Critica Sociale - Anno XII - n. 8 - 16 aprile 1902

118 CRITICA SOCIALE possono davvero creare le illusioni cli cui parla Ar· turo Lnbriola, o 1>ossonogiustificare certe informa– :doni che la " Società degli agricoltori italiani ,, ha raccolte nella sua inchiesta recente. Ma i fatti fini– runuo per prc,•alcro sopra. gli entusiasmi eccessivi. J~ allora il movimento, fotto pili accorto, più pru– dente, e sopratutto piì1 prc,•idcnte, potrà raggiungere i suoi scopi,che sono u~lU1lmcntc 1onta1ti così dagli ottimismi degli entusiasti, come dni pessimismi dei critici. . . . 1-:d ora un 1 ultima pflroln. nel Arturo Labriola, che, cnumcmti i cinquo tentacoli che si allungano a. suc– chiare il p1·odotto della terra -· l'imposta, l'interesse usuraio del debito, lrt rendita, il profitto e il salario -- afferma che quest'ultimo uon può avere altrn speramm ohe quella cli clivont11rJiresto l'unico erede dogli. nitri quattro COllCOl'l'Ollti. Jn vcl'itt1, noi non ci nspctbwamo da uno studioso una cosl clispcrnta e, unilaterale soluziono. Questa attesa inerte delht miracolosa palingenesi sociale em compatibile con Ja fede mistica e l'accidia intellet– tuale d'umt volta. Oggi essa ò un anacronismo. Prima. che la grande trasformazione sociaJo, che noi attendiamo e affrettiamo, si compia, molte tra– sformazioni secondarie o preparatrici debbono tra– dursi in effetto . .li mondo capih1lista nou può morire se non ha percorsa tutta la sua. parabola. Ora, il debito o Pimposta, che gra,•ano s01>ra la terrn, nçm possono rimanere inesorabilmente immobili in t:lnto rapido mutarsi di fatti e cli cose. Il primo donù assottigliare il saggio del suo interesse, la. se– conda dorrà decrescere sotto la pressione delle cl:1ssi proprietarie, che sono poi Jc classi dirigenti. Ji'ate che questo grande aerostato del reddito capitalista soffrn qualche diltrno clall'incrcmcnto del salario, e ~uhito vedrete che gclterh grnn pMtc della sua za– vo1Tn1f1tttA.d"impostc, per risalire un'altra volta.. Quanto al profitto ed alla rendita, il fenomeno che !'.>ta determinan dosi ora. ò anche pili interessante. Os– Hervinmoli qu :rnt.lo sono separati nettamente, ossia quando la ter rR dà rendita al proprietario e profitto all'aflittunle . .O,nranti al rinlzo dei s1llari, gli affittuali si coaJiz. zuno e, l)Oichò non l'icscono a vincere la mano d'opera, si rivolgono n. mozzare lo unghie alla pro prictiì. Così il profitto rimbalza l'incremento dei sa– lari sulla renclitu, e ln. rendita, a lungo anelare, san\ (1uella che dovrà sopportnre l'onere nuovo. !fa che vuol dire ht progressiva. riduzione della rendita, o magari la sua e1isione definitiva? Vuol dire che dalla tcrrn scompare un elemento spurio, che complicava l'urto degli interessi e annebbiava la lotta. delle classi. Ln terra, che 11011 paga più un tributo ni suoi dominatori, ma che ò divenuta. l'istru– mento senza valore su cui si esercita l'atth•ità. del lavoro e ciel capitale, è l'arena 1>ii1 adatta perchè si svolga l'ultimo o decisivo duello fra il capitalismo o H proletariato. Forse tutto ciò è ancora. lontano, e noi non assi– stiamo che nel un'alba mal certa. Ma anche questi bagliori indistinti, che solcano la tcncbm folta, ci riconfermano nella fiducia che abbiamo riposta. nelle lente o profonde trasformazioni delle cose, le quali, meglio delle cntastroli predicate con fcrvor mistico dnlb f antasia iuo rtc cho rifugge dt1.l1 1 opcra, prepa– rnno e nffronta.no l'a.vvenire inevitabile. IVAXOI-~BONOMI. Abbonamento cumulativo Orittca sociale ed Avanti/ anno L. 2:1, se– mestre L. :10,50. B ot L'BCONOMIA DEIPIÙ FORTI J"/·a d11e dil'llti 11u11111i clii ,1uu1,~ w fu1·;:11. C. li.mx. Bugenio Pourniòre à tentato - se ben ò letto nella c,.;tica. del 1Gmarzo - di mettere un po' d'ac– cordo l'individualismo col !-0Cialismo. Ci sarà. riuscito? Non so. Ma io credo che il miglior modo di conci– liare le noistro teoriche con quelle degli incliviclu:11isti 1 sia quello di conciliare lo teoriche individualiste tra loro. Vario sono infiltfi lo contraddizioni in cui ca.clono i nostri pur dottissimi avversari, contrRdclizioni che tutte risalgono, in generale, a uno strano residuo cli ideRlismo infiltruntesi, nlla sordina, in mezzo ai loro principii pit'1 crudamente positivi. Oserei dire che gli individualisti sono tali in quanto si sono fer– nmti allo studio del solo individuo. Qui, in questo campo pilt limitato, essi souo veristi e sono scien– ziati. Ma. quando dnll'indivicluo passano a qualcosa di pili complesso e cli piì1 complicato - alla società, Hllo classi, al Governo - '" loro scienza. s'aunebl>ia, il loro positivismo svanisce, per dar luogo alle piì1 vecchie e 1>iùvaporose utopie. 1~ cosl che, dopo tant'anni cli predicazione e di propaganda, essi sono rimasti isolati nel mondo, chiusi nel superbo numto delle loro teoriche, contentandosi, in pratica, di far la parte degli eterni piagnoni. " Qual ò intanto l'ufficio, quale il dovere della mino– ranza ra<licalc liberista? ,, si don~andava 'Francesco Pa– para,•a nel Giornale clegU Ecouomisli del gennaio rnoo, <·ommentando la vittoritl dei socialisti a liii ano. E ri– sponclo,•a subito: ~ O ,•otaro pei conservatori, cioè pel socialismo borghese, o votare pei popolari, cioè pel pro– tezionismo operaio 1 o astenersi, cioè il suicidio. A Dio spiacenti od al nemici sui: brutto mestiere! EJ)pure è evidcntomouto imposto dalla realtà dei fatti. 11 li che vuol dire semplicemente che la realtà dei fotti, questo supremo giudice inappellabile, condanna lo nstrazioni elci liberisti. . .. fn esso inftitti non mancano i controsensi. Uno elci pili caratteristici, se non dei pit'1rilcYanti, ò il distacco, l'antagonismo 1>ostotra il mondo eco– nomico e il mondo politico. Non sono piccole le in– giurie che gli individualisti nd oltranza. scagliano contro quelle classi che, avendo per un bel pezzo provato a camminare colla sola gamba dell'economia, si son decise alla fine, J>er non cadere, a mettere in moto anche In gamba politica. " Nella lotta di tutti contro tutti - scriveva in un suo articolo l'on. Pnntaleoni ( 1 ) - l'uno elide la pre- 1>onderanza dell'altro'"'e si ,•iene a compromessi. Ma havvi un lllchet social, una specie di scoria sociale, che va. eliminata e che la selezione elimina dal corpo sociale. Questo elemento, incapace d'altro, rivolge gli occhi allo Stato, o al Comune, si aggrappa a.cl esso cQme il fango si cristallizza nll'interno delle caldaie; esso adora Jlidolo del collettivismo e si colìtituisco, in mancftnza <l'altra ri– sorsa, in lega di elettori 11olitici. ,, J: in un altro punto: 11 Non haV\'i che una sola forma. di Sinclacato, o di fmdes' w1io111 che sia collettivista, e questa ò quella che (1) XAl'l't:0 l'ASTALli:OSI: /t ,ecolo vt11lulmo St<0/1110 1111 l11divlu11ll• 1i,u,; ha J'tegre", Nal)Oll, 20 a11rllo 1900,

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