Critica Sociale - Anno XII - n. 13-14 - luglio 1902

8 194 CRITICA SOCIALE gati (un fiore non fa ghirlanda) i socialisti di tutte le distinzioni verbali, non esclusi i rivoluzionari, intransigenti) ecc., ecc. Anche questi, A. dispetto delle loro professioni di fede eroica, sono stati vinti dai fotti e, so non sono voluti rimanere in. fraterif~ a recitare il credo socialista., ma han creduto doveroso mescolarsi nella vita, sono stati obbligati ad acco– glicro e proseguire quello riforme e quel metodo che prima dileggiavano coi rnrsctti della bibbia alla mano. Anzi, le riforme legislative, intorno alle quali si levò un coro cli proteste rivoluzionarie, stanno alle ri– forme elci nostri comuni 1>rogrammimunicipali, come il programma massimo sta al minimo. Quelle riforme concernevano il la,,oro dello donne o cloi fanciulli, i probiviri, l'Ufficio del lavoro e via dicendo; e nCli· suno di noi le disse moi granclo cosa i ma lo rifor. mino o riformetto og-g-icomunomonto occcttoto per la lotta. nnuninistrativa sono, ove so 110 occet,tui ulcune ~r!uHli città, di assni minor conto; sono lo ma~ro riforme a. mala pena. consentito dai magris– simi bilanci comunali o prO\'iuciali ; sono riforme di natura qmtsi csclusirnmonte llemocrotica. E a noi dànno nell'occhio i programmi presentati dai sbcia– liRti, soli od alleati 1 nello città pii, po1>olosee 1>iì1 ricche. :'IIU. guardiamo ai progrfunmi esposti in cen– titrnia di Comunelli, indaghiamo nella sua ampiezza tutta. l'azione del partito socinlista; e allora vedremo che, per 1a.povert.\ dei bilanci comunali e per la loro pOCit. elasticità., onde non ò possibile sopprimere uno stnnzinmento per crenme od numentarno 1111 altro, il progrnmnrn. dei soch\listi equivnle a zero nella parto posith'i\ e si propone soltanto di dare utl po' di sesto ,11l'ammi11istrazionc del ùomune, e di ren• clero pilt SC\'Cro omaggio 111\0 norme della.correttezza e olle leggi dello Stato. r 1>1'Ctc::1i ri\•oluzionari, messi con le spallo al muro, rwevuno confessato all'ultimo di volere anche loro lo riforme, ma, senza. perdNvi tempo attorno, J>er virtì1 della. sola pressione geuerica delle forze prole– tarie. Ora abbiamo la confessione elci fatti. Costoro le voi:;liono come le vogli111110 noi ; cioò le discutono, le yagliono, le trascelgono, o poi, con la conquista. elci Comuni, le vogliono attuare loro stessi. Quest'ò In vcritn. I•: se la YCrità facesse venire hL mosca al naso a. qualcuno, e si protesto so cito i rivoluzionari copernicani non vogliono o non f1\11nocosì, la com– media sarebbe anche più allegra; infatti si dovrebbe concludere che i rivoluzio1111risi sono dispersi corno 11ehbia al sole, giacchè 1 ripeto, salvo in due o tre luoghi, i sociolisti si sono dati ad inseguire le ri– formo nel modo " riformista ., che ho detto. . .. U1Htdifferenza. trn noi o gli altri c'è, od è questa: cho noi operiamo con motoclo, conr;npevoli delfa ne– ccssitìt di uua prossinnL o gruude trnsforrna.zione dc– mocnltica. della vita politiCl\ na:donalc, e determina.ti a confort.-u·la. del nostro appoggio o ad imprimerle virtì, di azioue j mentre i.;li nitri JJroceclono empiri– comonte, malsicuri o diffidenti, rimorchiati dai fatti, im1>untundosi ogni tanto o contruddiccndosi. rl risul– tato sarà uguale per la llcmocrf\zia e 1>eril socia– li!m10. -~rn. a quel risultato noi tlvrerno contribuito col meglio delle nostre forzo; gli altri vi avranno concorso con la malavoglia del cattivo soldato, elle non vorrebbe nrnrcinre e che vi ò costretto da una \'Oiontà superiore. Anche qui e sempre ò questiono di sinceritH. Noi diciamo che il socialismo troverà. nello formo domo· craticho ht condiziono necessaria. pet· i suoi SYolg-i– menti; 01>1>erò ci affatichiamo a rimuovere gli ostn– coli nmmussnti dal JHtrnssitismo reazionario, e solle– citiamo gli clementi democratici SJ)esse volte timidi o incerti, e li portiamo in alto agli onori e alle rCSJ)OllSèlbilità clelh\ viht. pubblica. Oli altri, pur am- 1 no a mettendo questa necessità. teoricamente e a denti stretti, si cingono di mm. maglia di castità e temono di corrompersi nell'altrui compagnia. Ma, i fatti su– pcrnndo lo chiacchiere, avviene ciò che noi prove• cle"nmo come fatale e benefico: nelle elezioni am• miniatrntive a noi favorevoli, abbim10 v"into i partiti popolari o i soli socialisti, trionf11. il programma de– mocrntico. r socialisti, che lottano da soli o per l'in– sufficienza dei partiti affini o per voglia. di intransi– genti, andando a.I Comune, devono quasi sempre fare ufficio di dcmo<'ratici. Per la necessità politica, per la dirisione del lavoro o 1>cr tesoreggiare il no– stro tempo in favore del 1>rolctariato e del socia– lismo, ò molto meglio, quando sin. possibile, che la soma llel potere sia affidab1. n spallo piìt conformi, che il programma clemocratico YCnga srolto dalla. dcmocra;,,ia. rn <1uesta pi1'1 chinrn concezione della n~ultà. storica, noi difl'eriiimo dug-li oltl'i. Nò la disputa IHLvalore pununontc teorico. Non le rcgnlercmmo una sola parola. L'importanza pratica, è noi fatto che i socialisti possono, molte volte, risolvere lo conteso elettorali in favore della democrazia o dolio vecchio elientele reazionarie. J/csem1>io di Bologna ò tipico. 001>0 l'ostruzione parlamentare e le elezioni g0norali del giugno I !lOO, molti di J>Mtonostra hanno creduto di poter riposare sugli allori o di avere sconfitto per sempre la reazione. ·i,; a noi, che pure al)biamo fede nella libert:ì, ma che reputiamo do– vero nostro difenderla ccl aumentiirla, si osserva da costoro che lo stesso Sonnino, il grande babcm dei purtit.i popolari, non pot,rcbbe pili go,,01·nare con h~ ret1zione. Con la reazione ulhLPclloux, 110 forso; ma con mC'zzi pii', insi diosi o piì1 sicuri, con una legi– ~lnzione sociale in 1l.pp: 1rcnm giovevole al proleta– riato o ordita sapi enteme nte per com1>rimcrne ogni energia di classe, è certo che egli )!overnerebbe o che per lo meno ne fllrebbc il tentativo. D'altronde, anche il YOCChio i:stinto reazionario non si perde. Dategli l'occasione o riprende col vigore di 111H~ molla frenata. 80110bostati i minuscoli fatti di Orte 1>erchòranimi1. r>olizicsca dello classi conser– vntrici o degli organismi burocr11tici si destasse 0011 un brivido cli tripudio. Orn, per clii ben guardi, i11 tutta l'Ifolia, nella. ,•ita parlnmcntnro e nei muni· cipii, nella grnnde ciW1 o 1101J)aescllo arrnmpicato sui monti, lo forze sociali in contrasto si trovano allo stesso grado di equivnlonza e lo spirito dei mcclii conscnatori soffre la mcde::iima nostalgia di re:lzionc. Qnosi da1>1>Crtutto i socialisti, 1>ii1ancom che per la forza numerica, r>er l'impulso giovanile che sanno dare all'ozione politica, sono gli arbitri del momento: quasi dappertutto, come a Bologna, possono con un cenno daro omogeneità 1tlledisgiunte forze democra.tiche e avvh'arlc 0011un sonio, cnnccl– lundo dalla nuo\'a storia cl'ltalia lo clientele lunga.– m('ntc clomina.trici; o possono, so il capriccio li prendi\. cli gunrdan:1i l'ombelico collettivista e di per– dere crocchio lo realtà che ur~c, prolungrtre la vita 11ll0 c11111orrco alla reazione. Lo favoleggiato ten– denze sono ben queste: tra chi 01wra con metodo verrio un fine chiaro o chi mmmina a sbalzelloni, portato, a ogni modo, dalht forz1Ldi g-riwità. dei f11tti verso il fine o il metodo nostro: tra chi vede diritto o r>rociso e chi guarda da strnbico. La vista e lo stra– bi:31110 non sono due tendenze: lo strnhismo ò un di– fetto della \'ista . .Nicnt"ultro. . .. Ancorn o sempre per h~ sinccrit:'t.: ogni dissidio ori111111i stantio sar.\ composto, o~ni pettegolezzo al'– fogher;\ nel ridicolo, se i socialisti italiani porteranno nl Congresso d'Imola l'espressione delle cose, il ,•oto ehc nasce dai fatti voluti o compiuti, e non il vento dello chiacchiere e il fumo dello vttnità. )[a la since– ritìt deve fnrc i conti con l'omor proprio. :\lolti 1 pur

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