Critica Sociale - Anno XII - n. 20 - 16 ottobre 1902

B :li H CRITICASOCIALI,; di perequare l'attualo tariffo, In Commissione, appog– gian<loisi a istucli fatti sullu lmso dello svese di pro– duzione, propone i seguenti aumenti : DAZIO ,\ tltul.le Perequato al t111l11t. l\l •111lnt. Locomoti \'e senza. tender . L. J 4,- L. 15,50 i\la.cchine utensili per In ln.vornzione del legno e dei metalli: del peso fino a 250 Kg. da 250 a 1000 Kg. . 11 ., 1000 a 4000 " oltre i 4000 . • Macchine a vapore fisse senza caldaia: pompe a ,•apore; motori a gas, pe- trolio, aria calda, compr.: di )}CSO flno n lOOO Kg. oltre i 1000 Kg. 1\lacchino a vapore semiflsse con cal– dnia e locomobili Pom1,e da incendio a mnno ~facchine frigorifere azionate dn mo– tori . Macchine dinamo elettriche: di peso fino a 1000 Kg. • da 1000 a 4000 Kg. oltre i 4000 Kg. . . . . . . . Strumenti per le misure elettriche. l,irno e rns1,e: di lunghezza. minore di 15 cm. . da 15 a 80 cm. " oltre i 30 cm. .Macchine per lavare la hinncheril~. Ap1rnrccchi da sterilizzare . Viti piCC0IAdi ferro di ottone. . 11 12, ,, 12,- ,, ,, 12,- ,, ,, 10,- Il Hl \') " 20,- 11 43,– ,, 15,- ,, 22,-- 11 13,- " 15,- 11 10,- 14,- 11 IS,- 20 1 50 n li,25 21 1- 11 30,- " 36,- Conclusione. - Come abbiamo visto, la questione del trattamento doganale della categ. X[[ si divide in due: protezione delle materie prime lavorate j 1>ro– tezione della industria meccanica. Questa ò corollario nlla prima. La prima economicamente non trova ragione cli eisserc: fu una ragione politica. che la fece sorgere I e ora si sono Jeg,tti interessi fi11anziari. Però, pure ammettendo o, meglio, subendo In. ragione politicn, l'l•:conornia può intenenire orn. i-: necessario che il 1 thtzio sul ferro e sulla, ghisa sia mantenuto all 1 al– tczzn. primith•a? I sostenitori, nel momento attuale, dovono, anche dal loro punto di vista, ammettere: I O che ora gran parte, se non tutta, ciel capitale d 1 im– pinnto delle ferriere è statn. ammortizzata; 2° che, pur flCcettanclo il loro ragionamento, che basa la protezione sugli elementi del costo cli produzione delle merci e sui bilanci degli imprenditori, lo Stato dovrh. garantire con la 1>rotezione l'ammortamento ciel capitale d'impianto e l'interesse corrente alle azioni, ma non lauti dividendi. Ora da Ullfl serie ininterrottR. di ,urni, le acciaierie cli Terni e di Savona hanno diistribuito dividendi non inferiori al 10 %; essi au– mentano in questi ultimi anni, causa le ottime con– dizioni del mercato del ferro e dell'acciaio e loro derivati. ,~:pur eia ricordare che, se il Sindacato del ferro è sorto iu Italia, esso fu agevolato ap1mnto dalla CfCezionale protezione doganale, la quale come ò stato luminosamente dimostra.lo in America, costi– tuil'!CCla prima e più potente a llettntiva alla. costi– tuzione dei frusts. Da queste evidenti rugioni, appare chiaramente che noi trattati commerciali ai potrà ampia.monto ncldivcniro a concesisioni sulle matol'ie ciel ferro. A.b– haSEato il primo dazio, i produttori meccanici tro– vcronuo senz'altro ridotto l'elemento più impor– tante del costo di produzione, e quindi per tutto o (1) Come le maechlne a npore due. o d parte di questo ammontare si potranno far e conces– sionr anche su questo secondo punto. Come abbia.mo viisto dalle cifre, la Germania contende all'Inghilterra il primato come importatrice in ltalia nella categ. xrr o, dflto l'incremento vertiginoiso ohe colà hanno preso dal l898 iu poi l'industria siderurgica e la mecca– nica, tutto lascia credere che su questa. materia quel– l'Imporo vorrà sem1>re maggiori concessioni. A. esso sono interessate tutte le industrie italiane, tranne questa lu parola, e l'elargirle ci sarà. di immenso aiuto per ottenere riduzioni di tariffa ancor piiL im– portanti suJle nosrre esportazioni agricole. ATTILIO CAUIA'l'I O LUIOI EIXAUOI. Questioni urgenti ·d scuola e dimaestri Il còmpito della democrazia IIL I maestri e l'opinione pubblica. 1-:is1>0nemmo, in un quadro schematico, le condizioni del maestro elementare italiano, condizioni che le lottC" locali dei borghi e dei 1>iccoli centri aggravano vieppill, massime per le 1mtestre, cui non mancano le insidio dei Don Oiovnnni e le persecuzioni dei Don Jloclrighi. Ciò 11011 o::1bwte, i nostri maestri, nelht loro grande maggioranza, sono " elemento tranquillo, morigerato, conciliativo 11 , e, quanto alla loro opera clidattica 1 si posisono classificare così; in– segnanti ottimi 7735, buoni 2l.3G7, mediocri 17.876, foCl1Jx1ci 3080. 'J'ale il giudizio del 00111111. Ravà,. • i sn, fra 60.000 individui ci J>UÒessere e c'è la zavorra; ma nessuno r>otrìt negare che la piii parte degli insegnanti italiani lnvori con intelligenza e so1>ratutto con amore. Lo scorso anno ai maestri che fecero la scuola rurale il Ministero della P. J. diede un compenso di lire diciotto e centesimi! Indubbiamente, in questi primi cinquant'anni cli vita nnzionale, hi scuol0:, IHL progredito; ma come e quanto il Governo, i partiti, la stampa politica, in mm parola In 1>ubblica opinione vi hanno contri– buito? Pensiamo al bilancio della P. J., alle discus– sioni av,•enute in Parlamento, al disinteressamento dei partiti, al silenzio della stampa, al1 1 indifferenza del gran pubblico per tutto ciò che sa di scuola, e rispondiamo. La classe magistrale, nelle sue riunioni e ne 1 suoi Congressi, sempre s'è occupata pili della scuola che delle proprio condizioni disagiate e in– certe; potrei riferire a cliecino gli ordini del giorno. Busti ricordare, fra i pilt recenti, i Congressi di 'l'orino e di Como nel '98, cli Honm ,~el 1 900, cli Venezia nel 1 901. Ma la stampa. non ha mai fatto eco: essa interessa la pubblica opinione alla politica, interna ed estera, alla politica fìnanziaria e militare, non mai alla politica scolastica; e il Paese s'è con– vinto cli nulla poter fllre per questa, e che la. questione della scuoJa. sia addirittura 11égligeable fra le que– stioni che agitano la vita nazionale. Quale dei nostri legislatori porta, nelle rare discussioni al Parla– mento, parola che sia il frutto delPosservazione di• rotta, della conoscemm vera, profonda de' bisogni della scuola e del maestro? Chi ha pensato mai a richiedere dalle Società Mngistrali, come al cuni d e– putati l'anno con lo orgnnizzo.zioni operaie, i da.ti por 1·cnderc meno accademica e pii, proficua la discus– sione sul bilancio della V. r.? E poi, quanti hanno della scuola primaria un concetto ben chiaro e ben definito? La scuola 1 anche elementare, nel pensiero dei pii1, ha un fine angustament e util itario, giudicandosi dell'opera sua non dai risulta.ti generali e remoti,

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