Critica Sociale - Anno XIII - n. 9 - 1 maggio 1903

B CRITICA SOCIALE 137 E mi fermo. Aspetto i fischi del prof. Bonardi e di quanti la pensano come lui, qunndo, entro il prossimo maggio, terrò a Milano una conferenza in– torno a Giuseppe l\Iazzini e le idealità moderne, in cui sosterrò l'opposto di quanti essi sostengono. U(U11e, ;u <11>rUe1903. E'f:T,ICE i\[OMIOf.lANO. Amici d'ogni discussione, pubblichiamo volontieri le osse1·vazioni del prof. :Momigliano all'articolo del prof. Bo– nardi. Ma nella disputa ci sentiamo molto più vicini a quest'ultimo. Diciamo cli pili: non ci pare che lo stesso :Momigliano no sia !unge come pretende apparire. Momig!iano, fondando.,;i sulla dialettica hegeliana adot• tata dal Marx (adottata, ma ro\'esciata, o riempiuta di ben altro contenuto e ratta servire a ben altri fini), nega. che il socialismo moderno sia una " derivazione delle dottrine positive ,,. Se non lo fosse, sarebbe il ]Jomi– gliano e saremmo noi socialisti e marxisti? Il Nietzsche non fu tampoco nominato dal Bonal'di, nò crediamo che, parlando di q1.1.el fa lso darwinismo sociale che vuole" il sacrificio delle moltitltdini all'opulenza cd al lusso,,, egli vi abbia propriamente pensatQ. "?![a cho c'entra. il successo negativo del volume di Ferri colla tesi del 1>rof.Bonardi? Questi sostenne che nessuna discontinuità ,•i è fra i fenomeni dclPuniversale evoluzione, e quindi tra il mondo vegetale e animale e il mondo umano e sociale: ma 1iesstt11(tgi·atuil(t confusione (egli aggiunse) oà arbitraria sostituzione fra i fenomeni e le leggi spe– cificheclellefasi successive di quell 1 e\•Oluzione. 1:: da questo 1mnlo lU vista - scrisse po! - Carlo Marx è veramente il Darwin della sociologia. 1 ' Da questo 1>untodi vista,,: ossia applicando lo s1>ìritoposìti\'O del d:nwinismo, non facendone un adattamento meccanico ed artificioso a cose diverse ed opposte. A questo })atto soltanto la u dot– trina positiva 11 è , 1 eramente positiva. E in che cosa si differen,-;ia in sostanza dal JJensiero clel Bonardi quello del ]Jomigliano 1 quanclo questi gli concede che il Mazzini, in antitesi nl Marx, " ricono• sceva l'indefinito 1>rogresso umano come disegno prov– Yiclenziale ,, (ossia dottrina metafisica clelle cr.use finali e deismo antropoformista), e che :Mazzini ci non è un critico, ma un dogrnatico 11 ? Un dogmatico che, essendo religioso, sia pure n. suo modo, non si cura cli " rintrac– ciare l'origine naturale del fenomeno religioso ,,: ossia ne ammette in sostanza l'origine soprannaturale. Dottrina e,·olutiva questa?! Per giustificare il proprio contrasto col llonardi, )[o– migliano deve esagerare la tesi di questo: fargli dire che il dio dì Mazzini sia quello del De Maistre o del 13onald 1 ciò che il Bonardi non disse nò Yolle dire: fargli asseve– rare che Mazzini è un mistico e un mistico precisamente '' nel senso volgare,, che implica rinuncia all'azione. Che la filosofi.a lii Mazzini fosse, nel suo tempo e in quelle circostanze, <lemocratica, rivoluzionaria, spingente al– l'azione, quando mai Bonardi ha negato? Al contrario egli, dicendosi di Mazzini " ammiratore convinto e devoto ,,, dichiarò di res1Jirare ne 1 suoi scritti ci una specie di ossigeno morale agitatore dell'anima,,; dichiarò di non aver mai ammirato " }Htgine cosl illuminate da una fulgida. luce di icleale ,,, agitate da una" vibrazione cosl commovente di entusiasmo ,,. E allora? E allora non rimane al prof. Momigliano che trinco• rarsi dietro una sottigliezza verbale: affermando che il 11 materialismo filosofico ,,, che .Mazzini combatteva, è teoria superat.i, combattuta anche da Spencer, Wundt, Ardigò. Certo, il matel'ialismo, come scuola metafisica opposta allo spiritualismo metafisico, è superata dai }JO· Ul n J ,u 01a c,o siti visti moderni: ma essi non lo rinnegano, come raccrn il Mazzini, in nome o coi criterii dello spiritualismo, \Jonsì con criteri i perfettamente ngli antìporli da questo. E, per quanto superato o comuattuto 1 il materialismo filosofico, che distrusse lo spiritualismo anche mazzi– niano, resta sempre un elemento rormatore nell'evolu– :.donc di quella dottrina positiva, a.Ila quale, si yoglia o no, il pensiero di Mazzini, apostolo, moralista e non naturalista neanche nello spirito e nel fonclamcnto della sua coltura, rimase, o dovette rimanere, radicalmente sti·aniero. LA C!UTIC,\. 1~sotto ·i torchi : I semplicisti del mnteri1tlis1110 storico, estratto da[[(t CRITICA SOCIALE;, <li P. :F'0N1'ANA. SIGNIFICATO FISIOLOGICO ciel la refezione scoJ asti ca O iacchè la proposta del la refezione scolastica gra– tuita nelle scuole popolari ò ancora oggetto di di. scussione 1 sebbene h~ questione sia già stata ampia– mente illustrata. dal punto di vista socia.le , morale e giuridico, e praticamente si attui ia molte città d'l'talia, parmi non sia fuor cli luogo richianrnre considerazioni che già ebbi ad esporre intorno allo importante argomento. [n una conferenza eia me tenuta a Bologna pa– recchi anni or sono pet· incarico ciel Circolo socialista, quando l'idea deJla refezione scolastica era nel suo nascere, e in seguito in varie sedute del Consiglio comunale di detta città, ho sostenuto che la que– stione è sopratutto di ordine fisiologico, e che perciò non dovrebbe dar luogo a discussione cli sorta. msogua esaminare la proposta, io dicevo allora., dal lato scientifico, e se i risultati di tale esame parlano in favore di essa, qualunque considerazione di altra natura dovrehbe cadere, e sarebbe inutile trincerarsi dietro una discussione di diritto o di do· Yere; di carità legale o di beneficenza pubblica; di iniziativa prh,ata o comunale. Non resterebbe che affermare o negare, riconoscendo o rinnegando i più sacri diritti dell'uomo. Gli oppositori alla refezione nel Consiglio comu– nale di Bologna, ad esempio l'on. Malvezzi, allora assessore per "istruzione, sostennero che obbligo del Comune è quello di istruire e non cli nutrire, e as– sicurarono, per la tn1.nquillità di tutti, che il Comune di Bologna istruisce col maggiot· zelo. Ma, se lo Stato impone l'istruzione, io replicavo, coloro-che vi partecipano J1anno l'obbligo cli tnirno profitto; uè si può ammettere parità di condizione, rispetto all'imparare, tra i fanciulli ben nutriti e quelli mal nutriti o denutriti. t dunque obbligo del Comune di uguagliare, per quanto è possibile, le condizioni fisiologiche degli scolari riguardo alla nutrizione, obbligo questo che assume un alto significato etico-sociale quando si pensi che nel disagio fisiologico è il mal seme di gravi pervertimenti mora.li. E suggerivo allora di far eseguire dai medici del Comune delle indagini nelle scuole elementari, in base ai concetti da me esposti. li clott. l3oselli, addetto all'Ufficio municipale d'i– giene cli Bologna, conferma le mie conclusioni col suo studio statistico di correlazione tra scuola e svi– luppo fisico dello scolaro. Egli ha trovato che, du– rante l'anno scolastico, parte degli alunni diminui– vano in peso e parte aumentavano, e che il maggior numero dei primi era dato dai figli di poveri, di giornalieri, ecc.; come risulta da.Ila tabella seguente:

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