Critica Sociale - Anno XIII - n. 2 - 16 gennaio 1903

CHl'l'ICA ~UCIALI•: 11 benefiche, pii1 indispen<:abili che ci sieno al mondo. " B un'illusione questa, che tutte le classi socia.li hnnuo u intorno a sò stesse. È un modo di guardare le cose 11 comune a tutti gli esseri che pen~ano; e noi, quan- 11 d'nnche volessimo toglierci quo.sta lllu~ioue dalla testa, • non ci riusciremmo; se ci riuscissimo, diventeremmo " spregevoli a noi stessi, J)erchò nrrh·eremmo alla con– " elusione che tutto il nostro ta,·oro non serve niente 11 affatto agli nitri, e sene solo a rar afferrare a noi " lo stipenclio ogni 2i del me,;c .... Orn, dato un siffatto 11 modo di pensare, è ine,·itahìle che noi sinmo pronti • n sacriflcnre alle nostre su1>crbe ,·oglie il socialismo, 11 l'individualismo, la republ.Jlica o la monarchia ,,. E u proi;;eguo con una brillante filza di nrguti, m;i discu– tibilissimi paradossi, Yòlti a Illustrare la presunta giu– stezzn o generalità del concetto suo. . .. La proposta dei Snlvèmini J)OCca - a nostro giudizio - so1>ra tutto di unilateralità e di eccessh·ità: difetti l'uno o l'altro, che psicologicnmcnte si spicgnno e come na– turale reazione allo stato di de1>rcssione anilieute, in che ora si giace la nostra scuola media, e all'aero di indifferenza che la circonda; ma che sono i piì1 gra,•i rra quanti possano inceppare i 1>rimidifllcili passi di una organizzazione, che ha il bisogno e il do,·crc, anche per la peculiare intelleltualità. di coloro, cho l'i sono iuto– rcssnti e impegnati, cli impor.~i sino dagli inizi con la mi• sura cquilibrnta e con,9apovo10 del suo metodo e dei suoi atti. ì~ eccessi,·o e unilaterale infatti il Yoler dare come, il Sai• vèminl ru, una assoluta J>rominenzo, sovra tutte le altro funzioni sociali, alla funzione scolastica, che ò delle essenzialissime e, rra tutte, la pi1'1gelosa e hl pit'1 cieli• catn, ma non è l'unica essenziale o si connette strettissi– mamente con altre importantissimo e parimenti trascura.te; e non gioverebbe ai professori di informare la loro azione, a questo illu~orio e falso concetto. Che se siffatta. illu– sione ò frequente e comune, non è una ragione 1>erchò gli 1111.'IOgnanti abbiano essi puro ad accoglierla. Una estimazione adeguata della loro, meglio che professione, missione, devono, sl, averla.; ma de\'Ono pure J)O$Sedere unu giusta. nozione della. realtà viva o comJ)lessa, cho ren·o loro d'intorno, o sa1>ero l'ufficio, che in essa sono chiumntì ad adem1>iere. Similmente, ò una assai curiosa e ristretta applicazione del principio della lotta di classe e del determinismo marxistico, che il Salvèmini fa, quando caldegqia l'instau– razione cli un Partito, nel quale o per il quale gli inse• gnanti cessino di essere citt<uli11i e sicno solamente professori. Perchè è ben l'Oro che I partiti, lungi dal– l'es!ilcre, come no, 1 ellnno i rnetafl~lci 1 I' enrnnazione o l'esJ)licaziono di com·incimcntl a~trattamente e mera– mente ideali, traggono principalmente la loro ragione d'essere dal sostrato economico e si riannoclnno soJ)ra tutto alle condizioni concrete e specifiche dei dh•ersi ceti sociali; ma è l'ero altresl che essi constano insieme, o dipendentemente, di molteJ>lici altri elementi e che, senza perdere della. loro determinatezza, sono qualcosa di pili largo e di piì1 comprensivo di quf,llo, n. cui ìl Sah•èminl vorrebbe ridurli: al\,) steS$O modo cho In. J)er• sonalità. di ci/~!Òlcuno di noi non i:ii limitfl e finisce entro lii. cerchia della singola categoria professionale, a cui apJ)artiene, ma si e~pande simpaticamente nell'àml>ito vasto o complesso di tutta la \"ita :lOciale. li J'arlito della scuola pertanto non può sostituirsi, nella coscienza e nell'attività 1>olitica di nessun inse– gnante, che intenda a pieno Il dover suo di cittadino, V al 1>artito, qualunque e!ìSOsi sia, a cui questi aderisce, e non ha di eon~eguenza, corno t.aJe,moth•o di costituirsi. Che so - contrariamente a.I pon.-:iero nostro - la pro– posti\ del SalYèmini rosse attuabile, dovrebbero 1 per nnnlogia, as.-:umere consistenza e natura determinat.n– mcnto politica ed elettorule anche tutte le altre conso– ciazioni dì i,;fruttati dello Stato e dei Comuni, per non menzionare che quei-ti, e assorbire J)er intero l'idcalitÌi. 1>olitica dei loro componenti. La l-'e<lera.:io11epostale e leleyra{ìca, ad e~empio - la quale, per quella illusione autosuggesti,•a co-.i hen descritta dal Sah'Òmi:ii, crederi1. e~~ero quella della trnMnissiono dello eJ)istole 1 delle car– toline illuitrate e dei disJ>acci lfl funzione più nobile e indispen:mbile della societi\ moderna - si trasformeri\ o si identificherà col Partilo delle J){).'Jte dri te/PfJra{ì o nquesto dovrl~ sacriflcnro II il socialismo, l'individualismo, i: la repubblica. o la monat·chia ,,, e così "ia. Dove si rn nllora? Le Leghe J>roressionali si metteranno al posto dei partiti politici, dei quali alcuni, o i migliori, rimar• ranno J)er tal modo senza ... contenuto. Esse dh•crranno nlcunchò di ibrido o di ambiguo, che non J>Oirànon rnllire Il\ funzione sua. Il che i 1>roressori mcdii non pos'lono, per conto proJ)rio, ,•olore. . .. ~oi ))Onsiamo, per concludere, cho gli insegnanti SO· condart, pure f\\'endo fen•icla e solerte la loro coscienza di clt~ssc,del.ibono non serrarsi, come cittadini 1 nei limiti doll1l loro orgnnizzazio11e professionale, per quanto essa a~J)iri al miglioramento non !'Olo delln condiziono eco– nomica e morale dei docenti, bensì anche della scuola, o che la F'e<lf'r<t.:io11e non debba isterilirsi nel Partilo ,•agheggiato o co.~ì animosamente o ftduciosamenlo pro• J)Ugnnto clnl Sahèmini. xy. Ilsistema doganale e 'agricoltura PrC'mcssn. - L'rtalia, senza essere ogg'idì affatto I' 1- alnrn. 1>11rcns frugurn n dell'antichità, gode però, per certi prodotti agricoli, i benefizi, immutabili per lunghi secoli, ciel clima e del sole. 1~; evidente quindi che per tali prodotti si trova nelle favorevoli condi• :doni cli smercio facile, buono o n buon mercato. Qui adunque il problema della politica doganale muta e si rovescia.. Non si tratta. pii'1 di difendere lo nostre merci dalla invasione delle merci forastiere, ma l)cnsì di aprire ad esse il maggior numero pos– sihilo di sbocchi. Se si eccettua. il grano o, in go11c• 1·alo, i cercali, per gli altri frut~i elci suolo, olio, vino, ngrumi 1 è nostro sommo interesse che l'estero non ponga forti chizi alla. loro entmta. 11che non si ot– tiene se non 0011 tutto un clelicuto sistema cli com• pensnzioni di contratti, piegando su voci per le quali le tdtre nazioni abbiano lo stesso interesse di espor– tare. Dividiamo dunque quest'argomento in due parti: nella prima com1,rendiamo il vino e gli agrumi, pro– dotti otten uti senza concorrenza estera e clicui siamo interessa.ti alla esportazione; nella seconda diremo <lei gruno, che per converso è prodotto in pessima condiziono di concorrenza e di cui si fa pagare al consumatore italiano buona parte delle spese di pro• dm~ionc, superiori a quelle dei paesi concorrenti. L'1tggruppameuto di queste tre grandi categorie dl prodotti: vino, agrumi, grano, non è senza ragione, pcrchè le sorti dell'agricoltura italiana sono collegate strettamente ad esse. Come vedremo rapidamente, la crisi dei terreni vitifcri è collegnb nl dazio sul

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