Critica Sociale - Anno XIII - n. 9 - 1 maggio 1903

132 CRITICA SOCIALE incontro allo spareggio pur di avviare a soluzione il problema del 1Iezzogiorno? . .. Nel disegno della Commissione, che è in sostanza il trnit-ll'wdon fra il disegno Sonnino o quello del Governo, vi sono due parti ben distinte, che risen– tono clclln loro origine diversa: la parte che si rifo• risce nl sale e l'altra che si riferisce al problema del Mezzogiorno. Per il sale non c'C da invocare alcuna teoria eco• nomica. Si tratta di alle,•iare una gilbella che fa vergogna all'Italia e, se vuolsi, cooperare alla solu– zione di un problema igienico che :da molto a cuore a scienziati e a studiosi, come l'Albertoni e il Ba– daloni. Per tutti gli altri provvedimenti, invece, lo scopo 11 cui si mira è di agevolarn l'ogricoltura nelle re– gioni dove è più tardo o difficile il suo sviluppo. li progetto Sonnino non aveva altro scopo; anzi, perchè ci pane fallisse a questo scopo, ci ebbe oppositori fin dagli inizii. li problema meridionale. ha due raccic. Da una. JHlrtc,sono da Yincere le difficolt.\ naturali che, nel cosi– detto giardino d'Italia, sono infinitamente maggiori che non nella rertile cd irrigua Yalle padana. Dal· l'altra, è da chiedere alle iniziative locali e al capi– tale privato un'opera. più alacre, pH1 coraggiosa, più intelligente. Al primo còmpito non possono bastare Je risorse del luogo, ma abbisogna un'opera lentu, ostinata, sapiente, che sappia, con mezzi adeguati e corto s.uperiori agli ordinari, rendere produttiva la terra., sicura la Yiabilitò., disccntrata la mano d'o– pera, facile il trasporto. Per il secondo, in,·ece, bi– sogna attendere cho le fatali leggi economiche, e i frutti dell'istruzione sempre pili incorftggiata e dif• fusa, Stt(>piamoricondurre nel Mezzogiorno le energie •economiche e morali necessario per la sua rerlcnzione. L'on. Sonnino non ha visto che <1uesto secondo còrnpito, quello nel quale lo Stato non può avere alcuna 1>art.e.E, per sollevare la potenzialità del ca– pitalo agricolo del Mezzogiorno, ha proposta la ri– duzione a metà. dell'imposta erariale!.. .. 1:: lhcile comprendere la inanità del rimedio ; basta abbandonare per un momento la cifra abbagliante dei 20 milioni di sgravio, e riflettere che l'imposta. fondiaria erariale preleva soltanto il 2 ¼ sul prodotto lordo. Quale rivoluzione può portare, nell'agricoltura del Mezzogiorno, il prelevare 1010 inrnce che d1,e sopra cento di prodotto? E si badi che questo ri– sparmio dell'uno per cento verrebbe pii, che assor• bito dalle classi la, 1 oratrici 1 quando si applicassero sul serio i nuovi contratti agrarii propo:,ti dal Sonnino. Un solo effetto economico avrebbe la riduzione a metà. dell'imposta erariale, o sarebbe di accrescere il valore Yonalo dei fondi, tenendo ancor più lontani quei compratori, che il Sonnino confessa, quasi sco– nosciuti alle terre del Mezzogiorno. Por la stessa Yia si ò messa la Commissione per gli sgravii. Ma, come tutti gli imitatori, ha peggio– rato imitando. Essa non si ò pro1>osta di procurare un maggior margine a tutto il capitale meridionale, ma ha scelto a campioni della rigenerazione econo– mica del :Mezzogiorno tutti i proprietari cli qualche sterile pezzo di terra o cli qualche casupola rabber– ciata, tutti questi avanzi dolorosi di un mondo che si sfascia e che è fatalmente condannato a morire.<' Con che non vog1iamo cliro che non sia pietoso lo sgravarli clall 1 imposta 1 ma questo può essere della filantropia doverosa, non un prov,·oclimento diretto a risolvere la questione meridionale. Anche gli altri provvedimenti - esonero dei ter– reni filosserati, facilitazione allo smercio degli agrumi, riduzione delle tariffe dei trasporti - non si sal– ,,ano dallo stesse obbiezioni. Escogitati con il cri- 810 I r terio empirico di fare la cifra di 20 milioni, messi insieme per la Yanità cli ar>parire risanatori di molti mali, essi non fanno che disperdere per molte Yi0 una somma cospicua senza utile di alcuno, e sopra• tutto senza giovamento all'agricoltura meridionak. Altro donebbe essere il proposito delJo Stato. Di– cemmo dianzi che còmpito supremo della nazione dovrebbe essere quello di vincere gli ostaco1i natu– rali che si oppongono allo sviluppo della produzione meridionale. Questi ostacoli non sono pii1 un mistero per alcuno. È noto, per esempio, come in Sicilia la siccità sia la peggiore nemica della produzione. Orn, è evidente come una miglior disciplina delle acque, la costruzione di dighe e di serbatoi e sopra tutto il rimboschimento potrebbero ricondurre l'isola alla fertilità antica.. (I) Jn Basilicata, oltre la mancanza cli strade, la libert:\ dei torrenti e la frequenza delle frano, un altro flagello impedisco Ja vittoria degli uomini sulla terra: la malaria. E quasi dovunque, nell'Italia meridionale e nello isole, la insufficiente sicurezza pubblica, l'agglomero della mano d'opera nei borghi o nelle citfa lontane, la scilrsa educazione agricola delle popolazioni tengono lontano il capitalo che, quaoclo trovasse una regione meno minacciata dallo calamità naturali, non tarderebbe a riversar– visi, por quella legge elci tornaconto che è mollo più forte di tutli i nostri codici o cli tutte le nostre buone intenzioni. :Ma appunto perciò l'opera dello Stato dovrebbe pl'oporsi un pian o largo, determinato, sicuro. Con 20 o 30 milioni a.ll' anno 1 da spendere in opere straor– dinario, nel Mezz ogiorno, si potrebbero risolvere uno dopo l'altro i maggiori problemi: ud esempio, quello dei boschi, quello delle strade, quello della. malaria, a cui lo recenti scoperte hanno offerta una focilo soluzione. All1infuori di quest'opera., che richiedo però tenacja o pazienza, non vi sono che ì programmi demagogici alla Sonnino, o gli spedienti empirici della Com– missione. . .. IUtornnndo agli sgrayii, io cre1lo che il partito so• chtlistn. non possa approvarli nè nella formulazione gi.\ data Joro dalla Commissione, nè in quella che vorrà dar loro il GoYerno d'accordo con la. Com– missione. E le ragioni, già accennate sparsamente in questo scritto, si possono riassumere così: a) Gli sgravii proposti non risoh•ono alcuno dei gravi problemi del Mezzogiorno, e neppure iniziano quella riforma tributaria che, spostando parte del ca• rico dalle classi povere alle classi ricche, potrebbe at– tuare una maggiore giustizia distributiva, aumentare il co11sumo delle classi popolari e quindi la proclu– zione, e agire come freno automatico alle follìe spen– clereccio della classe dirigente. Anzi, tanto col dare l'illusione che una riforma tributaria si sia compiutil, quanto col complicare ancora di più la finanza lo– cale, si ritarda il compimento cli una riforma tribu– taria veramente democratica. b) Gli sgravii proposti scompaginano il bilancio, riconducono il disavanzo, e quindi :illontanano la possibilità cli una conversione libern. della renclihl, che potrebbe darci, abbassando cli mezzo punto il saggio clcll 1 interessc, un risparmio annuo di quasi 50 milioni. Di pili, un bilancio in dissesto potreb!Jo ,•oler dire un ritorno dell'aggio, cioò un rincaro nel prezzo dei consumi che ci vengono dall'estero. e) IJ fondo degli sgravii, dovendo essere alimC'n– tato in gran parto dal dazio sul grano, vorrebbe dire che lo sgravio servo a consolidare l'attuale ed (') Vedi A (JUesto proposito 11 IJel libro <lei <loti, A!IT0!II0 \",\CIRCA: 1i problema «f!rark> In SidlkJ, t>t1lcrmo,1eqs.

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