Critica Sociale - Anno XII - n. 8 - 16 aprile 1902

122 CR!'l 'ICA.SOCIA.LE tato tutte le leggi protettive - e non son poche - sem1>re diecnclosl libero-scambista. Orbene, Vilfredo Pareto à un bel vendicarsi chia– mando pseudo-liberale questa gente e mettendola, con tutto il suo spirito, in burla. Ma essa, in fin dei conti, :\ il solo torto cli commettere a parole quel– l'crroro che per i dottrinari del liberismo dovrebbe anche a fatti commettere. 'J1coricnmentc essa prere– risce la libertà degli altri al proprio interesse; prR– ticamcntc non sa passare in seconda linea quest'ul– . timo. Hagioncl'à male, non dico. Ma.,edonisUcamentc pArlando, agisce nncho malo? Che forse i veri lihe– risti pretendono dillle classi sociali, nel cam1>0 poli– tico, quell'altruismo che non pretendono dt1gli indi– vidui, nel campo economico? Vogliono essi parodiare la dottrina di Cristo, che si rivolge implorando ni ricchi perchò si spoglino dello loro ricchezze; o non credono piì1 cflicflco quella elci soci:disti che si ri– \'Olgo ni poveri o dice: spogliate? In pochi armi questa clottl'ina i't fa.tto pili cammino Cllll in tanti secoli la. dottrin,, cristhrnn, e, nella sua sempli– cità, ò certo pii't profonda di tutte le ponderose teo– riche dei liberisti. 'l'ooricho che sono rimaste o ri– mai-ranno sempre infruttuoso, perchò in contrasto con loro stesse e colla. realtà. Io i1on vedo dunque possibile un accordo dei prin– cipi i nostri coi principii dei liberisti. ~lontre noi non abbiamo da pie;aro un lembo della nostra. ban– diera, ma sempre J1iu la distendiamo ai ,·enti, essi coUa loro bocca confessano, come confc~sava il Pa- 1>af1wa,che l'albero della loro scienza ò un albero morto. Vogliamo noi 1>arnfrasarc le orgogliose parole cli Pantaleoni? .ebbene, noi sì possiamo dire, o con maggior verità 1 che il liberismo è lungi dall'esser 1>ericoloso pei suoi avversari. 1 suoi fini più nobili non possono esser realizzati se non da quel SQCiit· lismo che esso tanto accsrnitamente condanna. Solo organizzando, come noialtri facciamo, le classi pii, deboli; solo spingendole ,~ combattere, con tutti i mezzi economici o politici, contro le classi privile– gii,to, si potrà. fincc11re in queste l'egoismo di classe 1>crsostituirgli l'egoismo cli specie, e raggiungere quella giustizia assoluti\ e quellit utilifa dell'insieme che costituiscono, por ora, un grnn sogno. J,'inchò c1uesto sogno non sarà. raggiunto; finchò tutti gli uomini non avrau conquistata una. 1;tessa. potenza sociale, imperi il liberismo o il protezionismo, o sia questo fatto do. una classe o clall'altra, una sola eco– nomia regnert~ sempre nel mondo: l'economia elci pii, forti. CAHl,O PETROCCHI. LATEORIA M RXISTA OELL~ MISERIA CRESCENTE e l'interpretazione del dott. Petrocchi Risposta teleyraftca nur. necess(u•i<t- 11 dott. Petrocchi - in un suo tentativo d'interpreta– zione della miseria crescente - prende le direse del ii vale11te giovanecco11omista italiano ,,, dottor .Antonio Oraziadci, e della sua tesi, e mi regala generosamente l'idea di "oler rendere, per ii ecciti,, volo11taria 1 elenu, {(t -9uestio11e dclt'mmumtopiti o menojJroporzionaledel salario di fronte al J>rofltto 11• (') Orbene, ho il piacere dì annunziargli che gfa cominciò ad uscire nella. Rivista JX:Jpolw·e ciel Cola.janni un mio studio ii sul 111011ime11to ciel salcirio e del 1,ro/Uto II Uasato sopra cifre e calcoli ufllcinli inop1mgnabili; desunti dalle statistiche sui salari compilate recentemente dall'Ufficio ( 1) CrUko Socklle, 100'?,N. s, pag. 4!?, B b ote Ba o del Lavoro di Washington (duo \'Olumi ))oderosi che gen– tilmente mi ,·cnnero fM'Oriti in prestito dall'ono1·e,•olc Colajanni), e da un libro di Carroll Wright, l'illustre commissario del lavoro di Washington, sul mo,•imcuto dei 5alnri 1 elci profitti, 110Icn1>italee del ,•alore dol pro– dotto negli Stati Uniti. Il mio egregio contraddittore a\'rà cosl la J>ro,•a 11ositiva della concezione marxiiìta ciel salario e della diminuzione del /acoro 1><19afo I)CI" rn1>11orto al lat·oro 11011 J}agato, do! salario per rapporto al profitto (plusn1loro), come conseguenza naturale dello s,•ilu11JIO della grande Industria. Ml\ il Petrocchi non si tro\•a )lerciò a corto di argo– menti, od aucho ammessa In ,·erità clelln.diminuzione 1>ropo1·tionalodel salario per ra1>porto al 1>rofitto,egli nega a questa dimostrazione alcuna importanza. Ed ò qui che il suo Cl'rore dottrinale si rircla tutto intero, 1>oichòegli dimentica somplicerncnte che la (liminuzio11t• relatit:(i <lcl lcu:oro vayc,lo non ò che una, delle faccie di un importante e decisivo fenomeno, non ò che l'indice del prog1·cssivo accentramento, nei grandi rami della produziouo moderna, della forza di lavoro e del ca1>italc, e quiudi delle trusrorm:lzioui economiche, mercè lo quali eflse11zialmenle si sviluppano la Ol'ganizzazione del )lroletnriato o la. sun. clcva.zionc intellettuale e si ma– turano le conclizloui sociali che realizzeranno l'ideate socialista. D 1 altrond c 1 1n1rriconoscendo che lo studio cie l Petrocchi racchim.lc ossenazioni acute, ove si voglia.no stringere i nocli, si deve s1>assionatamentc a mmettere ch'egli ci ba somministrata uua curiosa mistura di marxismo, di metaf isica e d i e,tonismo; poichè non ra nascere lo squi• librio socio.le e Il mf\lcontento che ne deriva nè dalla sem1 >re cresce nte diJ)Cndcnza economica del 1,roleta– riato1 nè 1lalla ognor piit disuguale riJ)nrlìzionc dei pro– dotti del lavoro e dalln ognor J>lÙ incerta condizione dei proletari (risona industriale OJ)eraia votata alla di• soccu1>azionco al J>nuperismoufficiale) ( 1 ), ma li ra na– scere dal rntto che ii il rcyime c1,pilaUstico 11011 esli11g11e di,·eltame11tc ~ suffìcimlemenle col sailtrio i dolori della classe la1,'-0ratrice 11• )la lo squilibrio tra salari e bisogni, il malcontento sociale, i dolori insommn- delln classe l:ivoratricc non fli verificarono forse in altri regimi, quello reudalc, ad csem1>io?O perchò l'eredità feudale la prese la clas~e borghese invece del )}roletariato? JI regime feudale ii esti11y1teva forse (lil'etlamentee sufficientemente col salcn-io i dolori dellaclasse operllia 11 ? Lostesso regime llorghese,ove nel suo 1>rogressivosviluppo risJ)ottasse la composizione e la distrilluziono proporzionalo dello classi sociali, non eterneroUbo forse 11~ servitì1 del 1>roletariato 1 1mr la– sciamlo11e intatti i dolori i11scxldisfatli? Non per nulla Marx scri~so che la riproduzione semplice eternizza i rap– ))Ortisoci:Lli tra capitalista e salariato! Siamo quindi innanzi ad una nuova incarnazione ciel socialismo vOlgaro, cd è mia opinione ferma che la concezione realisth:n, rormante ad 1111 tempo la bussola orieutatrice e il metodo di combattimento del 1>artito 1 pcrderebl>e nel un trntto grnn 1>artedel suo ,•alore po– sith·o e scientifico allorchò si lasciasse trascinare sopra una "la cosl falsa e sdrucciole,·ole. <:a6lt/l(l.:::o Boi-mklt1. LUIGI NEGRO. (') Ciò che forma Il progr,unma 1clc11t1ncodi J-:rrurt (1691) e anche quello ptì1 recente di Vien~ de.Ipnrtuo i10Clal11ta mondiale (CrUi«I Sockl/4, 19021 N. :.-G,P!\'1- 80). Abbiamo JJltbbllcato in volu.me : SYLVA VIVIANI LE RIFORME MILITARI TECNICHE I. Centc::iimi 50

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