Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902

CRITICA SOCIALE 309 L'ORGANIZZAZIONE ECONOMICA del proletariato industriale (Conll11111lzlo110o nno) Sci O JICl' i. Oi scioperi gii\ parlammo incidenlnlmente per stabi– lire come debbono essere dichiarnti e quali rappresen• tanze operaie (Uflìcio centrale delle Ca.mere del la,,oro e Comitato direttivo della Federazione nazionale) deb– bono J)nrlecipare alle deliberazioni relative ad essi. Ci limiteremo perciò ad accennare ad alcuni criterii da seguire nel prendere questo deliberazioni. Anzitutto questi criterii ,•nrin110 secondo che lo ~cio– pero ha un puro scopo politico od economico. Lo scopo politico di uno sciopero consisto nell'acloJ>C• rnl'IO in difesa del diritto di orgnniu::tziono dalle insidie dei ter;d o dello Stato - esempio tipico lo sciopero cli Oeno,•a del <ticcmbre 1900 por ottenere il rispetto del Oo,,erno alla Camera. del lavoro. ~la questo carattere politico esiste quando si tratta di direnclero una organizzazioue attaccata nella sua vita o nella vita de' suoi soci, di impedire glì scioglimenti governath·i 1 le rappresaglie contro OJJerai rei soltanto cli aJ)JJRrtenere all'organizzazione, e non quando sono gli operai stessi che richiedono il ?'iconoscimcnto della loro organiz:rnzione (come ad esem11io nclJo sciopero dei me– tallurgici livornesi). Teniamo a questa differenza in qunnto crediamo che, nello scio))ero veramente politico, debbasi J>rocedere senza tutte le usuali cautele proprie degli scioperi eco– nomici. La J>reoccupazione di avere simpatico l':un– biente, In cui la lotta si !WOlgc 1 è quasi la sola che sin utile. i,: si caJ)iscc: quando un'organizzazione vede d:wanti a F;Ò inMitabile la morte o violenta o per auemia, si appiglia a qualunque mezzo per evitarla. Poichò non c'è scampo, troviamoci almeno coll'anne in pugno e in atteggiamento <li combattenti; chissà che questa nostra energia non Ynlga. a salvarci! In ))OChialtri casi lo sciopero si presenta come ne– ces:òlità.ineluttabile, senza lasciare agio a ponderare le ragioni che potrebbero sconsigliarlo. Certe volte, rra operai e capitalisti si va rormando una corrente cosl ai;1>radi avversione, l'irritnbilitc\ in ciascuna delle parti diventa così acuta, che riesco vano ogni tentnti\'o per calmare gli animi; ciò accade ))rima della lotta, cd anche dOJ>O, come conseguenza da una 1>artedella scon– fitta patita, dall'altrn. di baldanza por la ,•ittoria ripor• tata; in entrambi i casi un <leslderio così furioso si va. accendendo, sl negli operai che nei ))adroni, di misu– rare le proprie rorze 1 che qualunque pretesto vien preso per iniziare le ostilità. Si riesce talvolta. ad impedire un conflitto, ma sempre momentaneamente, e anzi, qunnclo si crede di avt'rlo assopito, rinasce pili vivo per un'inezia qualsiasi. In questo stato di cose, che ò proprio dei primi tem))i dello S\'ilUJ>))Odell'organizzazione operaia, in cui i la• voratori non sono ancora addestrnti nell'arte dello scio• pero cd i padroni non ,•oglio110 mssegnarsi a ricono– scere le organizzazioni, lo sciopero scoppia e serve a purificare l'ambiente da ogni irritnbllità, risolve lo stato di tensione d'animo che rendeva impossibile ogni rorma di accordo. Per tali scioperi l'organizzazioue non ha alcuna. effl– cacia. preventiva e soltanto può valere a. renderne lo conseguenze meno dannose ai la,·oratori. ul 1 i:j Così lo scio1lero dei lavoratori riel carbone del porto cli Oono,,a, nell'estate del I\JOI, durò 42 giorni, con enorme sacrificio da amhe le J>arti, per una causale pri ,,a d'ogni serietà, tanto che la rirorma, invocata e non con– seguiti~ allora dai lavoratori, veni\•a dopo otto mesi consentita senza obbiezioni. i~a rirorma non era. stata, altro che il pretesto ))er misurare reciprocamente le forze; le Leghe, che col sorgere avevano imposto au– menti di tariffe e nuovi ordinamenti di lavoro, :i:enza che i negozianti sbalorditi e divisi riuscissero a rar va– lere la minima. Ol)J>osizione, ernno 1>ercostoro una tale innO\'O.zionc, che il desiderio di abbatterle in essi di– venne cosl vivo da provocare un pretesto qualsiasi J)er impegnare una lotta terribile, colPunico e vero scopo rtl ottenerne lo sfacelo. Questi casi però sono motto rari o vanno via vin scomparendo, mentre resta unico lo sciopero econo– mico, flltto J)er ottenere miA"liOramenti nelle condir.ioni del contratto di la,,oro. l<:l'lso de,•'essere IJon ponderato in tutte le sue conse– guenze, perchè i socialisti uou tendono all'agitazione come sco1>0a sè stessa, ma come mezzo per la co1H1uista J,!rnduale dell'emancipazione dei lt\\•orntori; e siccome uno sciopero perduto non segna. soltanto l'impossibilità. del miglioramento richiesto, ma un regresso <1unlche volta disastroso per le condizioni dei hworatori, cosl è indispensabile che ognuno di questi sciopel'i, per essere iniziato, debba. a,•crc hl. qunsi certezza di successo. i•: quindi doveroso esperire con calma ed abiliti\ tutte le J>rn.tiche J>reventive e, nel corso di queste, per venire ad un accordo, accontentarsi di ,•edere accettate una parte, JJil1o meno im1>ortante, delle richieste ayanMte. Se, ciò nonostante, le pratiche ralliscono, allora le rap– presentanze operaie da noi ricordato debbono prima, e la massa operaia direttamente interessata dopo, ctelibe– rarc, seguendo nelle votazioni le modalità piì1 scrupo• lose, come lo scrutinio segreto, e richiedendo, per rito• nere :ipprovato lo sciOJJe1·0, un numero di voti che rappresenti la (jlll\.Si totalità degli operai ·organizzati e unn. grn.ndc maggioranza degli addetti ai lavori. I criterii, J>Oi, in base ai quali ogni decisione dove essere presa, sono vari e complicati. Alcuni facili nd applicarsi; tale il rapporto esistente tra la massa, che dovrà partecipare alla lotta, o la parte di essa organizzata nella resistenza; la capacità, morale e finanziaria, a re– sistere pel tempo indispensabile a provocare tale danno al cn))italista da farlo venire a patti; la possibilità di ::iostituire gli scioperanti o di ese)luire in altro modo il la,•oro ch'cssi riflutanò. Altri criteri, in,,ece, sono di dirflcile e contra.stata ap• plicazionc, come la possibilità economica nel capitalista di concedere i miglioramenti richiesti. Per noi, questa condizione è indispensabile 1>er J>romuovere qualunque agitazione. Anzitutto, so,·enti accade che un'industria nttra,•ersi uno stato di crisi, JJer cui cOJwenga al capi– tali-,ta stesso far diehiarare IOsciopero ai suoi operai, e,•it;u1do cosl le spese d'esercizio per un certo tempo H tenendo sempre sottomano pronta la maestranza per quantlo i suoi affari gli 1>ermettossero di riaJ)rire l'eser• cil".lo. In questi casi, i lnvorntori debbono essere ben oculnti e non prestarsi al giuoco, 11011 cndere nei tranelll dei padroni. All'lnruori di questi casi, occorre pur sempre mirare, 11011 alla ro"ina cli una. data industria, ma alla parteci• 11azioue degli operai agli utili che l'inrlustria stessa, sviluppandosi, progredendo, accumula. Quando un aumento di salario od altra. riforma, J)ur

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