie famiglie dei fiori alpini, agli assidui fruscii delle pinete agitate dai venti e alle appassionate melodie delle fanciulle accoglienti nel loro cauto l'anima delle valli; per chi da' suoi colloqui ebbe disvela.ti nuovi aspetti dell'abbagliante gloria dei ghiacciai scintillanti al sole, e sentì nuovi fascini e nuovi affetti pei calmi e profondamente azzurri laghi cl'Gngadina. e con lui ne visse e vide in inverno le solitudini fatte piit solenni, più vicine quasi alle loro origini nella serie dei tempi i per chi finalmente con lui partecipa al nuovo e co1lettivo senso della storia, del moto umano rampollante dalle cose e sempre in mille guise ad esse aderente e da esse governato) aiutato e diretto, Giovanni Bertacchi non può non apparire realmente una grande anima di poeta; anzi, comunque se ne voglia giudicare J'opera 1 egli è nella vita anzitutto e soltanto un poeta; ma non di quelli che vivono nelle nuvole del sentimentalismo indeterminato e snervante e svaporante, sibbene di quelli la cui anima si ciba di cose ed è assetata di tutto ciò che è re~ltà. ]!:gli ha una vera ·venerazione per Walt ·whitman 1 pel grande vate della individualità completa e della clemocra.7,ia americana. e in tutta l'arte sua se ne sente un'eco; qualcosa del grande autore di Leaves of G1·ass è certamente passato dentro di lui, e, com• binandosi col senso di attaccamento e di tenerezza per ogni cosa, che è proprio di chi ò cresciuto tra i monti, combinandosi col senso ciel materialismo storico, che nel Berta.echi ha subìto una delle più curiose e radicalmente originali metamorfosi, che lo spogliano clel rude ed ironico gelo pessimistico pe– cuJiare al filosofo di 'J'reviri, ne ha dato questa poesia in cui tutta 1a soavità e la clolcer,za d'un romanti– cismo sano felicemente si sposa al senso vivo della nostra età di scienza e di lavoro. Perchè il Bertacchi non è solo un letterato. Nella sua biblioteca vi sono volumi di Achille Loria, cli Marx, di Spencer, di R.omagnosi, cli Ardigò 1 di Ba• stiat, cli Cherbuliez, di ])arwin, in tale stato e così annotati da attestat·e uo pertinace e non comune sforzo di penctra~ione e di critica; aiutato da uno zio ingegnere, geologo cli non comune valore, e che da sè s'era fatta una coltura completa e straordi– naria io ogni ramo dello scibile, dalla quotidiana conversazione con lui, dalle passeggiate e dalle gite~ insieme compiute per la Valtellina, per la Val Ere– gaglia, per gran parte della Svizzera) la sua mente uscì plasmata a una comprensione rigidamente scien– tifica dei problemi della vita e dell'essere, adagiata in uno stato di sentimento con essa. concorde e ar– monizzante. Il dissidio tra poesia e scienza non esisti mai per questo spirito, e nel medesimo tempo il pensiero nuovo non ebbe mai irrispettose asprezze o disdegni per l'antico. Nell1infinità del Cosmo le voci apparentemente dissonanti, come canta "William Morris, appaiono versi dello stesso poema di bellezza. Sì che talora tanta è la serenità e la sincerità emo– tiva, che questo spirito positivo pone nella rievoca– zione e nell'interpretazione dei sentimenti e delle idealità religiose, che vi sembra in lui sia discesa un po 1 di quella dolce e romanamente tranquilla equanimità che dettava a Virgilio quegli inimitabili e inobliabili esametri: .Felix qui potuit rerum cognoscere causas Atque metus omnes et inexorabile fa.tum Subjecit pedibus, strepitumque Achaeruntis avari! Fortunatus et ille deos qui novit agrestes· Pannque, !lyl\•imumque senem, nymphnsque sororesl

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