Critica Sociale - Anno XIII - n. 1 - 1 gennaio 1903

CRITICA. SOCIA.LE 15 sempre in numero superiore al bisogno o che però per Yil'ere ~fruttano i consumatori. E appunto perchò la concorrenza agisce in modo benefico solo nel commercio in grande, esso corea di eliminarla con accordi e giuochi di speculazione. Da questi extrnredditi dipende l'csi– stonz1\ di una esagerata ineguaglianza sociale, incgua– glianzl\ che 1rnò cominciare ad essere utile solo quando tutti nbbinno il modo di soddisfare almeno ai bisogni 1>H1 urgenti. Lo spazio c'impedisce di seguire il SnJ)ino in questa molti1>licnzione o rnmiflcaziono degli effetti del soprnreddito in tutta l'economia sociale. Ili remo solo che per essa egli giunge alla conclusione d'una antitesi tra l'opera indi,•ldunle e In funzione sociale del cnpitn– listn.o tra il suo reddito e il 11uoservizio runzionale, antitesi ohe rende possibile lo sfruttamento dello clnssi lavoratrici. l~a storia non consente di credere in una soluzione unica e uniforme di tali antitesi; essa è suc– cessione di e1Jocho critiche, In cui il progresso ò ph't rapido o visibile pcrchè In. dlsuguaglia11za produce votto eccelso di ci\•iltà o ,ti bene~i:;ore,e di epoche organiche, in cui I bcneftzi della civiltà stessa si diffondono r,;oprn lo nmsso. Sollo 1u·imo J>revnle - e non mai domina e~clusivamente - l'elemento iudh•idunlo; nelle seconde l'elemento sociale. I sistemi dottrinali, a cui ciascuna tendenza dà occnslone, non hanno valore che in quanto mctto110 in luce lo reciproche deficienze ed esagornzioni e riflettono la 11rotc.'<ta dello epoche in cui essi sl11temi trovano favore e s,•iluJll>O. Di guisa che una soluzione relaUvn alla surricordat.'\ antitesi non può a.,·ersl che nel J)rogressivo sostituirsi del tre principii, che il Fcr– raris ch iama della responsnblliti\ sociale, della giustizia socin.le e dell'arbltmto 11ocinlo,ai criteri Individualistici della re sponsabilità indiviclualc 1 della concorrenza 11rre– natn1 della lotta aJlerta fra classi ed indi\'idui. L'autore non dà. surtlciente concretezza a que~tn astratta enun– ciazione di criteri sostituth·i, lllll ha fatto con questo volumetto 01>ero.che ha ,,aJoro soprntutto di erudizione, di \'Olgarizza.zione di verità che urge entrino nelln co– scienz a di tutti ad attutire l'tlSJ)rezza degli urti quoti dia.ni, e... di sintomo. a. c. ... AH. PIO Y1.\z;,:1: V h'quitlt 11cll<,{lloso{la, 11el{a storia e 11ellaj}ratico <lel clirilto. - Milano, Società. Editrice l,ibraria. i-: questo un veramente non comune o potente contri– buto alln psicologia giuridica e nel un Indirizzo sempre più realistico clolln pratica del diritto, ,li cui hanno tanto bisogno i mummiftcati nostri sacerdoti di Temi. Si tratta di \lii 1>ensiero,che, per quanto modesto esso sia, non ha voluto e potuto assumere forma concreta, se non dopo quindici anni di ritlossioni, di pause, di audaci riprese. Il ronomeno ò oggi raro od ò degno cli attenzione o di imitazione. 11 giovine autore possiede, e non per sentito dire e di seconda mano, una minuziosa conoscenza della letteratura giuridico, dngli antichi venendo fluo ai J)iì1 recenti autori i conoscenza che, ,•iviflcntn da studi dili– genti sul Vico, sul Kant, sul Homagnosi e sui grandi maestri del positivismo scientiflco contemporaneo, si ri– vela In tutta la sua am))iczza e determinatezza nelle prime d ue parti doll'OJJern, vertent-i l'una sul concetto di equità qua.lo si ritro\'a nei piì1 notevoli autori e fllo– sofl di t utti i to mJ)i,e l'altra sull'equìti\ come ratto nella. storiu. ln queste, a mano a mano che il lettore attenta– mente procede, vede organizzarsi la trama su cui ,·erte la terza e pita notevole parto dell'opera 1 concernente la teoria positiva dell'equità. L'A. ))rendo le mosso dnlla teoria della cono.~cen1:a o dni vari a~J)Clttidella relatività di questa, e, stabiliti i criteri! differenziali della mornle dal diritto, ripudiata. la concezione di diritti innati e stabilita per nitro la nozione di un diritto naturale rclath'o, opera dell'uomo, che ò come l'Indistinto in cui il diritto positi\'O s'inqun– <lra,esamina il momento giudiziario dell'oquitl~ e il suo momento legislativo, il suo formarsi cioò dalla diffusa :=~~~n;:ci!i1~r~;~i~u~~:zl~°K~~~·c!!~t~?.'~1: ~!o1~~~os~c s:::~~ si accorda mai completamente col diritto positivo, che da un primo momento in cui è equo di,•iene i;empre meno equo fino n. parer iniquo e ad esser sostituito da un dirit to J)iù equo, e siccome a sua volta In. coscienza socia.le non rirtette completamente l'insieme dei rapporti reali, pur essi In continua trasformazione, cosl non tar– dano mni a sorgere le eccezioni, che ra.pprcsentnno i;em– pro una maggioro o minoro finezza. e sensibilità. di per• cezione nel sog~otto, che le afferma. I cnsi eccezionali (e in fondo tutti lo sono) a JJOcoa J)OCO crescono, diven– tano suscettibili di classiflcazione, epperò appaiono go– vernabili con una nuo,·a regola, che più tardi a sua ,·olta di\'cnterh diritto. L'equità ò pertanto un continuo ri– chiamo n.lla renltà, l'espressione del continuo divenire dello cose, è il modo di manifestarsi della relatività della COIIOSCCIIZI\ giuridica. Noi non possiamo qui che accennnre ali' idea fonda.– mentale delro1>ern. La quale 1,orò nc<1uisterebbe assai, se rosse concepita In termini meno a!ltrntti e corredata di esempi. Leggendo ad esempio, in nota, il ricordo di una sentenza dei Probiviri di l\lilano iu mu.tcria di scio– pero, citata. come esempio tipico di diritto In formazione, non abbiamo potuto trattenerci dal pensare qual mate– riale di ossenazioni, in conferma o in perfezionamento della sua tesi, e quale m esso di critiche feconde il \'lazzi avrebbe J>otuto trova.re nella storia dell'odierno movi– mento operaio. l,e oper e del Webb sono monumenti di dinamica economico-giuridlcn. J}uer negletto i conflitti di classe come cooperanti alla formazione dell'equità. o di quel diritto, che qui piÌ'l che mai rappresenta sempre uno stato di guerra e non ò mai espressione di volontà. collettiva, è oggidì lacuna <1unslinesplicnbile; inesplica– bile almeno tanto quanto la J)Crmanenza e l'ostinazione delle dottrine trop,,o uni!Rteralmente indi,,idualisto a cui il \"iazzi aderisce. Ed è un ,,ero peccato in un giovnne colto cd ipercritico com'egli ò. a. c. CAtu,o PALADl~I: htlervisle. -- nemporad, Firenze 1 190:!. Ì•: un libro assai interessante: in Itnlia ò il ))rimo del genere, o ha ottenuto alla sua apparizione un successo molto lusinghiero. Xessuna pedanterin 1 nò sostanzinle 1 nò linguistica, sebllene scritto colla flnezza e l'arguzia di un toscano, che maneggia signorilmente la sua. schietta parlata e ciò. una ,,1vacità simJ>atica nllc ttgure e ai soggetti trattati. SJ)ecialmente importante ò la J>nrteche riguarda Olnd– stone, Salisbury e Chamberlain, i tre uomini che ))erso– niflcano i momenti ))Olilicl più caratteristici dell'Inghil– terra nell'ultimo cinquantennio. Attraverso queste tre personalità il 1-'aladini ha. saJ)uto rilevare brillantemente l'evoluzione delle classi dirigenti inglesi, dal liberalismo dottrinnle gladstoniano all'imperialismo di Chamberlnin, e, raccogliendo dalla viva voce dei protagonisti osser– vazioni nuove e aneddoti curiosi 1 ha animato dramma– ticamente questo imJ)ortantissimo periodo storico. li Paladini Inoltro ci pre.~cnta molti altri JJe rsonnggi, appartenenti a diversi stati dell'1ittività umn.na, e incon– trati da lui nelle sue peregrinazioni n ordameric ane; co• sicchò il suo libro riesce di una. lettura. attraente e suggcsti\'a. 11. I. Abbiomo stralcialo in opuscolo: Au:~s1i.x1>1t0 Sc111AV1: Gli scioperi e la produzione; cent. 25. Pno•··C. Vn'Hn:: L'influenza del socialismo sul diritto privato; cent. 1.5. P110.-. O. SAl,\'ÈMINI: Per l'organizzazione degli inst'gnanti: Il Congresso di Fjrenze e gli amici della scuola; cent. 1.5. P110t·.A. Li.;cc1: Organizzazione dei contadini e re• sistenza dei proprietari (con riguardo SJ)Ocial– monte allo Puglia), ngglunte,,j lo conclusioni o il questionar:o non pubblicati nella c,·itiu,; cent. 1.0. Pno•'. O. llosn:l1ART1s1: Gli ideali economici della passata e della presente generazione in Italia i cent. 20. Richieste, coli' importo, alla Critica Sociale,

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